Langella a Gervasutti su Pluto: "Meglio essere un analfabeta di ritorno che chinare la testa"
Domenica 9 Settembre 2012 alle 19:11 | 0 commenti
Di Giorgio Langella, Segretario Regionale PdCI FdS
L'editoriale di oggi sul Giornale di Vicenza l'ho letto e riletto e, sinceramente, non ho capito la logica che il direttore Gervasutti voleva evidenziare (l'articolo è in fondo*, ndr). Ma già , probabilmente sono un "analfabeta di ritorno" che non può capire a fondo le dotte elucubrazioni di un grande intellettuale. Me ne dolgo.
Comunque, quello che ho capito leggendo l'editoriale del direttore del Giornale di Vicenza, è che gli Statunitensi non "sanno comunicare", che si comportano come i padroni del territorio anche se non lo dovrebbero essere, che "se ne fregano" di cosa pensano gli italiani e i vicentini (istituzioni e cittadini), che fanno dichiarazioni risibili o tali da far arrabbiare chi le legge. In poche parole sono arroganti e si sentono in dovere di fare qualsiasi cosa. Trattano il nostro paese come terra conquistata. La logica conseguenza sarebbe affermare che gli statunitensi sono dalla parte del torto e che dovrebbero rispettare i nostri sacrosanti diritti e la nostra dignità . Invece, mi sembra di aver capito questo dallo scritto, per Gervasutti i "cattivi" sono quelli che protestano, quei "quattro gatti" che non accettano di essere considerati meno di niente da un "esercito di conquistatori".
C'è qualche logica in questo o è solo perché Gervasutti non riesce capire come si possa restare a schiena diritta anche di fronte ai potenti?
P.S. Preferisco essere un analfabeta di ritorno piuttosto che chinare la testa.
*Analfabeti di ritorno
Da Il Giornale di Vicenza
domenica 09 settembre 2012, pagina 1
Da quando l´obbligo scolastico è stato elevato a 14 anni l´analfabetismo in Italia è quasi scomparso. A patto che per analfabetismo si intenda la capacità di leggere e scrivere il proprio nome e cognome, o poco più. In realtà , saper leggere e soprattutto saper scrivere sono doti che vanno allenate e affinate, e questo non vale solo per i "professionisti" come i giornalisti o gli scrittori. Sia chiaro: la libertà di espressione è sacrosanta per tutti. Ciò che è in discussione è invece la capacità di farsi capire e di esprimersi in modo corretto: che non è cosa per tutti. Ad esempio, gli americani a Vicenza (e a dire il vero non solo qui) soffrono di gravissime lacune comunicative. Ciò che è nato attorno alla questione della base Pluto è surreale. Longare ai tempi della guerra fredda ospitava nei suoi bunker armi e testate: con l´incubo sovietico praticamente alle porte, solo qualche isolato sostenitore della bellezza dei Gulag si sognava di contestarne l´esistenza. Oggi che i missili non ci sono più, gli americani che - è bene ricordarlo - in base ai trattati internazionali "abitano" in affitto gratuito quella collina hanno deciso di ristrutturarla: era così difficile avvertire i "padroni di casa" dei lavori in corso? Evidentemente sì, perché per gli americani è difficile rendersi conto che sono affittuari e non proprietari; ed è addirittura impossibile per loro concepire che gli italiani (che hanno perso la guerra) possano voler sapere cosa intendono fare - legittimamente, lo ripetiamo a uso dei più ottusi - sulla collina. Non ce la fanno, è più forte di loro. E se si sforzano, producono comunicati che fanno ridere o arrabbiare. A base Pluto al posto dei bunker e dei magazzini sorgerà qualche palazzina bassa per ospitare le esercitazioni militari che oggi richiedono più tecnologie e meno poligoni. Tutto qui. Trasformare la ristrutturazione di quattro bunker in un´invasione militare dell´imperialismo americano è un´operazione analoga a quella messa in piedi all´epoca del Dal Molin da coloro che prefiguravano i bombardieri in volo sopra la Basilica del Palladio. Con la scusa di contestare il metodo, si contesta il merito. Ma su questo, è opportuno essere chiari: criticare la scarsa capacità comunicativa e l´inabilità diplomatica degli americani è cosa diversa dal metterne in discussione il ruolo e la presenza. È un dibattito, quest´ultimo, legittimo: ma sui tavoli di governo e internazionali, non per speculare in una campagna elettorale comunale. Soprattutto se a dettare la linea sono sempre gli stessi quattro gatti che parlano con i petardi, la vernice, le cesoie, i passamontagna, le minacce, l´insulto e la violenza. A dimostrazione che l´analfabetismo in Italia non è scomparso del tutto.
ARIO GERVASUTTI
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