L'emergenza abitativa e l'immobilismo del Comune
Domenica 10 Luglio 2011 alle 11:08 | 0 commenti
Da VicenzaPiù e Ovest-Alto Vicentino n. 217 in distribuzione
di Fulvio Rebesani
A Vicenza nel 2009 ci sono stati 272 sfratti esecutivi (157 italiani e 115 stranieri). Per la prima volta dopo quattro anni gli incolpevoli sfrattati vicentini sono più degli stranieri; il che significa che la famiglia non regge più perché genitori, fratelli, figli sono anch'essi disoccupati o cassintegrati. Da una nostra (del Sunia, n.d.r.) rilevazione di questi giorni il Tribunale di Vicenza ha sancito 43 sfratti nelle ultime due settimane (foto edificio di Via del Giorgione).
Nel 2010, a fronte di oltre 1000 domande, sono stati assegnati solo 74 abitazioni ATER. Ma dove va tutta questa gente cacciata di casa? Dorme in auto, o da parenti ed amici, finché possibile, usa abitazioni abbandonate, talvolta riesce a locare un alloggio dove rimane solo qualche mese/un anno (nomadismo locativo). Su ciò abbiamo testimonianze dirette. E c'è qualcuno che ha il coraggio di negare che a Vicenza ci sia emergenza abitativa! "Il Comune non ha soldi e nemmeno case. Cerchi di trovarsene una che vedremo di aiutarla". E' questa la risposta, ormai di routine, che il personale dei servizi sociali del Comune dà a coloro che, con lo sloggio ormai imminente, si rivolgono ad essi. E' diffuso fra gli sfrattati un senso di ostilità verso il Comune di Vicenza e la sua amministrazione per la sufficienza, la freddezza, l'indifferenza con cui questi dipendenti (garantiti nel posto e nello stipendio) trattano i poveri e gli impoveriti, spesso con figli piccoli. Impoveriti perchè fino a qualche mese od a un anno fa non avevano bisogno di essere assistiti. Poi la fabbrica chiude o va in crisi, il reddito va giù a picco, non ci sono i soldi per pagare il canone. L'attuale fase economica durerà almeno 4 anni secondo una recente indagine fra gli imprenditori vicentini. E ciò con buona pace degli imbonitori che ciclicamente ci spiegano che stiamo risalendo, con uno 0,....di PIL in più. Andate a dirlo ai milioni di disoccupati e cassintegrati! Ma torniamo al vaniloquio di quei dipendenti comunali che incoraggiano i prossimi sfrattati, già licenziati o cassintegrati, a procurarsi un alloggio. E' noto che i locatori, preliminarmente alla stipula di un contratto, vogliono vedere le due ultime buste paga, salvo interpellare l'azienda sul tipo di rapporto di lavoro (precario, a tempo determinato, indeterminato, ecc.). Quei dipendenti pubblici non possono cavarsela nascondendosi dietro il rispetto delle leggi o dei provvedimenti degli amministratori. Devono denunciare le situazioni, le difficoltà all'assessore (cosa raramente fatta come ho potuto constatare) e chiedere, proporre, esigere soluzioni. Se mi mettono a lavorare con un computer rotto non sto ad aspettare che qualcuno in alto se ne accorga ma ne chiedo io la riparazione o la sostituzione. Ma la responsabilità maggiore é della Amministrazione, della politica. L'amministrazione Hullweck, in situazioni economiche sostanzialmente diverse, si limitò ad ignorare gli sfrattati, od a far loro l'elemosina, od a collocare madre e figli minori presso le suore ed il padre all'albergo cittadino: la perdita del posto veniva "completata" dalla destra locale con lo smembramento della famiglia. Ora non succede più, non per scelta del personale comunale che -anzi- aveva continuato l'andazzo di prima, ma per decisione dell'assessore. Don Milani insegnava che bisognava incidere sulle cause della povertà dell'ignoranza e noi cerchiamo di incidere sulle cause che fanno scialacquare soldi inutilmente senza dare una casa. Già , perché non é affatto vero che le case non ci siano. Ci sono, eccome! La legge regionale Veneto 10/96 (art. 11) prevede che il Comune possa far fronte all'emergenza abitativa dovuta a sfratti esecutivi assegnando agli sfrattati fino al 15% delle abitazioni che ATER e AMCPS (le case gestite da questo ente sono di proprietà comunale!) si accingono ad attribuire in base alla graduatoria comunale. Supponendo che, ad esempio, nel 2011 AMCPS e ATER intendano assegnare 80 alloggi, il comune può usarne per le famiglie sfrattate 12. La L. 560/93, art. 4-bis, stabilisce che il comune può assegnare le abitazioni (sfitte e libere) che ATER ha in programma di vendere. Nel comune di Vicenza si é trattato , di media, di una decina di alloggi nel 2010. Da dati ufficiali risulta che il comune di Vicenza é proprietario di circa 140 appartamenti sfitti. Di essi una ventina sono abitabili salvo piccoli interventi. Per altri ci vuole un lavoro più in profondità . Che aspetta il comune ad attribuirli alle famiglie sfrattate? E' un vero scandalo. Secondo la legge regionale tutte queste decine di alloggi -senza spese per il Comune- sono assegnabili per un periodo massimo di due anni. Una parte delle famiglie sfrattate vien collocata -tutta intera- presso un albergo. E' una scelta nettamente migliore di quella dall'Amministrazione precedente, però non é una sistemazione adatta ad una famiglia -anche se povera od impoverita- perché non c'é un posto dove cucinare (non possono certo mangiare in ristorante), né dove studiare per gli scolari, né dove riunirsi nell'intimità famigliare. Fin qui l'aspetto umano. Ma ce n'é un altro di prima grandezza: lo spreco di danaro. Una famiglia in albergo costa al comune fra 1.800 e 2.400 €/mese. Perchè questo esborso di fronte a tutte quelle abitazioni disponibili? Eppoi, con i quattrini di tre mesi di pigione alberghiera il comune può affittare un appartamento a 500 €/mese e sublocarlo ad una famiglia senzatetto. Cioè il comune potrebbe risparmiare il 75% e non lo fa. Perché? Qualche anonimo sfrattato dubita (ma sappiamo che essi sono cattivi) che in questa operazione ci sia una sorta di favor che fa ritardare soluzioni più economiche. Secondo i dati dell'Osservatorio comunale per la casa nel 2006 in comune c'erano 3100 case sfitte. Le risultanze 2011 dicono che questo dato sarebbe salito a 5000 alloggi. La legge 431/98 consente all'ente locale di applicare su questi alloggi, se sfitti da almeno due anni, una aliquota ICI del 9 per mille. Supponendo che già paghino l'imposta ordinaria del 7 per mille, il comune avrebbe un introito aggiuntivo del 2 per mille. Facendo una simulazione approssimativa, ma non troppo, consideriamo che solo 2500 di queste case abbiano più di due anni e che il loro valore medio catastale, moltiplicato 100; sia di 60.000 € l'una. Il valore complessivo dei 2500 alloggi sarebbe di conseguenza di € 150.000.000. Il 2 per mille di ICI corrisponderebbe a € 300.000. Con questa cifra il comune può locare 60 alloggi a 500 €/mese e sublocarli a famiglie sfrattate a canone proporzionato alle loro condizioni economico-famigliari. Poiché l'ici si paga ogni anno il gettito sarebbe costante. Come avrete notato non abbiamo mai considerato la possibilità di esborso comunale, nemmeno di euro. Perchè allora l'Amministrazione Variati e l'assessore Giuliari non usano queste opportunità ? Le cause possono essere molteplici: troppo impegnati (specie Variati) a parare gli attacchi delle fronde interne, incapaci di assumere decisioni coraggiose ed innovative -peraltro sulla base di leggi del secolo scorso, la loro concezione dello stato sociale é quella degli anni '90 basata sull'elemosina (forse anche clientelare) mentre oggi ci troviamo di fronte ad un cataclisma finanziario, produttivo ed occupazionale che sconvolge le comode categorie ante 2008 e fa apparire obsoleti i nostri amministratori.
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