La narrazione di Nichi Vendola a Vicenza, uno. Sensazione di piena e appagante condivisione
Sabato 18 Dicembre 2010 alle 08:14 | 0 commenti
Una cosa è certa, Niki Vendola ha ben chiara la situazione di partenza, lo stato dell'arte della nostra società .
Sembra saper bene cosa non funziona in Italia, nella nostra società , ma anche oltre, nel mondo, in una visione ecumenica che si esprime in una retorica accattivante e che spesso accarezza, "ecumenicamente" solletica le simpatie dei cattolici.
Oggi dei cattolici vicentini.
Dopo le parole di saluto del Sindaco Variati che ha parlato della missione civica ed amministrativa di cui si sente investito, che ha ringraziato i volontari di origine straniera ed italiani che egualmente hanno contribuito a ripulire la città dal fango dell'alluvione e non ha mancato di richiamare il proprio partito, il PD, al rispetto delle primarie come strumento caratterizzante necessario a mantenere la politica del centrosinistra in rapporto con l'elettorato.
Dopo il vibrante, e forse un po' fuori contesto, intervento della Consigliera Bottene che ha bacchettato il Sindaco per l'allargamento a destra di una Giunta che è nata anche grazie ai voti della sua lista ma che ha accolto uno degli uomini che sostenevano chi la base USA ha voluto nell'area del "Dal Molin".
Dopo l'intervento di Albera che ha ricordato l'importanza di quel "Parco della Pace" che deve nascere accanto alla nuova base USA.
Dopo gli interventi dei rappresentanti degli immigrati, dei lavoratori precari e dei sindacalisti della FIOM.
Dopo tutto ciò, stasera a Vicenza, in fiera, è andata in scena la rappresentazione della visione del mondo del leader indiscusso di "Sinistra Ecologia e Libertà ".
Vendola ha narrato di un mondo in cui la nozione di territorio è usata per indebolire il concetto di comunità e che perciò è paradigma di una cultura che la sinistra deve combattere, anche attraverso battaglie, come quella contro la base USA al "dal Molin", in cui il territorio diventa sinonimo di cosmopolitismo. Ha raccontato di come il razzismo sia lo strumento per dividere quella moltitudine di donne e uomini che soffrono, immergendoli in un assurdo, reciproco ma razionalmente provocato, odio non di classe ma nella classe. Vendola ha recitato l'epilogo di un'Europa che si restringe su se stessa invece di allargarsi a quei Paesi, come l'Albania e la Turchia, che potrebbero rappresentare quella carica di vitalità che potrebbe renderla un ponte verso la modernità .
La modernità , anche di questo il leader di SEL ha parlato spiegando che stracciare la Costituzione, magari trasformando lo Statuto dei Lavoratori, che parla di uomini, in Statuto dei lavori, che parla perciò di ciò che le imprese offrono, non sia modernità ma asservimento degli uomini al mercato.
Mercato che detta la linea ad una classe europea decadente, ad una destra decadente e ad una sinistra decadente poiché ha accettato il domino del mercato, della produzione. Una sinsitra europea che ha accettato di usare il termine "rigore" come sinonimo di "massacro sociale". Che ha accettato la distruzione del welfare sociale, che ha consentito che, come negli USA, i veri responsabili della crisi economica venissero aiutati, premiati dagli Stati le cui genti da quei soggetti erano e sono affamati.
La sinistra come immagine riflessa e imperfetta della destra, la sinistra che si fa paladina di una "tolleranza zero" inaccettabile.
La narrazione di Vendola, che è iniziata con l'Italia, con l' Italia si è conclusa. Dopo aver chiesto al pubblico della sua narrazione se la Gelmini che sostiene come i bravi studenti stiano nelle aule invece di andare in piazza a protestare non fosse stata molto tempo in piazza all'epoca dei suoi non brillanti studi, ha parlato del "Terzo Polo" verso cui non ha preconcetti ma a cui la sinistra non può semplicemente consegnarsi "a petto nudo e con le mani alzate".
Vendola ha ribadito l'importanza delle primarie che, dove si sono tenute, hanno portato alla vittoria del centrosinistra.
Alla fine, terminati gli applausi, mentre le luci si spegnavano sul palco, la sensazione era quella di una piena condivisione. Ciò che è stato detto e ciò che si è ascoltato, ad un pubblico di sinistra, socialista, comunista, addirittura di area PD, risuonava come familiare, come piacevole, appagante...forse troppo.
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