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Germano Raniero, USB - La stragrande maggioranza delle lavoratrici ha partecipato alla manifestazione che è partita dalla residenza San Camillo fino a contrà San Pietro sede dell’Ipab. Sede trovata chiusa nonostante la richiesta di incontro. Le lavoratrici rifiutano un accordo di assunzione capestro dovuto al rinnovo dell’appalto al massimo ribasso.

Entro domani dovranno decidere se firmare un accordo che porta il loro orario da 38 a 25 ore settimanali inoltre.

Quanto agli articoli contrattuali, art  26. su flessibilità di orario e lavoro supplementare  si ritiene che una proposta  che coinvolga tutto il personale al momento della assunzione non sia compatibile con lo spirito dell’art. 26 e che una simile assunzione contrasti con lo stesso dove si parla di necessità organizzative e nel rispetto della volontà di entrambi le parti.

E’ a tutte le parti noto che le oo.ss hanno rappresentato  la volontà dei lavoratori impiegati attualmente al San Camillo a  essere riassunti con l’attuale tipologia orario e cioè a tempo pieno salvo le persone che già godono di assunzione a tempo parziale.

Pertanto una firma di un contratto proposto unilateralmente e in contrasto insanabile con quanto richiesto dai lavoratori  di fatto per i lavoratori è una accettazione-costrizione e non una libera scelta, dunque un atto vessatorio.

Infatti un rifiuto alla accettazione  della proposta contrattuale  troverebbe il lavoratore nella condizione di  “non assunto” con relativa perdita di lavoro.

Pertanto alla luce delle proposte organizzative presentate nei tavoli preposti, tenuto  conto delle controproposte sindacali, tenuto conto che la presente ha in atto uno stato di agitazione sindacale la scrivente valuterà le iniziative opportune oltre a quelle già in essere per far si che ci sia un reale incontro delle volontà delle parti.