Quattro autisti: la Bts ci riduce stipendio, non ci paga ma dà soldi a sindacalista Uil Vicenza
Mercoledi 6 Giugno 2012 alle 23:25 | 1 commenti
In un periodo in cui spesso a pagare sono i lavoratori per una crisi che non dipende da loro, colpisce ricevere una mail di un lavoratore, Bourosu Marian, a nome proprio e di altri tre (Apetrei Ionut Cosmin, Irima Dan Mihai, Teodorescu Claudiu tutti stranieri, ma non cambiano per ciò le riflessioni seguenti) che accusano addirittura un esponente della Uil Trasporti di Vicenza di aver fatto degli accordi con un'azienda di trasporti con sede nel Padovano, la Bts srl di Limena, a scapito dei loro interessi e, sempre a detta loro, addirittura a vantaggio (monetario) personale.
Questa l'accusa: «la nostra azienda BTS Srl non ci paga gli stipendi, dal marzo non vediamo più un euro, dopo che abbiamo firmato un accordo con il segretario UIL Marco Barletta che ci ha presentato la ditta in dicembre, oltre a diminuire lo stipendio non viene pagato». E poi ancora: «la ditta ci dice che ha pagato, per avere questo accordo, 800 euro più 50 per persona sotto mano al sindacalista Uil».
Detto che Marco Barletta, dipendente in forza ad Aim Mobilità , è della Uil Trasporti, ma non ne è segretario anche se ha firmato l'accordo, come ci ha confermato telefonicamente ma respingendo ogni accusa di aver «firmato ma in buona fede avendone avuto incarico da Mirko Maule», il segretario della Uil Trasporti di Vicenza che ora «è stato «commissariato dagli organi regionali per aver incamerato cifre ... illecitamente percepite», abbiamo ovviamente ascoltato, raggiungendolo pochi minuti fa, anche Mirko Maule che, tra l'altro, aveva "preannunciato" giorni fa l'arrivo della protesta e che ribatte alle accuse di Barletta: «risponderà nelle sedi competenti per le sue false accuse, io di certo non ho percepito nulla né, tantomeno, gli ho dato delega a firmare visto che Vicenza non ha competenza sulle aziende di Padova. Se Barletta ha avuto una delega non può averla avuta che dal segretario di Uil Trasporti di Padova, Giorgio Bullo, di cui mi risulta che sia molto amico, o dal segretario generale provinciale sempre di Padova, Aniello Cum, che vi invito a contattare. Poi non sono stato di certo commissariato io personalmente ma è la struttura di Uil Trasporti ad essere stata commissariata per altri motivi ed in seguito alle dimissioni in blocco dei suoi componenti ...». Vista la delicatezza della questione, che va ben al di là del fatto specifico, prima di renderli noti stiamo, ovviamente, valutando e valuteremo altri contenuti specifici della denuncia e alcuni riscontri che, secondo le accuse, a questo punto di Barletta, vorrebbero vittima anche l'azienda di «un ricatto» («se non paghi andiamo all'ispettorato del lavoro!» avrebbe detto Mirko Maule al rappresentante della Bts srl) a seguito del quale il socio unico avrebbe versato i denari, non certo ai lavoratori, ma al Barletta secondo la loro mail, a Maule secondo la replica di Barletta. Abbiamo cercato di parlare oggi con Grazia Chisin, segretaria generale provinciale della Uil di Vicenza, ma, per «motivi personali», non ci ha potuto incontrare per darci informazioni sulla posizione ufficiale della sua organizzazione sindacale sulla questione e anche sui due suoi esponenti (Mirko Maule e Marco Barletta) che sembrerebbero anche protagonisti di una faida interna. Tra l'altro per Barletta «Maule sta infangando tutta la struttura della Uil con le sue accuse fatte per nascondere interessi illeciti suoi e di suoi collaboratori» mentre per Maule «Barletta accusa me per coprire il suo comportamento che è stato denunciato dai lavoratori». Prima ancora di noi a fare domande alla Uil sono stati i lavoratori, questa è l'ulteriore accusa dei quattro autisti di camion: «Abbiamo scritto a tanti della Uil ma non abbiamo ricevuto risposta e diamo disdetta alla Uil, faremo causa e informiamo i giornali». Ma oltre che la risposta del sindacato, sperando che domani non ci siano altri impedimenti ad averla, ci piacerebbe conoscere anche la posizione dell'azienda, che avrebbe avuto la possibilità di firmare un accordo per sé vantaggioso, salvo poi doversi "tangentare".
Una sola risposta, inoppugnabilmente documentata, ci piacerebbe ricevere da sindacato e azienda: «E' tutto falso e i quattro lavoratori hanno capito male. Magari per questioni di lingua o per lo stress per le difficoltà economiche conseguenti alla riduzione dei loro salari». Noi desideriamo quella risposta perché, altrimenti, i lavoratori non dovrebbero più solo guardarsi dai padroni "insaziabili" e dalla Fornero "taglia articolo 18" perché sarebbero costretti anche a ricordare un proverbio: «dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio».
Altre risposte il sindacato in questione dovrà darle anche a se stesso («perché c'è questa faida? Nasconde altro? Ci sono altre situazioni analoghe?») e poi dovrà , subito, decidere cosa fare. I lavoratori devono saperlo.
Un'ultima domanda la facciamo, infine, a Mirko Maule e Marco Barletta che abbiamo conosciuto, e supportato, ai tempi della lotta per tutelare i sette lavoratori licenziati dal lavaggio di Aim Mobilità (il collage è di foto relative a quel periodo con Maule a sinistra di chi guarda, ndr) e poi assunti dalla Helyos spa di Barbarano: «Avevamo ammirato la vostra lotta congiunta per quei lavoratori e le frasi piene di reciproci complimenti che vi rivolgevate l'un l'altro. Cosa è successo per farvi arrivare pochi mesi dopo a questo scambio di accuse a dir poco tremende?».
Qualunque sia la risposta, c'è in questo evento un segnale di abbrutimento sociale.
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