La rivoluzione dei cicli: il Governo Tecnico accantona l'idea di tagliare un anno di scuola
Giovedi 19 Gennaio 2012 alle 10:05 | 0 commenti
 
				
		Riceviamo da Anna Maria Bellesia, insegnante e giornalista, un intervento per aggiornare quello già pubblicato.
Stando alle ultime notizie, il Governo Tecnico "salva Italia" sembra aver accantonato l'idea di accorciare di un anno il percorso scolastico degli studenti, riducendo a quattro anni la scuola secondaria superiore. Le indiscrezioni uscite da Palazzo nei giorni scorsi hanno provocato in breve un putiferio a livello mediatico, che rischiava di travolgere l'immagine del ministro Profumo.
"La scuola ha bisogno di stabilità", aveva continuato a ripetere in  questi due mesi, "non è necessario pensare a nuove riforme", bisogna  "oliare e semplificare", far funzionare meglio quello che c'è.
Contrari  si erano detti i sindacati per gli effetti destabilizzanti sul mondo  della scuola appena uscito falcidiato dall'era Gelmini ( -87mila  docenti, -40mila unità di personale ATA, -10mila classi nei 3 anni  2009-11). Tagliare un anno di scuola avrebbe provocato un esubero di  altre 40-60mila unità di personale di ruolo, quando in lista d'attesa ci  sono ancora 200mila precari.
Molte le divisioni anche all'interno  delle forze politiche eterogenee che sostengono il Governo. L'ex vice  ministro all'Istruzione Mariangela Bastico (PD) aveva dichiarato che  ridurre di un anno il percorso di studi non è oggi la  priorità  per una  scuola pubblica "stremata da anni di incertezze, svilita e impoverita".
Il  ministro Profumo forse non si aspettava che la proposta potesse  suscitare un pericoloso ciclone, e pare intenzionato a lasciar perdere  una questione così spinosa (che per gli stessi motivi era stata  accantonata dai precedenti ministri Berlinguer e Moratti).
Da fare  comunque il ministro ne ha, scansando prudentemente le riforme  azzardate. Come annunciato il 10-1-2012 alla VII Commissione della  Camera, la sua agenda di governo prevede di portare avanti le seguenti  priorità: lo sviluppo dell'autonomia nelle scuole con un organico  funzionale e un nuovo modello di governance, lo sviluppo del sistema  nazionale di valutazione, la carriera dei docenti, la messa in sicurezza  degli edifici scolastici, il recupero delle aree scolastiche più  compromesse, l'integrazione tra i sistemi di istruzione ed altro ancora.   Praticamente un programma da inizio legislatura. Come se non bastasse,  è stato più volte annunciato un concorso per 20mila nuovi docenti, al  quale concorreranno in centinaia di migliaia visto che l'ultimo si è  fatto nel 1999.
Bisogna stare attenti però, perché il decreto sulle  liberalizzazioni, previsto a fine mese, potrebbe contenere delle novità  anche per la scuola. Come reperire infatti le risorse per l'organico  funzionale e per l'edilizia scolastica? Su quest'ultimo punto pare ci  sia l'idea di utilizzare una parte del patrimonio immobiliare dello  stato oggi dismesso e di aprire ai privati per opere in "project  financing".
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