Stefania, la fortuna (e la sfortuna) di chiamarsi Stefani se di mezzo ci sono Meridio e Filippi
Venerdi 6 Maggio 2011 alle 17:32 | 0 commenti
"L'assoluzione stavolta è definitiva. Gerardo Meridio si comportò correttamente quando, da presidente dell'Ipab, assunse Stefania, la figlia del deputato leghista Stefano Stefani.", così riferisce oggi il Giornale di Vicenza. Anche se la decisione di ieri della Corte d'Appello di Venezia è stata più che altro una "non decisione", visto che ha semplicemente rigettato i ricorsi contro la sentenza di primo grado presentati dal procuratore vicentino, oggi in pensione, Ivano Nelson Salvarani e quello del procuratore generale.Â
Il primo dichiarato inammissibile perché arrivato un giorno dopo il termine ultimo, il secondo, per il quale bisognerà però attendere le motivazioni, presumibilmente perché si trattava, come ha sostenuto la difesa di Meridio, di un pedissequo "copia e incolla" di quello del Pm Nelson ...
Detto della stranezza di un arrivo in ritardo di un ricorso e della presunta copia dell'altro (in Germania un ministro si è dimesso per aver scopiazzato parti della sua tesi) è giusto riportare la lagnanza dell'ex presidente dell'Ipab per la campagna all'epoca (era in 2004) scatenata contro di lui ma sopita ora grazie alla apprezzata "autonomia dei giudici che si sono occupati di questa vicenda" (o non occupati, almeno quelli d'Appello, visto che i ricorsi sono risultati, questa sì è la decisione presa, di fatto virtuali).
Ma chi è palesemente sfortunata è proprio Stefania, la giovane e bella figlia di Stefani. Assunta da laureata in Lettere per una posizione per la quale, sosteneva l'accusa (oltre al "popolo" invidioso del posto e, magari, dei vantaggi del cognome), non aveva i requisiti richiesti, la Stefani, successivamente, dall'ente presieduto da un uomo Pdl, alleato della Lega Nord del papà , è passata a lavorare per l'ufficio acquisti dell'Unichimica di Arzignano dell'onorevole e ora senatore Alberto Filippi, non solo dello steso partito ma delfino designato del vecchio senatore.
Solo che, sarà un caso, Stefania Stefani ha lasciato l'Unichimica da marzo 2011 (lo abbiamo saputo cercandola al telefono per avere la sua opnione sull'assoluzione, n.d.r.), proprio in coincidenza con l'acuirsi della crisi dei rapporti tra Filippi e Stefani, che sono entrati in rotta di collisione per le diverse scelte politiche locali e per le note vicende legali di Filippi, che hanno portato il "boss" leghista locale Stefani, sia pure anche lui non immune in passato da scivolate legali, a sostenere la sospensione (vera o virtuale anche questa come i ricorsi di Salvarani & c.?) dell'ex giovane rampollo dal partito. Dr.ssa Stefania, forse tutte queste sono malignità di popolo e di chi ne raccoglie gli umori. Ma perché non prova, se da aprile non l'ha già fatto, a trovarsi un lavoro in cui il suo cognome non possa essere maliziosamente associato agli amici di papà ? Oppure, meglio, se il cognome mai va rinnegato, anzi!, perché non lavora nella sua azienda, visto che ha anhe studiato gemmologia negli Usa, così magari una signorina Bedin qualunque, e magari più bisognosa di lavoro, possa prima trovare, per le sue esclusive competenze professionali, una giusta sistemazione in un'Ipab (magari) non lottizzata e, poi, in un'azienda di un imprenditore che si limiti a fare il suo mestiere?
Gli avvocati di Meridio, Zarantonello e Ambrosetti, hanno ribadito, d'altronde, ci racconta sempre Il Giornale di Vicenza, che se l'assunta non fosse stata figlia di un senatore forse il processo non sarebbe iniziato.
Ma allora Stefania Stefani eviti che qualcuno si ponga la domanda inversa: "Se non fosse stata figlia di un senatore, e che senatore!, sarebbe stata assunta, prima in Ipab, poi in Unichimica?".
Noi, per esempio, cerchiamo collaboratori che sappiano "cavare" e scrivere notizie, magari scomode, anche per suo papà . E, se sa farlo, che lei si chiami Stefani o Bedin, ci creda, per noi non fa nessuna differenza.
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