Le critiche di Dovigo e Ferrarin sulla questione Borgo Berga, Bulgarini e rapporto Unesco
Giovedi 16 Giugno 2016 alle 21:28 | 1 commenti
Prendono posizione sulla questione Borgo Berga e rapporto Unesco, dopo le dichiarazioni del vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci, consiglieri comunali Valentina Dovigo, della Lista Civica e Sinistra Ecologia Libertà , e Daniele Ferrarin del Movimento 5 Stelle Vicenza. "Fermi tutti! Prima la Magistratura deve finire il suo lavoro", dice Dovigo. "La vicenda Borgo Berga, luogo dove l'illegalità sembra aver regnato per oltre un decennio, è una straordinaria occasione di verifica dell'operato di questa Amministrazione", incalza Ferrarin. Di seguito le riflessioni dei due consiglieri.
"Leggo sull’odierno Giornale di Vicenza - spiega Dovigo - della disponibilità dell’a.d. di Sviluppo Cotorossi Spa al trasferimento dei diritti edificatori insistenti sul lotto E del Piruea Cotorossi ad altra zona della città . Ritengo che tale ipotesi sia da congelare immediatamente. Innanzitutto è necessario che l’iter del procedimento avviato dalla Magistratura venga concluso, poiché se sono state violate delle norme, la civiltà del nostro vivere democratico non potrebbe fare altro che punire i responsabili per i reati commessi nelle forme e nei modi previsti. Il rispetto delle leggi e la cultura della legalità sono pre-condizioni di qualsiasi scelta politico-urbanistica, e qualsiasi tentativo di togliersi dai guai con nuove contrattazioni deve essere posto in stand by, per lo meno fino alla conclusione delle indagini.
Né si può pensare che i temi sollevati dall’Unesco possano essere liquidati con un semplice cambio di indirizzo delle nuove edificazioni. Questi temi impongono, ed è grave a mio avviso non averci pensato rpima, una revisione organica sia del PAT che del PI. Se si vuole veramente investire sulla valorizzazione culturale della città palladiana tutelata dall’Unesco, non si può continuare a fare urbanistica come se nulla fosse successo.
Né ora si può pianificare come se il lotto E non fosse sotto sequestro cautelativo o l’Unesco non stesse chiedendo conto politico alla nostra città ".
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