Lettera aperta di Riccardo Nencini, Psi, a Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, CorSera
Lunedi 18 Luglio 2011 alle 21:26 | 0 commenti
Riccardo Nencini, Psi - Lettera aperta del segretario socialista ai due editorialisti del Corriere della Sera Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.
"Nel 1992, non appena eletto deputato nell' XI legislatura, rinunciai immediatamente al doppio stipendio. In assenza di una legge normativa tutti i compensi che ricevevo come dipendente pubblico, su mia indicazione, furono destinati al concorso per la costruzione di un edificio scolastico nel comune di Scarperia. Un esempio che mostra come, da un lato la politica può ridimensionare i costi, dall'altro come ‘nella notte non tutti i gatti sono grigi'".
E' quanto si legge in una lettera aperta che Riccardo Nencini, segretario nazionale del PSI, ha inviato ai due giornalisti del Corriere della Sera, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, in merito ad un loro editoriale di stamattina sui costi della politica."
"Il tema che voi sollevate da anni esiste eccome- si legge ancora nella lettera del Segretario- e i privilegi che oggi il ceto politico mantiene sono insopportabili,oltretutto nel pieno di una crisi economica che impone alle famiglie un gravame di oneri insostenibile. Ma occorre agire subito"
"I socialisti - continua Nencini - sono impegnati nella raccolta di firme iniziata da alcuni mesi per cambiare l'Italia e dare maggiore sobrietà e trasparenza ad una politica che in questi anni ha accumulato sprechi e privilegi non più tollerabili.Le proposte che saranno oggetto di una mobilitazione straordinaria per tutto il mese di agosto e che avrà il suo apice nella Festa nazionale di Bologna dal 3 all'11 settembre prossimi". "Taglio delle indennità dei consiglieri regionali fino al livello più basso dell'Umbria e della Toscana - prosegue nella lettera -con un risparmio immediato di 110 milioni di euro e nuove regole per i rimborsi elettorali, eliminando sprechi e privilegi che consentono ai partiti di intascare soldi anche quando finisce la legislatura; abolizione del Senato e sua trasformazione in una Camera delle autonomie locali, dimezzando il numero dei parlamentari in tutti e due i rami"
"Tagliare gli sprechi della politica non è demagogia - conclude il leader socialista - lo diventa quando se ne parla e poi non si fa nulla".
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