La via siciliana alla spanding review o spending extension
Mercoledi 15 Agosto 2012 alle 14:05 | 0 commenti
Di Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord
Duecentomila euro in meno rispetto allo scorso anno, ma pur sempre la Giunta regionale siciliana, dimissionaria, trova 349 mila Euro per finanziare il "Programma assistenziale in favore del personale dell'amministrazione regionale ", con una sequenza straordinaria di contributi garantiti ai dipendenti regionali, ai quali vanno 150 euro per ogni neonato, 300 euro per l'iscrizione del marmocchio alle colonie estive e via di questo passo, con elargizioni per chi frequenta scuole e università .
Da sottolineare la previsione di 200 mila euro destinate a coprire i contributi in caso di lutti, cioè spese per i funerali appunto del personale regionale con finanziamento di mille €. Mentre il resto dell'Italia tira la cinghia e si trova a fare i conti con la vera spending review, che determinerà un incredibile abbattimento nella qualità delle vita dei cittadini, la Sicilia, della quale si paventava il rischio fallimento e che era giunta a non avere più cassa per pagare fornitori e persino stipendi costringendo il governo Monti a correre in soccorso con 400 milioni di Euro cash, pur con una Giunta dimissionaria vara la spanding review o, se preferite, la spending extension. Siamo a due mesi dalle elezioni e il sospetto che questo provvedimento di welfare alla sicula per i dipendenti regionali, una sorta di captatio benevolentiae da parte della Giunta uscente non è infondato. Non dimentichiamo che il gioco di bonus e benefit riguarda un esercito di 21.005 unità , cui occorre però aggiungere 16.098 pensionati oltre ai precari che, stando ad uno studio Formez rappresentavano il 51.2% di tutto il personale precario pubblico italiano: la stessa stampa siciliana parla di circa 150 mila persone che fanno capo alla Regione. Un pacchetto di voti clamoroso. A metà luglio, l'assessore regionale siciliano, Andrea Vecchio in una intervista andata in onda su Radio 24 aveva dichiarato che "ogni cosa in questa regione si muove in funzione del clientelismo e del voto di scambio" spiegando che il rischio default fosse concreto.
Il fallimento fu evitato per l'intervento di Monti al quale era stato promesso che in breve la Sicialia avrebbe avviato al sua revisione di spesa con forti tagli, economie e risparmi. I tagli non ci sono stati, le economie nemmeno, figuriamoci i risparmi, anzi, è arrivato il welfare per i dipendenti regionali: doppia beffa. Non dimentichiamo che in Veneto il costo, procapite, dei dipendenti regionali è pari a 32 € l'anno; la media italiana è di 113 €, in Sicilia s'arriva a 349 €.
Ora, mentre al Paese si impongono sacrifici durissimi, tagli nei servizi erogati da Comuni e Regioni, ridimensionamento della spesa sanitaria, aumento delle tasse universitarie, incremento delle accise e delle addizionali Irpef e permettere le iniziative di una Giunta dimissionaria che amplia una spesa già censurata pesantemente dalla Corte dei Conti è un insulto, uno scandalo: davanti a queste strategie siciliane è impossibile dare torto a frau Angela Merkel, che la sa lunga, e ai suoi dubbi sui paesi Mediterranei, ma è anche più che legittimo chiedersi perché noi si accetti sia questa situazione sia l'inerzia di un governo il cui silenzio su questo caso trasforma Monti e la sua banda se non in complici di certo in fiancheggiatori.
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