La situazione dei lavoratori della De Boni è sempre più precaria
Mercoledi 9 Maggio 2012 alle 09:43 | 0 commenti
Giorgio Langella, segretario provinciale PdCI FdS Vicenza - La situazione dei lavoratori della De Boni è sempre più precaria. Fino a ieri sera non è arrivata nessuna assicurazione concreta su quanto chiedono. E quanto chiedono è qualcosa di normale: vogliono solo essere pagati per il lavoro che hanno svolto. Parlando con questi lavoratori emergono tutte le difficoltà di una situazione che ha impoverito le loro famiglie portandole alla miseria.
Come si può pensare di essere una società civile se c'è chi può decidere di non pagare gli stipendi ai lavoratori e iniziare una trattativa lunga ed estenuante che penalizza solamente chi è dalla parte della ragione?
L'esasperazione dei lavoratori sta crescendo e non basta la solidarietà di qualche forza politica e l'azione dei sindacati a controllarla. C'è la necessità di atti concreti da parte delle istituzioni. In definitiva si tratta solo di fare giustizia e dare ai lavoratori quanto hanno diritto. Non un euro di più, non un euro di meno. E' anche una questione morale.
In questa vicenda amara è da notare l'assenza delle organizzazioni imprenditoriali che nulla dicono e nulla fanno. Perché non prendono almeno posizione? Perché tacciono?
Non importa se i lavoratori che continuano il presidio in viale S. Lazzaro sono pochi. Il problema esiste ed è molto diffuso. Questi lavoratori, con la loro determinazione, ci hanno fatto vedere la punta dell'iceberg di prassi che sono ormai "normali" e che non sono altro che lo sfruttamento di chi lavora da parte di chi fa profitto. A questi lavoratori le istituzioni in primo luogo devono dare risposte concrete, devono dare garanzie, devono trovare soluzioni che permettano a loro e a tutti i cittadini di sentirsi protetti nei loro sacrosanti diritti. Solo così potrà rinascere quella fiducia che si è molto affievolita minata da soprusi e corruzione diffusa.
I lavoratori della De Boni Trasporti vanno avanti nella lotta. Ma quanto potranno ancora aspettare? Dobbiamo aiutarli perché la loro lotta è la lotta di tutti. Non lasciamoli soli.
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