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Le ebree “ortodosse” indossano lo Zanua e non il Burkini

Di Citizen Writers Sabato 27 Agosto 2016 alle 09:34 | 1 commenti

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Riceviamo una interessante testimonianza da Paola Farina, una delle otto ebree di vicenza, che, dopo averci chiesto (e di seguito la "accontiamo e ringraziamo) la pubblicazione di un suo articolato commento ad uno degli articoli da noi pubblicati sul caso "burkini" (la cui proibizione in alcune città francesi scosse dal terrorismo, sbagliando, secondo noi, obiettivo, è stata poi bocciata a livello giuridico sulla base dei principi di libertà individuale, checchè ne possa pensare il nostro amato quotidiano locale) ha scritto: "non sono un ex azionsita BPVi, ma sto inizaindoa  leggere il vostro libro "Vicenza. La città sbancata" con molto interesse. Ecco ora il suo commento con una foto tratta da http://www.chloedewemathews.com/ haredim

Le ebree “ortodosse” indossano lo Zanua e non il Burkini

Il Burkini va a ruba anche tra ebree ortodosse, induiste e mormone...e chi lo ha detto? Lo riporta l'articolo da voi ripreso…; lasciamo in pace “le ebree ortodosse”, perché mi sembra che qui si confonda Renzi con Brunetta…

Ortodosso non è sinonimo di ebraismo conservatore, ma significa in linea coi principi di una dottrina ideologica, politica o religiosa, che segue regole tradizionali (e vale per tutte le religioni). Zia Bianca era ebrea ortodossa sefardita, vestiva in modo sobrio-elegante ed in spiaggia indossava costumi interi neri, tutti sobri ed elegantissimi!

Nemmeno le ebree harediot (Harediot al femminile, Haredim al maschile in ebraico significa «coloro che tremano davanti alla parola di Dio», ossia quella vasta galassia di gruppi religiosi che formano il cosiddetto fondamentalismo ebraico) indossano il burkini in spiaggia o in piscina . Portano sempre un copricapo, una gonna sotto il ginocchio o lunga e di solito maglie lunghe con maniche lunghe, talvolta le calze anche in agosto, inoltre non frequentano spiagge aperte a tutti…, ma spiagge loro riservate dove possono andare a giorni alterni, vietato l’accesso ai maschi (e viceversa sulle spiagge dedicate ai maschi)…insomma nessuna speranza per un flirt da spiaggia. Va precisato che ci sono molte sfumature tra ebraismo Habbad, Naturei Karta (quelli che io amo di meno), Satmar, "Hardalim"= Haredim nazionali, cioè Haredim che fanno il militare e Haredim che non fanno il servizio militare, Haredim ashkenazim e sefardim.

Le donne sposate portano sul capo, secondo la mia amica, Simona di Roma,  un “ chissui- rosh”, secondo me il “tichel”, che alla fine è la stessa cosa, ovvero un copricapo che lascia scoperto il viso e un po’ di capelli. Questa divergenza tra due donne italiane cresciute nello stesso ambiente, la dice lunga sulla complessità della cultura ebraica…intorno alla quale gravitano saccenti, filosofi, giornalisti e politici che ostentano il max del mix del non sapere. La copertura di testa , inoltre,  varia molto secondo le correnti religiose: le harediot portano cappello o parrucca, le moderne un fazzoletto. Carla, mia amica di pancia e di pelle, che ha lasciato Vicenza nel 1966 e vive in Israele mi scrive “ Le ebree religiose moderne, dette "datiot leumiot", cioè "religiose nazionali", che fanno il militare o il servizio civile, portano la testa coperta ed un costume – zanua - , cioè pudico o modesto, con mezze maniche, costume fino al ginocchio e sopra un gonnellino. Così per esempio lo porta Maia, moglie di mio figlio Raffaello. Mia figlia l'anno scorso  è stata al moshav Matta, dove abbiamo la casa. Tutte le piscine intorno erano state affittate dagli Haredim, quindi poteva entrare lei con la bambina e doveva lasciare fuori da solo il bambino, il che era abbastanza pericoloso. Anche al mare le Harediot hanno spiagge solo per loro, con giorni alterni per donne ed uomini (haredim). È difficile entrarci e fotografare".

Nelle piscine pubbliche, all'università ed in vari circoli, ci sono anche strutture per soli uomini e per sole donne.

L’ebraismo si basa su un principio fondamentale: il  libero arbitrio, la possibilità di ogni individuo di intraprendere la propria strada, quindi chi si veste “secondo regole”, lo fa per libera scelta. La Torah, la legge ebraica, suggerisce una via, poi a seguirne o diversificare il suggerimento spetta all’essere umano, uomo o donna che sia! Dal mio punto di vista credo che ognuno possa presentarsi in spiaggia vestito o spogliato come meglio crede, purché il mezzo nudo o il nudo non vada a scadere fino ad offendere la sensibilità di altre persone; non sono contraria al burkini, ma sono contraria a quello che rappresenta, ovvero la sottomissione a un diktat, che la donna accetta con vassallaggio perché non può fare altrimenti.. Non so però se il burkini o lo zanua siano connaturali con l’igiene in un luogo pubblico e non mi riferisco al mare aperto…ma a una piscina(non c’è garanzia che questo abbigliamento venga usato solo come costume da bagno).

Per amor di chiarezza, le donne che in Israele indossano il burkini sono israeliane musulmane arabe che frequentano spiagge libere, le stesse frequentate da donne ebree, vestite, in bikini, in costume in topless come garba a loro ed anche da uomini. Io sono indifferente al divieto del burkini perché non cambierà nulla, gli integralisti sono incompatibili con l’Occidente ed il fatto che siano infastiditi dal Crocefisso deve portare a una riflessione…. Abbiamo fatto entrare in Europa milioni di persone ed ora pretendiamo che si occidentalizzano…suvvia…sono loro che cercano di spiegarci quanto sia bello “il velo” e non quello del baby doll…o del perizoma e che pretenderebbero che noi andassimo incontro alle loro esigenze e non loro alle nostre. Sono entrate persone che scappano dalla guerra, ma sono entrati sia i pentiti, sia i sostenitori dell’Isis e molti ibridi con la jjhad in testa (altro che il burkini). Francamente di fronte ai tanti problemi di natura ben più grave, il burkini mi fa sorridere. Pensarci prima è stato impossibile, perché gli italiani sono bravi nella prima accoglienza, poi non hanno mezzi e competenza per risolvere i problemi ed è questo che mi spaventa; il burkini è il niente ed il tutto, un nuovo strumento da promuovere, un nuovo mezzo per ricollocare un’azienda fallita di costumi da bagno tradizionali, un pretesto per obbligarci a concedere, un parlare per puntare il dito contro noi occidentali, accusandoci di razzismo perché non accettiamo questa cultura, seppur noi siamo più tolleranti di loro…insomma basta rompere i cabbasisi per il burkina, dateci la possibilità di costruire chiese e sinagoghe nei vostri paesi, solo allora di potrà parlare di vera democrazia, libertà religiosa ed interscambio culturale.

Ho impiegato molto tempo per confrontare i dati…per trovare il maggior numero di confronti sui costumi da bagno delle “ebree ortodosse”, ma credetemi…gli ebrei censiti al mondo sono meno di 14 milioni, ma proprio per i vari esodi e quella grande voglia di portarsi appresso un pezzo di cuore e di vita personale, le diversità non sono poche; nonostante il mio impegno profuso ci sarà di certo qualcuno che mi farà notare qualche imperfezione.... Fotografare donne religiose in costume è una impresa impossibile. Ho recuperato un website di un’azienda israeliana che produce burkini islamici per donne musulmane e costumi modesti per donne ebree: ovvero laddove c’è il business si convive pacificamente. http://uvsunway.com !

 


Commenti

Inviato Sabato 27 Agosto 2016 alle 09:48

Grazie, per la pubblicazione, ma visto quanto Vicenza offre all'ebraismo il numero è sceso da otto a tre. Ecco ho fatto un errore, non è possibile fotografare le ebree harediot (si rischia la rissa) e non quelle religiose, ho sbagliato io a scrivere, sempre per via di quella grande complessità in materia religiosa...
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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