La Cassazione conferma i domiciliari per Vincenzo Consoli, dominus di Veneto Banca: Natali diversi per lui e Gianni Zonin, che dice di non essere il domineddio della BPVi
Domenica 18 Dicembre 2016 alle 15:36 | 0 commenti
Il Corriere del Veneto dà notizia della conferma dei domiciliari per Vincenzo Consoli, il dominus di Veneto Banca, che passerà un Natale ben diverso da quello di Gianni Zonin che ha intentato causa, lui, alla Banca Popolare di Vicenza per dimostrare di non esserne stato negli ultimi venti anni il domineddio. A parità di reati ad oggi noti diverse situazioni per i due indao diverse valutazioni delle due Procure in campo, quella di Roma per il "montebellunese" di Matera, Vicenza per il "vicentino" di Gambellara?
Anche la Cassazione nega la libertà a Vincenzo Consoli. Sarà un Natale agli arresti domiciliari per lo storico amministratore delegato di Veneto Banca. I giudici della suprema corte hanno infatti rigettato ieri il ricorso presentato dai difensori Franco Coppi e Alessandro Moscatelli, che chiedevano la libertà per il manager, ai domiciliari a Vicenza dal 2 agosto, dopo l'arresto nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Roma per aggiotaggio ed ostacolo alla vigilanza.
Alla Cassazione i legali si erano rivolti dopo il no deciso a settembre dai giudici del Tribunale del riesame di Roma. Decisione che la Cassazione ha ora confermato, nonostante il parere con cui la Procura generale si era detta favorevole ad accogliere la richiesta. A questo punto il rischio per il manager è di dover attendere il termine del periodo cautelare, previsto a febbraio.
Se le motivazioni della Cassazione non sono ancora note, a settembre il no del Tribunale del riesame aveva sostanzialmente accolto le tesi dei pubblici ministeri Sabina Calabretta e Stefano Pesci, secondo cui l'ex banchiere sarebbe ancora in grado di inquinare le prove e reiterare i reati. Tesi sostenuta con il deposito di nuove intercettazioni che avrebbero mostrato la capacità di Consoli di influire sulla banca e l'interesse intorno alla vendita della filiale albanese. Tesi respinta dai difensori in entrambi i sensi, a cui era seguito poi l'interrogatorio di sette ore con cui Consoli, a fine ottobre, aveva fornito ai magistrati titolari dell'inchiesta ulteriori elementi. Da allora il quadro, stando alle decisioni dei giudici, non appare nella sostanza mutato.
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