Indipendenza Veneta: Maroni, un nemico per antonomasia dell'indipendenza veneta
Martedi 17 Luglio 2012 alle 22:30 | 0 commenti
Gianluca Busato, Indipendenza Veneta - Viva l’Indipendenza Veneta e Viva l’Indipendenza Sicula!
Ieri l'on. Maroni, nuovo segretario della Lega Nord, ha dichiarato di essere aperto al dialogo con i movimenti indipendentisti. Roberto Maroni siede nel parlamento da vent'anni, in undici circa dei quali è stato ministro della repubblica: ministro degli interni per sei anni (in due mandati) e ministro dello stato sociale (sic!) per altri cinque. Egli rappresenta in buona sostanza e con autorevolezza quello stato italiano che tante risorse depreda al Veneto.
Intendiamoci, il dialogo è sempre prezioso e una buona cosa. Noi lo prediligiamo ad ogni altra forma di relazione politica, anche se purtroppo a rimetterci talvolta è il fegato, considerata la moralità dei politici italiani.
Oggi però ci chiediamo quale senso abbia dialogare con chi si è seduto (e tutt'ora siede) per così tanto tempo sugli scranni del regime italiano, senza aver fatto alcunché per l'indipendenza veneta.
Certo, è buona cosa parlare con tutti, anche con Napolitano, Monti, Bersani e Casini se mai potesse servire alla causa dell'indipendenza veneta. Ma perché dialogare con Maroni per un indipendentista veneto dovrebbe avere un senso in più che raffrontarsi con questi altri politici italiani?
Come politici, imprenditori e cittadini veneti non lo capiamo proprio.
Anzi, a ben vedere forse proprio Maroni rappresenta un nemico - oramai ferito e speriamo politicamente morente - per antonomasia dell'indipendenza veneta.
Un traditore bell'e buono, che da vent'anni a questa parte ha ripetutamente rinnegato la Causa Veneta e che merita solo di essere sepolto nell'indifferenza politica, nella discarica dei partitanti che hanno contribuito al sacco del Veneto.
Forse persino le righe che scrivo sono già un servizio che gli rendo, un assist a un relitto della politica che oggi festeggia una nuova segreta alleanza proprio con Mario Monti, che la celebra immolando l'agnello sacrificale della Sicilia.
Ieri infatti abbiamo assistito al grande sgarbo del Quirinale nei confronti della magistratura di Palermo, rea di non aver distrutto le conversazioni tra Napolitano e Mancino durante le trattative vergognose tra lo stato e la mafia, all'indomani degli attentati che avevano stroncato le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Oggi è il Governo italiano stesso a muoversi contro il presidente della Sicilia Lombardo, imponendogli le dimissioni.
Ci chiediamo allora: cosa aspetta la Sicilia a dichiarare l'indipendenza?
Cari amici, siete siculi o quaraquaquà ? Sapete solo fare spendere ai vostri politici i soldi degli altri, oppure avete anche una dignità ?
Mi rivolgo a voi e con voi voglio dialogare con fiducia e non certo con l'on. Maroni, nella speranza che l'Indipendenza Sicula avvenga prima dell'Indipendenza Veneta e sia da sprone ai miei connazionali che si fanno derubare da otto a nove parti su dieci di quel che producono, ma sembrano soffrire della sindrome di Stoccolma e parteggiano per i propri aguzzini, nella comune consapevolezza che supportare oggi lo stato italiano - mutatis mutandis - equivale a supportare il nazismo in Germania negli anni '30.
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