La voce, su borgo Berga Zanetti chiede una relazione
Mercoledi 17 Luglio 2013 alle 09:10 | 0 commenti
La voce a palazzo Trissino, pur non confermata, da ieri sta circolando insistentemente. Sembra che il montare della protesta per i caso del nuovo Tribunale e della lottizzazione attigua abbia preoccupato l'assessore all'edilizia privata Filippo Zanetti (lista civica Variati sindaco) che sempre ieri avrebbe chiesto agli uffici tecnici un approfondimento da tradurre in una relazione scritta.
Sul tappeto la domanda, tra le tante, è sempre la stessa: il nuovo tribunale eretto a Borgo Berga vìola o meno il testo unico sulla disciplina delle acque ovvero il regio decreto 523 del 1904? E che cosa si può dire in tal senso degli edifici realizzati nell'ambito del piano propugnato dalla società Sviluppo Cotorossi che poi è il completamento privato del progetto complessivo in costruzione all'inizio della Riviera Berica?
Zanetti avrebbe deciso di vederci più chiaro dopo che la questione oltre al clamore suscitato sulle cronache locali è salita di intensità e di livello dopo una dettagliata interrogazione del consigliere regionale della Fds Pietrangelo Pettenò poiché sarebbe stato addirittura il Genio Civile, ovvero l'emanazione tecnica della regione in materia di acque a porre dubbi seri sulla intera partita. In questi giorni tra l'altro si sono viste all'opera le maestranze del gruppo lottizzante, la Sviluppo Cotorossi, alle prese con lavori sugli argini. Proprio in riferimento al dettato del regio decreto la Cassazione Penale (Terza Sezione 3 novembre 2006, udienza del 21 settembre 2006, per la sentenza numero 36502) sottolinea che «ha natura di reato di pericolo, il reato di cui all'articolo 96 lettera "f" del regio decreto 25 luglio 1904» che statuisce alcune prescrizioni specifiche. La sentenza, citando testualmente richiama appunto i divieti per le «le piantagioni di alberi e siepi, le fabbriche (nel senso di costruzioni, ndr), gli scavi e lo smovimento del terreno a distanza dal piede degli argini e loro accessori minore di quella stabilita dalle discipline vigenti nelle diverse località , ed in mancanza di tali discipline, a distanza minore di metri quattro per le piantagioni e smovimento del terreno e di metri dieci per le fabbriche e per gli scavi». Si tratta di una fattispecie riferibile anche a quanto sta accadendo a Vicenza? È infatti questo uno dei quesiti che a piazza Biade, sede degli uffici tecnici del comune, starebbero per prendere in considerazione.
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