Ipab e non autosufficienza, l'allarme di Cgil, Cisl, Uil: "Regione assente"
Martedi 5 Maggio 2015 alle 21:02 | 0 commenti
Cgil, Cisl, Uil confederazioni e pensionati di Vicenza lanciano un allarme sul tema della non autosufficienza
Recentemente abbiamo incontrato il Commissario Straordinario dell’Ipab Salvi-Trento che ci ha illustrato la situazione economico-patrimoniale dell’Istituto. In sintesi è emersoquanto segue.ü Vi è un disavanzo accumulato di qualche milione di euro;
ü Non esistono ulteriori spazi per ridimensionare la spesa, sia per servizi che di personale, pena lo scadimento del servizio;
ü Non è sostenibile gestire posti letto di ospedale di comunità e/o l’assistenza domiciliare stante la scarsa entità dei trasferimenti regionali e l’uso consolidato del massimo ribasso nelle gare d’appalto;
ü Le Ipab sono destinate ad essere privatizzate, se non interviene una legge di riforma e non si rivede il sistema di finanziamento delle impegnative.
Su tutti questi temi la Regione Veneto e’ assente, sia a Vicenza che in tutto il territorio regionale!
Da anni, infatti, si susseguono provvedimenti tampone, senza alcuna programmazione, con la conseguenza che si scarica sempre più sulle famiglie i costi dell’assistenza sanitaria e sociale dei propri cari.
Noi siamo convinti che bisogna intervenire urgentemente per:
Ø Una estesa assistenza domiciliare;
Ø Un finanziamento congruo del fondo per la non autosufficienza;
Ø Un processo di aggregazione/fusione delle strutture residenziali atto a diminuirne il numero;
Ø Una delega ampia alle Case di Riposo per la gestione di tutti i servizi rivolti agli anziani;
Ø La valorizzazione delle professionalità impegnate nel sistema dei servizi; investimenti per superare le carenze organizzative e funzionali correlate ad organici e professionalità .
Ø La valorizzazione del lavoro di cura garantito dai familiari.
Ma perché la Regione Veneto non ha rivisto, in aumento, sia il numero che l’entità economica delle impegnative di cura, attualmente ferme al 2010?
Le impegnative (circa 27.000 in tutto il Veneto e del valore di circa 50,00 euro giornalieri) dovrebbero servire a pagare la parte del servizio sanitario offerto nelle Strutture residenziali.
Peccato che il bisogno dei cittadini risulta essere molto più alto delle impegnative autorizzate (la stima è di circa 45.000 persone) e che la quota giornaliera Garantita dalla Regione sia nettamente insufficiente a coprire le necessarie spese sanitarie necessarie!
Il risultato è che:
ü Con lo stesso grado di non autosufficenza a qualcuno è garantita la cifra di 50,00 euro al giorno (indipendentemente dalla situazione economica), a qualcun altro no;
ü i costi sanitari si scaricano sulla retta “alberghiera†lievitando le rette a carico degli ospiti;
ü le strutture per anziani stanno diventando luoghi il cui accesso è garantito solo ai più ricchi (o solo ai più poveri perché interviene il Comune di residenza).
L’assurdo, poi, è che se la struttura è pubblica viene doppiamente penalizzata: prima dallo Stato (che la tassa di più nei confronti dei privato) e poi dalla Regione (che non tiene assolutamente conto dei costi diversi del personale).
Perché la Regione Veneto è l’unica Regione italiana che non ha ancora approvato una legge di riforma sulle case di riposo? Forse l’obiettivo è quello di privatizzare l’intero settore con l’intento di diminuire i costi indipendentemente da una valutazione sulla qualità dei servizi offerti?
Per garantire efficacia e qualità nei servizi alla persone è necessario:
ü Finanziare in maniera adeguata il fondo per la non autosufficienza rivendendo in maniera radicale l’ambito degli interventi, (domiciliarità , residenzialità e semi-residenzialità );
ü Aumentare, sia nel numero che nel valore, le impegnative di cura (sia quelle domiciliari che quelle residenziali);
ü Rivedere i finanziamenti regionali alle strutture residenziali pubbliche, considerata l’enorme disparità fiscale, assistenziale e contrattuale garantendo condizioni adeguate al mantenimento delle finalità pubbliche dell’intero sistema.
Questi sono temi importantissimi per la qualità della vita nelle nostre Comunità ; costituiscono le priorità che una Amministrazione Regionale dovrebbe assumere; sono domande alle quali chi si candida per la guida della Regione dovrebbe rispondere.Accedi per inserire un commento
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