Landini a Roma chiama allo sciopero generale. Sì di Giampaolo Zanni e della Fiom di Vicenza
Sabato 16 Ottobre 2010 alle 20:27 | 0 commenti
Roma, dalla corrispondente di VicenzaPiù. E' la risposta giusta. Giampaolo Zanni, segretario provinciale della Fiom, è d'accordo per lo sciopero generale invocato dal segretario generale Maurizio Landini.
"Nella situazione in cui siamo - argomenta Zanni - un contratto nazionale viene annientato con le deroghe, che lo svuotano rendendolo inutile".
Zanni comincia un lungo elenco di cose che non vanno: "la manovra del governo con lo scudo fiscale, le pensioni, i tagli a scuola, sanità , province e regioni; il collegato al lavoro che sta per diventare legge istituendo l'arbitrato al posto del magistrato del lavoro per molte controversie; il progetto di riforma della legge 300 che è una controriforma - il ministro del Lavoro Sacconi ha già detto che ci saranno abrogazioni, riscritture e novità - e così la legge 300 sarà annacquata con la scusa di allargare le tutele a chi non le ha. Di fronte a un progetto del genere è inevitabile il ricorso allo sciopero".
Guglielmo Epifani non ha detto chiaramente sì a Landini. "Quel che conta è che Epifani non lo ha escluso", ribatte Zanni. Epifani ha rilanciato la manifestazione del 27 novembre aggiungendo che in assenza di risposte lo sciopero generale ci sarà .
Zanni è "in pista" dalla mattina presto, a controllare i dieci pullman partiti da Vicenza con 540 operai a bordo, costretto a dire no a chi sperava in qualche rinuncia per venire a Roma a dire in piazza che la democrazia in fabbrica non si baratta con il lavoro. Poi la trasferta, l'arrivo nella capitale, la metropolitana fino a piazzale dei Partigiani, il posto dietro il furgone della Fiom Veneto insieme a tanti altri operai, studenti, precari, ecologisti e no-Tav. L'attesa per la partenza del corteo è stata lunga, poco prima delle 15 il via.
Marina Bergamin, segretario generale della Camera del Lavoro di Vicenza, torna sulla vernice e le uova sui muri della sede della Cisl: "Non era mai successo, le sedi sindacali non erano mai state toccate, nemmeno in anni bui. E' stata una cosa stupida, e poi si ottiene solo di spostare l'attenzione di tutti su altri temi".
Andrea ci tiene a specificare di aver voluto partecipare a una "manifestazione eco-compatibile", e si presenta con amici con tamburi ricavati da cestini di plastica e barattoli di conserva, poi precisa: "i diritti non vanno cestinati".
Giampiero ricorda il problema del Dal Molin, e ce l'ha con l'Europa, "che prima promette di intervenire e poi dice che se ne deve occupare lo stato".
Il corteo cammina piano, mezzora per fare poche decine di metri, c'è anche un gruppo di una cinquantina di turchi con cartelli che inalberano il faccione baffuto di Abdullah Ocalan, il leader del partito dei lavoratori del Kurdistan, da oltre 10 anni il solo detenuto nell'Alcatraz turca, condannato a vita nell'isola prigione di Imrali.
Nella lunga camminata fino a piazza San Giovanni c'è anche la pioggia, poi l'arrivo e il discorso di Landini. Non c'è nemmeno il tempo di ascoltare l'ultimo discorso del segretario generale, di Guglielmo Epifani che lascia la Cgil: di nuovo per le strade di Roma per raggiungere i pullman nel traffico caotico. E finalmente un po' di riposo.
Cosa succederà da domani nei luoghi di lavoro? "Se le fabbriche non chiederanno deroghe - risponde Zanni - procederemo con le attuali costruttive relazioni sindacali. Se ce le chiedono, ci opporremo e inviteremo i lavoratori a opporsi. E si aprirà , fabbrica per fabbrica un confronto-scontro con le altre organizzazioni e i lavoratori dovranno dire la loro, sarà inevitabile per Cisl e Uil confrontarsi con i lavoratori".
Foto VicenzaPiù
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