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Letta al Vajont. Zaia: qui lo Stato non ha mai fatto quello che avrebbe dovuto fare

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 12 Ottobre 2013 alle 18:19 | 0 commenti

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Regione Veneto - “Questa è la storia di un opera che non si doveva fare, poi è stata realizzata, per motivi economici, per motivi politici. E oggi siamo qui a celebrare l’anniversario di una tragedia unica nel suo genere, che ha provocato la morte di 1910 persone, un terzo delle quali mai ritrovate, un terzo mai riconosciute”.

E’ con il ricordo delle vittime che il presidente del Veneto Luca Zaia ha voluto iniziare oggi il suo intervento ufficiale nella cerimonia che ha visto presente il presidente del Consiglio Enrico Letta, durante la quale il Comune di Longarone ha conferito la cittadinanza onoraria alla Polizia di Stato, consegnata dal sindaco Roberto Padrin al Capo della Polizia Alessandro Pansa.

“La storia raccontata della Polizia di Stato ci dà un quadro di cosa è accaduto alle 22 39 del 9 ottobre 1963. Per noi – ha aggiunto Zaia - è una storia indelebile, che ha lambito la storia degli italiani, dei veneti e dei cittadini di questa provincia. Là c’era una bella valle, non una diga, e una giornalista, Tina Merlin, ambientalista ante litteram, aveva scritto qualcuno stava trattando quella diga come un catino da riempire d’acqua. Le popolazioni denunciarono da subito l’assurdità del progetto”.

“Qualcuno l’ha definita una tragica fatalità: non lo è mai stata, una fatalità – ha ribadito Zaia – la gente sapeva che quel monte non era stabile e non a caso lo ha chiamato Toc, pezzo. Stiamo parlando di una montagna con un  fronte di 2 km, una profondità di 500 metri, una altezza di 400 e chi si è ardimentato a calcolare quanto ci vorrebbe a trasportare fuori dall’invaso il materiale franato ha avuto come risultato cento camion al giorno per sette secoli”.

“Qui nasce la protezione civile, che era allora la protezione civile delle mani nude. Ma vorrei anche ricordare una persona che oggi è qui: il dott. Mario Fabbri – ha detto ancora il presidente del Veneto – allora aveva trent’anni ed è stato il magistrato che ha avuto il coraggio di andare contro i potenti. E’ facile per noi parlare dopo 50 anni, ma in quegli anni non era semplice aprire un fascicolo su una partita che si è chiusa a 15 giorni dalla prescrizione e che si è tentato in tutte le maniere che non si chiudesse in maniera negativa per chi doveva pagare il conto”

“Chiudo con l’insegnamento di cui parlava Tina Merlin: “non basta piangere, dovremmo anche fare in modo di far tesoro di questa esperienza”. Abbiamo il 14 per cento della popolazione che in Italia vive in zone a rischio – ha poi affermato Zaia – e il dissesto pesa moltissimo sui conti dello Stato: dai 3 ai 3,5 miliardi ogni anno vengono spesi non per mettere in sicurezza ma per tamponare gli effetti del dissesto in un Paese che è bello ma fragile. Nel 2010 non avrei mai pensato di iniziare il mio mandato di presidente del Veneto affrontando una alluvione che si è abbattuta su 223 dei 581 nostri Comuni. C’è la necessità di vedere messi in sicurezza i 5 milioni di veneti investendo 2 miliardi 700 milioni di euro: le chiedo di portare in Consiglio dei mionistri questa voce. Non abbiamo più bisogno di nastri d’asfalto, le opere programmate e che stiamo realizzando ci sono sufficienti, ma abbiamo bisogno di mettere in sicurezza la vita dei nostri cittadini. Si abbia il coraggio di scegliere a livello nazionale questa via, quella delle grandi infrastrutture idrauliche,.E di fare anche un ragionamento sulle assicurazioni, per riuscire a mettere in piedi una assicurazione nazionale.

“Chiudo ricordando che forse la tragedia nella tragedia sta nel racconto dei superstiti, quella sera c’era una partita di calcio importante Real Madrid - Glasgow, che ha portato molti ragazzi nei bar di Longarone per vederla in tv. E quei ragazzi han perso la vita. Ma c’è anche chi racconta che quella sera c’erano qualcuno che deviava il traffico prima della tragedia, dove un monte che si muoveva e una popolazione non era avvisata. La sua presenza qui – ha concluso Zaia – serve a chiedere le scuse: questo è un territorio che non si è mai sentito dire scusateci. Qui lo Stato non ha mai fatto quello che avrebbe dovuto fare”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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