Libertà di stampa? Lega Nord (e antagonisti) in diretta tv, oscurata USB contro jobs act
Domenica 1 Marzo 2015 alle 17:54 | 0 commenti
In Italia, "libertà di stampa" ha assunto ormai il significato di essere liberi di nascondere le notizie e i fatti. Specialmente quando riguardano una parte politica e sociale scomoda. Ieri, nelle principali città del paese, ci sono state alcune manifestazioni. A Roma c'è stata quella della Lega assieme ai fascisti di Casa Pound alla quale i media hanno dato massimo risalto, dedicando anche trasmissioni in diretta televisiva e intere pagine di giornale.
Sempre a Roma, la contromanifestazione degli "antagonisti" ha avuto qualche attenzione di riflesso. Evidentemente non se ne poteva fare a meno (o, forse, si "sperava" in qualche tafferuglio).
A Milano, invece, si è svolta la manifestazione organizzata da USB contro le politiche del governo e il "jobs act". La partecipazione, nonostante le difficoltà organizzative e l'assoluto silenzio mediatico, è stata molto buona. Circa 10.000 i manifestanti che hanno sfilato lungo le vie di Milano. Ma di questa protesta stampa e televisioni hanno taciuto. Una manifestazione così oscurata è come se non fosse avvenuta (qui la photo gallery).
Ormai l'informazione italiana è diventata qualcosa che sfiora l'indecenza. Si nascondono le notizie scomode, quelle che hanno per protagonisti i non allineati al pensiero unico che ci vogliono imporre. L'informazione italiana è sempre più asservita al potere. È un malinconico e pericoloso megafono di regime.
Denunciare quella che è una vera e propria censura mediatica che colpisce chi protesta seriamente e pacificamente (è facile pensare che, se ieri a Milano ci fossero stati disordini o se qualcuno avesse infranto qualche vetrina, i media si sarebbero scatenati a mostrare lo scempio) deve diventare un compito di chi ancora crede che sia necessario dire la verità e confrontarsi.
Lutrario (USB): prima grande manifestazione contro jobs act e Expo, da qui continua la nostra battaglia
In piazza San Babila il corteo nazionale CONTRO I LADRI DI DIRITTI, ha visto sfilare per le vie di Milano 10.000 manifestanti contro jobs act, precarietà e razzismo.
Tante le realtà del lavoro pubblico e privato, dei movimenti sociali, dei coordinamenti cittadini e regionali, fianco a fianco con i precari, i disoccupati, i migranti e i senza casa.
In piazza gli intervenuti conclusivi di Giorgio Cremaschi, per il Forum Diritti/Lavoro che ha lanciato la manifestazione; Nicoletta Dosio, del movimento No Tav; Aboubakar Soumahoro, portavoce italiano della Cispm (Coalizione Internazionale Sans Papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti Asilo) e Pierpaolo Leonardi, dell'Esecutivo nazionale USB.
"I lavoratori e le lavoratrici, ma anche chi il lavoro lo ha perso, o i giovani a cui Expo chiede di lavorare gratis, non si fanno certo incantare dalle favole di Salvini, sedicente neo paladino dei più deboli - ironizza dalla piazza Guido Lutrario, dell'USB nazionale - qui, nel cuore di Milano, si hanno ben presenti le prodezze di cui è capace la Lega, sia quando era al Governo nazionale, sia adesso che governa la Lombardia, dove per Expo ha ratificato il lavoro sfruttato e gratuito, con la benedizione di Cgil Cisl Uil".
"Lo sanno bene anche i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo, tantissimi oggi in piazza con noi, che Salvini insieme ai neofascisti vorrebbe far ‘riaccompagnare a casa' dalla nostra Marina Militare", aggiunge il sindacalista.
"Sono troppe le parti in commedia - prosegue Lutrario - sia per Salvini che per Renzi, l'altro sedicente innovatore che ha riportato il diritto del lavoro ai tempi di Kunta Kinte, come era scritto su uno striscione del bellissimo corteo di oggi".
"I lavoratori e le lavoratrici non ci cascano - evidenzia il rappresentante USB - sanno bene chi, seguendo un percorso coerente, difende i loro interessi praticando un conflitto vero, nei posti di lavoro e nei territori; chi non li porta a scioperi e manifestazioni mentre in contemporanea firma accordi vergognosi. Questa di oggi è stata la prima grande manifestazione contro il jobs act e contro tutti i ladri di diritti - conclude Lutrario - da qui continua la nostra battaglia".
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