Le Acciaierie Valbruna degli Amenduni si riprendono lo 0,7% di Generali
Mercoledi 17 Settembre 2014 alle 10:15 | 0 commenti
Giancarlo Pagan su Il Sole 24 Ore di oggi, 17 settembre 2014, conferma che «è in fase avanzata di scioglimento» la Effeti, il veicolo costruito quattro anni fa tra soci veneti (tra cui le Acciaierie Valbruna degli Amenduni, la Palladio Finanziaria di Meneguzzo, Enrico Marchi e Veneto banca) e piemontesi per rilevare la quota di Generali che Unicredit doveva cedere.
La Effeti, che ha chiuso per la prima volta l'esercizio in rosso dopo tre anni di utili, ha in portafoglio come principale e di fatto unito asset il 2,15% della compagnia assicurativa, che oggi vale 540 milioni, contro i 602 milioni iscritti a bilancio.
La spartizione tra gli azionisti (la Ferak con il 50,1% e la Fondazione Crt con il 49,9%) porterà i due soci a riprendersi le proprie quote di Generali visto che la Fondazione Crt manterrà la propria posizione nel colosso assicurativo triestino senza tuttavia accrescerla.
«Già un paio di mesi fa - scrive Pagan - , prima che lo scandalo del Mose coinvolgesse Roberto Meneguzzo, azionista di maggioranza di Palladio Finanziaria e regista di Ferak, Fondazione Crt si era rifiutata di comprare la quota veneta che le era stata offerta. Meno chiaro invece è quello che succederà in casa Ferak. Anche qui si ventila l'ipotesi di uno smantellamento con ripartizione del pacchetto Generali. Questo significherebbe che la famiglia Amenduni, attraverso le Acciaierie Valbruna, si riprenderebbe il suo 0,7% del Leone, la Finint di Enrico Marchi e Andrea de Vido lo 0,5%, la Palladio Finanziaria un altro 0,5% e Veneto Banca lo 0,21%. Altre piccole quote sarebbero suddivise tra i soci di Ferak, tra cui la famiglia Zoppas».
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