La seconda vita di Gas è in India: da Chiuppano a Mumbay
Sabato 27 Dicembre 2014 alle 17:59 | 0 commenti
Un occhio in prototipia, dove già si pensa a come interpretare il proprio lifestyle nel 2016, e una puntata al marketing, alle prese con Pitti Uomo, che incombe il 13 gennaio. Il ritmo rallenta, ma solo di poco, nei giorni di Natale, al quartier generale di Gas, a Chiuppano, nel Vicentino, subito fuori dall'ultimo casello della Valdastico. Per la casa veneta d'abbigliamento, tra gli interpreti di punta della jeans valley veneta, con collezioni costruite intorno alla propria declinazione del denim, ci sono i conti da chiudere e soprattutto una prospettiva di crescita da consolidare.
Quasi una seconda vita, per l'azienda fondata giusto trent'anni fa da Claudio Grotto, partendo negli anni Settanta dalla merceria di famiglia a Dueville e dai primi jeans venduti in Germania, portati a Colonia ogni fine settimana a bordo di una Simca. Una ripartenza, dopo il momento terribile della crisi, tra il 2007 e il 2008, esplosa come una bomba sugli ambiziosi piani di sviluppo di allora, con 40 nuovi negozi da aprire in giro per il mondo e ricavi da far salire a 250 milioni di euro, partendo dai 160 del 2006.
«Un vero tsunami - racconta Grotto -. Avevamo investito molto sulle aperture dei nostri flagship store. Li ricordo quei momenti, il nostro negozio di Hong Kong, senza gente per la crisi. Li ho dovuti chiudere in buona parte io, quei negozi». L'azienda deve frenare bruscamente. Mettere a punto un piano di ristrutturazione, in accordo con le banche, ricorrere alla cassa integrazione e a un contratto di solidarietà per i 140 addetti del quartier generale. Gas imposta una ripartenza fatta di mosse caute, di navigazione a vista, lontana dalla crescita impetuosa degli anni precedenti. Eppure quella marcia passo dopo passo, misurando le risorse a disposizione, con un occhio sempre sui parametri di risultato concordati con le banche, sta dando i suo frutti.
«Siamo un'azienda cauta», sorride Barbara Grotto, figlia del patròn, che guida il marketing. «Chiuderemo il 2014 con vendite nette in rialzo, vicine ai cento milioni di euro, probabilmente a 98, e confermando i 10 di margine operativo lordo a cambi costanti del 2013 - tira la somme l'amministratore delegato, Franco Marianelli, 51 anni, il manager già in Guess, arrivato a Chiuppano tre anni fa -. Perdiamo qualcosa sui margini, ma la pressione quest'anno è stata enorme, tra un'estate mancata, l'effetto cambi negativo sullo yen e i contraccolpi in Russia, dove stavamo crescendo del 40%. L'anno prossimo ci vediamo ancora in crescita di almeno il 3%».
Altra annata positiva, il 2014, dopo il +7% di fatturato registrato nel 2013, quando l'effetto era stato particolarmente visibile per Grotto spa, il cuore del gruppo, con ricavi in crescita del 10%, a 83 milioni, e un risultato prima delle imposte a 4,5. Numeri migliori di quelli impostati dal piano industriale. Risultati raggiunti innanzitutto sviluppando i mercati esteri forti.
«In Europa stiamo crescendo in Belgio e particolarmente bene in Polonia - racconta il patròn -. L'Ungheria è il nostro terzo mercato estero, abbiamo 20 negozi, è la notorietà del marchio è maggiore che in Italia. In Spagna, stiamo crescendo ancora un po', abbiamo aperto tre negozi anche quest'anno, affiancandoli alla nostra presenza nei grandi magazzini di El Corte Inglés».
E poi c'è il Giappone, tradizionale secondo mercato per Gas, con 10 milioni di ricavi. Grazie al rapporto storico con Honda, a cui Gas da 18 anni disegna le divise e cura il merchandising del team di Moto Gp. «Gente di parola. E quando per noi sono arrivati i momenti difficili hanno capito - dice Grotto -. In Giappone credo ci sia ancora spazio: il prodotto italiano piace molto».
E perfino in Italia, il mercato epicentro della crisi dei consumi, che vive un radicale cambiamento della rete distributiva, Gas, con i suoi 47 monomarca e i corner di vendita in Coin e Rinascente, è riuscita ad aumentare le vendite del 10%, tra 2012 e 2013: da 47 a 51,7 milioni di euro. Il punto vero d'attenzione, in questo momento a Chiuppano, è però sull'India. «Per me è il mercato numero uno - s'infiamma Grotto -. Siamo lì da 12 anni, ci siamo separati nella crisi dal nostro partner storico, abbiamo gestito direttamente per un po' e trovato infine, in Reliance Brands, il partner giusto. Avevamo bisogno di un alleato forte, capace di trovare location importanti nelle città , con cui sviluppare il nostro lifestyle. Dal nostro partner in India abbiamo imparato molto, ad esempio sulla strategia di espansione nelle città ».
L'accordo ha portato all'apertura di 13 negozi monomarca, che si affiancano a 35 tra shop-in-shop e corner nei grandi magazzini. L'ultimo è il flagship store aperto il 20 novembre a Mumbai (nella foto). I piani di sviluppo sono ambiziosi: «Entro giugno 2015 i monomarca saliranno a 26 - racconta il presidente -. L'India vale oggi 5 milioni di euro di ricavi; ad esser prudenti in cinque anni possono diventare 25». L'attenzione sull'India rimbalza fatalmente sull'altro grande polo orientale. Della Cina in Gas parlano con cautela: «Anche lì stiamo cercando il partner giusto. Quando chiuderemo l'accordo? Il prima possibile», sostiene Grotto. La strada per ridare smalto al denim in stile veneto è impostata. Gas è già un esempio positivo di rilancio: «Sì lo siamo - conclude Grotto -. Il momento è ancora delicato, ma abbiamo ripreso a crescere. La crisi ha imposto anni difficili, ma ha costretto anche a far pulizia. E ha aperto tante opportunità . All'estero c'è tanta richiesta per i prodotti italiani».
Da Il Corriere del Veneto
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