Iorio collabora con le Procure: la nuova rotta della BPVi e i soci impongono una giustizia rapida sulla "struttura deviata" di Zonin & c.
Sabato 5 Marzo 2016 alle 23:21 | 0 commenti
Se all'assemblea odierna della Popolare di Vicenza si poteva prevedere un clima caldo, scriveva oggi, 5 marzo, Sandro Mangiaterra su Il Corriere del Veneto, dopo la «bomba» arrivata dalla Procura di indagini allargate al reato di «Associazione per delinquere», il rischio era che diventasse incandescente. "Perché - continuava Mangiaterra - un conto è parlare di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, un altro di falso in bilancio e, appunto, di associazione per delinquere". «Una struttura deviata interna all'istituto, gerarchica e ben organizzata» è, infatti, quella che ipotizza il procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri, a cui andrebbe riferito «un numero indefinito di reati» a partire dalle truffe ai danni dei clienti.
Le accuse gravissime, e ovviamente da dimostrare, di associazione per delinquere che avrebbe generato la "disperazione di chi ha perso quasi tutto" riguardano gli accusati, in testa l'ex presidente Gianni Zonin e l'ex amministratore delegato e direttore generale Samuele Sorato e - prosegue Sandro Mangiaterra - "appare umiliante per il Nordest, una volta fiero delle sue banche del territorio. Per questo è necessario che l'indagine porti all'accertamento dei fatti in tempi rapidissimi. Cappelleri chiede un magistrato di rinforzo? Gliene vengano assegnati due o tre. Si crei una task force dedicata al caso Bpvi. Ma altro che un anno per analizzare a uno a uno i 500 esposti: la portata dell'indagine, anche alla luce dell'ultima ipotesi criminosa, impone che la verità venga a galla nel giro di pochissimi mesi".
E per questo obiettivo sacrosanto, anche se non restituirà ai soci il maltolto ma che potrebbe contribuire sul piano civile ad azioni di rivalsa, oggi si è impegnato pubblicamente l'Ad Francesco Iorio quando ha detto che "quanto rivelato dalla fuga di notizia delle 9 pagine del suo esposto è solo una minima parte della sua attività di collaborazione" non solo con la Procura di Vicenza ma con tutte le procure d'Italia interessate al flop delle azioni di 118.000 azionisti, che oggi hanno dovuto ingoiare il rospo e votare per il percorso lacrime e sangue proposto proprio da Iorio e Dolcetta.
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