San Camillo, passaggio gestione Ipark lascia a casa 40 persone. Raniero (Usb): “Selezione discriminatoria, nessuna operatrice di colore”
Sabato 14 Novembre 2015 alle 10:03 | 1 commenti
L'incontro di ieri in Prefettura tra le lavoratrici della cooperativa Bramasole - il cui contratto è stato revocato per gravi inadempienze nella gestione del San Camillo - le sigle sindacali, il prefetto vicario, il sindaco Variati e i vertici Ipab e Ipark, la controllata che subentrerà alla coop, ha visto fallire qualsiasi trattativa. Delle 64 dipendenti della Bramasole, solo 20 saranno "riassorbite". Tra queste, nessuna di origine africana. Un caso o metodi di selezione sospetti? (foto operatrici al S. Camillo de Il Giornale di Vicenza)
Per Germano Raniero, Usb Vicenza, non ci sono dubbi: "Fin dall'inizio dell'incontro in Prefettura ci è risultato evidente sia la volontà di offendere le lavoratrici sia il fatto della scelta dei metodi di selezione, metodi che oltre a penalizzare i lavoratori, possono avere un solo nome: discriminazione".
Lunedì prossimo ci sarà il passaggio tra la Bramasole, per le note vicende di mala gestione del San Camillo, e Ipark, controllata della stessa Ipab. La proposta delle sigle sindacali - all'interno dell'Ipab la rappresentanza maggiore è USB - riguardava un'assunzione diretta delle lavoratrici all'interno di Ipark. Nell'incontro in Prefettura, che ha visto il sindaco Variati come mediatore, Ipab e Ipark hanno sostenuto di non avere nessun obbligo di assunzione delle dipendenti, mentre i sindacati portavano avanti la tesi che le regole degli appalti (assorbimento delle maestranze in caso di cambio di gestione) erano comunque valide. Tanto più che molte lavoratrici provenivano dalla gestione precedente che gestiva il San Camillo, il gruppo di coop Codess-Promozione Lavoro-Cercate, con esperienze lavorative anche decennali.
"Sul piatto - spiega Raniero - c'era la richiesta di Ipark di andare in deroga nel superare l'8% di cambio personale, per arrivare al 30%". Tutte le sigle non hanno accettato la deroga ma hanno chiesto che tutto il personale fosse riassorbito. "Ipark applica il contratto Uneba che all'articolo 73 prevede che si possa fare questo passaggio in caso di emergenza - continua il sindacalista - ma l'hanno ignorato appellandosi a una "selezione trasparente".
La scelta di Ipark sulla selezione è avvenuta attraverso l'agenzia di somministrazione lavoro "Obbiettivo Lavoro" con dei colloqui ai quali si sono presentate 73 persone, con le caratteristiche richieste: operatori sanitari, ausiliari e infermieri. Di queste, 54 provenivano dalla Bramasole - che al San Camillo impiegava 64 persone - e solo in 23 hanno superato il colloquio. "Con il risultato che a conti fatti 40 lavoratrici rimarranno a casa - chiosa Raniero - ma la cosa più grave sono stati i criteri di selezione, eseguiti da due ex capocantiere del San Camillo, dipendenti della Bramasole e ancora prima della Codess. Guarda caso, nessuna delle 23 scelte è di origine africana, e al San Camillo erano ben in 13. Il nostro sospetto è che ci sia stato del mobbing".
Un sospetto che, secondo il sindacalista, è stato confermato dall'atteggiamento dell'avvocato Gianni Cristofari, componente del CdA Ipab: "Era presente alla riunione il prefettura - racconta il sindacalista - e a un certo punto ha affermato che se la Bramasole non è stata capace di gestire il San Camillo anche le operatrici ci hanno messo del loro. Cristofari ha contestato pure il fatto che non sanno parlare l'italiano oltre a non sapere lavorare". Parole intollerabili, secondo Raniero ("Tutte quelle operatrici - conclude - hanno la cittadinanza italiana e hanno fatto l'esame di italiano per averla. Caso mai una delle selezionatrici potrebbe non conoscere l'italiano essendo portoghese e non avendo dovuto sostenere, da cittadina UE, prove di conoscenza della nostra lingua...") che, attraverso il sindacato USB, ha annunciato delle azioni future con "sorprese" che proverebbero azioni "sospette" sui metodi di selezione.
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