Strana fidejussione Bramasole per Ipab S. Camillo: ex commissario Zantedeschi l'accetta, presidente Turra ce la spiega: le anticipazioni
Mercoledi 13 Gennaio 2016 alle 22:30 | 0 commenti
«Come è stato possibile, se non imposto dalla legge, richiedere e ottenere dall'assegnatario dell'appalto (per i servizi all'Ipab S. Camillo, ndr) una fidejussione (dell'assegnataria, la cooperativa Bramasole, poi "revocata", ndr) che sembrerebbe non vincolante visto che richiede l'autorizzazione (con tempi immaginabilmente lunghi) di un giudice per essere escussa (incassata, ndr) e non una "fidejussione a prima richiesta", quella incassabile subito da chi ha concesso l'appalto (l'Ipab) e lo ritiene non rispettato correttamente prima che il fidejussore (Bramasole) faccia valere eventuali suoi diritti?».
Questa è la domanda che ieri abbiamo rivolto al precedente commissario Francesco Zantedeschi, che ha "costruito" e assegnato l'appalto accettandola, e all'attuale presidente del Cda, Lucio Turra, che sta gestendo quell'appalto, la sua pessima fine e quella "strana" fidejussione. "Non pervenuto" Zantedeschi (lo cercheremo), ci ha subito contattato il presidente, che, però, abbiamo potuto incontrare solo sul tardi e che ci ha chiarito tutto.
Abbiamo approfittato della sua disponibilità per parlare anche e a lungo, a fine intervista e fuori onda, della sua visione dei problemi che oggi colpiscono il sistema bancario, da Banca Etruria, mediaticamente famosa per la ministra Boschi e relativo papà , ma che lui conosce bene avendoci lavorato per quasi un decennio, alla mancata (per fortuna?) sua acquirente Banca Popoalre di Vicenza, che Turra conosce da piccolo azionsita, anche lui "buggerato" dall'ultimo aumento di capitale a 62,50 euro per azione, e da consulente finanziario di lungo corso.
Ma prima di "coltivare" le mie curiosità finanziarie, Lucio Turra ci ha fatto una documentata ricostruzione dei fatti e del blocco attuale dell'esclussione (incasso) della fidejussione.
Il sunto del colloqio lo anticipiamo doverosamente subito qui, ma domani torneremo sugli importanti dettagli: «la fidejussione richiesta ed ottenuta da chi ha assegnato l'appalto non è quella più difficile da ottenere per le garanzie richieste, quella bancaria cioè, ma quella più agevole assicurativa, anche se di una compagnia, la Liguria Assicurazioni del gruppo Unipol Sai, autorizzata dall'Isvap ad emetterla. La fidejussione, poi, è, come doveva essere, "a prima richiesta", cioè incassabile a semplice nostra richiesta ed entro 15 giorni da quando, subito, l'abbiamo fatta. Ma il giudice di Vicenza, a cui Bramasole si è rivolta, chiedendo una decisione d'urgenza ex articolo 700, per tutelare la continuità aziendale della cooperativa ricorrente ha bloccato l'escussione l'8 gennaio scorso e, dopo le reciproche memorie presentate in udienza, dilatoria quella del presidente Lando di Bramasole, corposa e articolata quella nostra, solo il 26 prossimo si pronuncerà definitivamente dopo ulteriori memorie chieste alle parti ma con tempistiche certe...».
Un bel groviglio, nei cui dettagli scenderemo domani mentre le 64 lavoratrice ex Bramasole assegnate all'Ipab S. Camillo provano ancora a far valere i loro diritti sui tre stipendi non pagati grazie ai decreti ingiuntivi chiesti e ottenuti a Padova, sede legale della cooperativa, ma "rivolti" non solo all'ex datore di lavoro ma anche all'Ipab stessa per quel groviglio di competenze e responsabilità a cui accennavamo ma che loro, le lavoratrici, stanno pagando subito, mentre Ipab lamenta i danni subiti, di fatto e di immagine, e Bramasole rischia chiaramente di "saltare" con, a catena, tutti gli appalti a lei assegnati e gli altri lavoratori coinvolti.
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