La Giornata della Memoria non è una "festa", una vicentina: le mie Giornate della Memoria
Domenica 26 Gennaio 2014 alle 19:01 | 4 commenti
 
				
		
		Riceviamo da Paola Farina, una delle pochissime vicentine di religione ebrea, e volentieri publichiamo la sua testimonianza così come facciamo con tutte le testimonianze. 
Da Israele, un'Amica Deborah Fait scrive «Chi mi legge saprà che, da anni, nell'approssimarsi del 27 gennaio, internazionalmente dichiarato Giorno della Memoria, scrivo per protestare contro l'ipocrisia, anch'essa internazionale, che questa Giornata rappresenta per i non ebrei». Mi sento quindi in perfetta sintonia con quanto scritto da Elena Loewenthal nel suo libro "Contro il Giorno della Memoria". Concordo anch'io, un tempo "pioniera" della Giornata della Memoria con Deborah e Elena.
Per anni con discrezione ho girato l'Italia da Nord al Sud e mezzo  mondo per parlare della Memoria, di quella vera, ma negli ultimi anni ho  visto un degenerare dei valori della Memoria, una mercificazione della  stessa.
Qualche giorno fa una conoscente mi ha posto in mano un  biglietto, patrocinato dal Comune di Vicenza, con una serie di sponsor e  mi ha detto «guarda cosa abbiamo organizzato per la festa della  Memoria»... ma che festa... dove è la festa? È questa leggerezza che mi  fa paura... Non ero sola, ma con un saggio della Mishnah e del Talmud,  assieme abbiamo guardato il cartoncino d'invito, inaugurazione fissata  per le ore 19 del 24 gennaio, in pieno Shabbat, con tanto di Patrocinio   del Comune di Vicenza ... ci siamo guardati ed abbiamo declinato  l'invito ed ho avuto un'ulteriore conferma  che la Giornata della  Memoria non è più anche  Giornata della Memoria per gli Ebrei,  nemmeno  per il Comune di Vicenza, una Municipalità da sempre poco attenta alla  Memoria e che è comunque in buona e nutrita compagnia. 
Ho sempre  lottato per evitare la commercializzazione della Giornata, forse non ho  lottato abbastanza, di certo non ho urlato perché credevo che bastasse  uno sguardo, un  minimo di logica e sensibilità. La Giornata della  Memoria non è una sagra di paese e non  può essere usata in alcun modo  per promuovere se stessi. Se si vuole contribuire in maniera concreta  alla realizzazione della stessa si dà il proprio contributo con  discrezione, ma non si possano usare defunti, martiri e sentimenti  altrui per sponsorizzare se stessi, specialmente se trattasi di  "occasionali della Memoria", cioè quelle persone che si accorgono della  Shoà solo il 27 gennaio.
Da tempo ho smesso di partecipare ad  incontri  con sindaci ed assessori "becchinati" che con gli occhi bassi  proliferano parole di cordoglio, suggerimenti banali e frasi "mai più",   evito professori e studenti sinistri, che ne approfittano per comparare  la Shoà con altri eventi che non hanno alcuna affinità e nemmeno la  stessa atrocità della Shoà... quegli stessi geni "incompresi" che sono  passati silenti davanti a  Darfur, Tunisia, Siria, Egitto... e  continuano a dire «Io ho molti amici ebrei, ma...».  Quali amici e quali  ma, visto che a Vicenza dopo la Seconda Guerra Mondiale la Comunità  Ebraica si è estinta? Ditemi i nomi dei vostri amici che non c'è  comunità ebraica al mondo che mi neghi un'informazione... Quante  menzogne, quanta ipocrisia, quanta ignoranza e saccenza gratuita.
Il  mondo occidentale è ammalato di un antisemitismo revisionato, come si  può pensare che si possa celebrare con pulizia interiore, sensibilità ed  affinità elettive questa dolorosa ricorrenza, ovvero l'assassinio  programmato di più di 6 milioni di Ebrei? C'è ancora gente che pensa che  gli ebrei siano tutti ricchi e che tengano in mano il mondo. Ovvia,   cosa volete che possano fare poco più di 13 milioni di persone contro 7  miliardi di abitanti nel mondo? A che serve la giornata della Memoria se  si autorizzano o si tollerano in questo Giorno,  contromanifestazioni  di estremisti di sinistra, destra e musulmani che sventolano bandiere  palestinesi, progettualità  che nascono da una minuziosa ed attenta  rivolta contro l'esistenza di Israele? A che serve una Giornata così  quando questori e prefetti di mezza Italia hanno paura delle loro azioni  ed elargiscono autorizzazioni senza nemmeno chiedersi «è giusto o  sbagliato?», come se, invece di rappresentare uno Stato, un'Istituzione  rappresentassero un sacco di biglie colorate?
Sono felice di essere  vecchia, perché con gli acciacchi dei  miei sessanta anni mi porto  appresso anche i ricordi di chi il campo di concentramento l'ha vissuto  davvero, mi porto nel cuore le parole dei Sopravvissuti, mi porto dentro  gli occhi lucidi di adolescenti di tempi passati, che volevano solo  sapere e non criticare e che sono scomparsi con il nuovo cambio  generazionale.
Nel  2014 la mia Giornata della Memoria è fatta di una  vera valigia da pilota di pelle usurata, con attaccate tante etichette  di compagnie aeree,  alberghi e viaggi che ho fatto per incontrare i  sopravvissuti, per dare delle risposte ai miei perché. La apro  e  percepisco atmosfere di guerra, vedo scenografie che mi fanno vivere  grandi emozioni e sentimenti profondi. Ritrovo storie passate, mescolo  emozioni, mi commuovo nella più assoluta liberta da stereotipi e da  condizionamenti. I ricordi assumono delle forme... mi sembra di vedere  in lontananza i volti di Gluck, Simon, Ariel, Bianca, Sarah e tanti  altri... mi sorridono, perché mi hanno conosciuta, ci siamo confrontati,  ci siamo scambiati emozioni e dolori e sanno che io non chiuderò la  valigia dopo il 27 gennaio, per riaprirla l'anno successivo, perché il  ricordo che mi ha accompagnato e mi accompagna nella vita testimonia  appieno le loro storie tormentate, qui ed ora, là e domani, in altri  luoghi, in altri spazi, con le stesse emozioni ed i stessi dolori... per  ricordare, per non dimenticare, per essere.
Le mie Giornate della  Memoria avranno sempre l'imprinting della purezza, della lealtà, la  forza dell'assenza di elementi commerciali. Saranno sempre assoggettate a  un equilibrio che ha regole interiori ed esteriori ben precise e che  rifiuta la vendita di gadget, libri, il furto di tracce editoriali ed  idee e quant'altro. Non abbasserò mai più il capo davanti al finto  buonismo e falso  dolore dei "becchinati",  non faccio politica e non  entro nel business della finta memoria, non ne ho bisogno, perché  valigia aperta o chiusa, solo la demenza senile potrà rubarmi i miei  incontri, il mio vissuto, la mia anima e la mia sensibilità.
Questa giornata serve per ricordare, ma non serve più per ricordare gli Ebrei., che di fatto solo proporzionalmente quelli che hanno pagato di più....gli Ebrei servono solo per generare un business. Sai quante richieste di finanziamento ricevo io per la Giornata della Memoria? Uno schifo...gente di MMMMM che si ricorda degli Ebrei solo nella ricorrenza del 27 gennaio, salvo poi ad accusarli di ogni crimine possibile, il cui unico scopo è mostrare se stessi. Ci sono scuole che pagano oratori pe parlare della giornata e non pagano la mensa a chi ne ha bisogno. Ti pare giusto questo? Io posso camminare a testa alta perché se qualcuno mi ha mai pagato per il mio operato si faccia avanti. All'altro commento rispondo dopo
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