L'allarme di Tremonti scuote il governo
Venerdi 7 Gennaio 2011 alle 13:55 | 0 commenti
Rassegna.it - Il ministro dell'economia da Parigi agita lo spettro della crisi "che non è finita". Il premier lo ignora e continua il suo calciomercato. La caccia ai parlamentari continua: il primo banco di prova sarà il federalismo fiscale
Tremonti da Parigi agita lo spettro della crisi "che non è finita", e scuote il già traballante governo Berlusconi. Il premier gli risponde continuando il ‘calciomercato' dei parlamentari e in Transatlantico si scatena la caccia ai deputati dell'opposizione che sarebbero pronti a sostenere il governo.
L'allarme del ministro dell'Economia sui rischi che ancora adesso derivano dalla crisi, ha in ogni caso ridato voce ridanno voce a quanti nel Pdl vedono in Giulio Tremonti un altro ostacolo sulla strada di Berlusconi. La 'caccia' ai responsabili, nonostante le giornate di festa, prosegue dunque febbrilmente. "Nell'immediato" si lavora "per favorire l'ingresso dei singoli", conferma Fabrizio Cicchitto, che di fronte ai ripetuti no di Pier Ferdinando Casini riconosce che ormai il Pdl ha rinunciato, almeno per ora, al tentativo di sostituire i finiani con i centristi. Quello del rapporto con l'Udc, sottolinea il capogruppo Pdl, è un "problema" che sarà affrontato "nel medio periodo" Ma il corteggiamento annunciato dal premier premier resta giorno dopo giorno impenetrabile.
Silvano Moffa prima attacca ("Fli ha un problema di sopravvivenza"), poi si difende: "A parlare di dieci parlamentari in arrivo è stato il premier". Quanto ai suoi ex colleghi finiani, il futurista 'pentito' sottolinea che ci sono "situazioni di grande disagio", salvo poi precisare che "smottamenti" sono più probabili in Senato che alla Camera, dove servirebbero al premier. Parole che spingono Benedetto Della Vedova ad ostentare sicurezza: "Se Berlusconi punta su Fli è destinato a fallire ancora: non c'è nessuno che abbia intenzione di ritornare sui propri passi", dice il vicecapogruppo finiano.
Anche dal centro si alzano barriere. "Assistiamo con grande sconcerto al toto-acquisti di parlamentari, condito da un'opera sistematica di disinformazione", attacca il segretario Lorenzo Cesa che sottolinea come il 'corteggiamento' rischi soltanto di compromettere il dialogo fra Udc e governo. Ad ogni modo, conclude Cesa, "si intensificherà un coordinamento tra Udc, Fli, Api, Mpa e Liberal Democratici".
Le esternazioni di Tremonti sulla recessione, però, hanno rilanciato i sospetti di quanti nella maggioranza non si fidano del ministro dell'Economia. Una distanza tra il premier e il superministro che pare confermata dalle parole di Cicchitto che chiede una "seria riflessione" sulla possibilità di attuare "interventi sul fisco favorevoli per la crescita". Segno che il premier non intende rinunciare all'idea di allargare i cordoni della borsa. E proprio sul 'gelo' fra il Cavaliere e Tremonti , puntano le opposizioni: "Tremonti smentisce in modo clamoroso quanto affermato da Berlusconi sull'uscita dalla crisi", attacca il finiano Adolfo Urso. Parole molto simili a quelle usate dall'Idv di Antonio Di Pietro che parla di evidenti "crepe a destra".
Il tempo, in ogni caso, stringe: il primo banco di prova per la maggioranza si avrà sul federalismo fiscale all'esame delle commissioni competenti. E, come ha ripetuto il leghista Roberto Calderoli, se non sarà approvato "la spina del governo si stacca da sola". Ma la Lega, come continua a ripetere Umberto Bossi, sembra per ora dar fiducia al Cavaliere. "Alla fine - sottolinea il Senatur - non litighiamo mai, riusciamo a trovare l'accordo". Anche se, a proposito delle parole del premier sulla sinistra, precisa: "Che c'entro io con l'attacco ai comunisti? Io devo trattare...".
Anche a sinistra, però, si cercano l'accordo. "L'Italia non può più accettare di essere narcotizzata dal chiacchiericcio politicista e da un divario fra politica e società che accumula sfiducia e passività . Dobbiamo cambiare l'agenda'. Con queste parole il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lancia dalle colonne del Messaggero un appello a opposizioni e forze sociali per la "riscossa" italiana, evidenziando l'urgenza di una "riforma repubblicana" e di un "patto per la crescita", un "piattaforma" da condividere con tutte le opposizioni.
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