Incidenti sul lavoro in aumento, Luc Thibault: per i sindacati “non sono tragiche fatalità”, ma perché?
Domenica 11 Dicembre 2016 alle 17:06 | 0 commenti
Riceviamo da Luc Thibault, RSU/USB, e pubblichiamo
Egregio direttore, su diversi giornali sono stati pubblicati degli articoli sugli ultimi incidenti mortali sul lavoro, Maurizio Ferron della Fiom per esempio dice: “Gli incidenti sul lavoro non sono tragiche fatalità , ma nascono da situazioni di rischio alle quali i lavoratori sono sottopostiâ€. "Più 2,8%. È questo il dato che salta all’occhio leggendo i dati, ancora provvisori, delle denunce di infortuni sul lavoro per i primi cinque mesi di quest’anno. «Più che brutte sorprese si tratta di drammi annunciati in materia di denunce di infortuni e morti sul lavoro» è il commento di Franco Bettoni, presidente nazionale dell’Anmil dopo aver letto gli ultimi dati pubblicati dall’Inail nella sezione “Open Dataâ€.
I numeri parlano chiaro: dal 1 gennaio al 31 maggio 2016 sono stati denunciati 272.496 infortuni, in crescita di 7.388 unità rispetto ai 265.108 dello stesso periodo dell’anno precedente. I dati se venissero confermati dalle successive rilevazioni mensili dell’anno in corso segnerebbero con questo più 2,8% la “rottura†di un trend positivo che manteneva un andamento decrescente dal 2001, anno in cui si registrarono oltre un milione di infortuni sul lavoro. I dati infortunistici presentati in questi giorni dall’Inail non possono che destare allarme e preoccupazione interrompendo una tendenza al ribasso che durava ormai da ben quindici anni e questo dato inaspettato si va ad aggiungere, peraltro, ai tragici numeri dei morti sul lavoro nel 2015 che hanno fatto registrare un aumento dell’8,2% delle denunce e una sostanziale stabilità dei morti “accertati†dall’Inail ma che, secondo le nostre esperienze statistiche, a consuntivo finale saranno destinati a segnare anch’essi una crescita di rilievo», commenta Franco Bettoni. (Fonte). Per ciò vediamo che questo aumento non è una novità e dimostra come la dura realtà dei fatti, ci obbliga ad essere vigili sul campo della sicurezza.
Ma Cgil, Cisl e Uil sono bravi a "piangere" sui morti, dimenticando che non hanno fatto nulla contro il JobsAct di Renzi. In Italia, grazie al Jobs Act renziano, i lavoratori hanno assunto contorni sempre più incerti a metà tra volontari, precari, apprendisti, soggetti licenziabili per il profitto materiali del padrone di turno. Così si è spesso costretti ad accettare tutto, a passare sopra i propri diritti di cittadino prima ancora che di lavoratore. E se va bene siamo precari, se va male una bara al cimitero.
Eppure morire di lavoro non è inevitabile e non è normale. Pretendere l’applicazione delle leggi in materia di sicurezza è il primo passo per cambiare l’esistente: non solo è possibile ma imprescindibile. Quella messa in atto dal governo con il Jobs act è una 'rivoluzione' del lavoro, ma in senso negativo. Si danno benefici alle aziende a discapito dei lavoratori, a cui vengono tolti dei diritti. E con la norma sui controlli a distanza contenuta nel decreto attuativo del Jobs act si vanno anche a toccare i diritti individuali come cittadini, non solo come lavoratori". Un provvedimento che, cancella l'articolo 18 e introduce un contratto, quello a tutele crescenti, a tutele 'morenti', perchè non tutela proprio nessuno.
Anzi, visti i vantaggiosi sgravi contributivi offerti dal governo, è un provvedimento che incentiva la 'sostituzione' dei lavoratori, in modo da poter godere degli sgravi. Senza dimenticare le nuove norme sul demansionamento, che permetterà alle aziende, accampando motivi organizzativi, di far 'scivolare' un lavoratore anche due qualifiche al di sotto di quella con cui è stato assunto. Cosa ha fatto la Cgil contro questo infame decreto... 3 ore di sciopero! Col JobsAct gli incidenti sono aumentati dal 16%.
Ma visto che parlano di "sicurezza" e bene parlare della motivazione dello sciopero di 2 ore dichiarato da USB in AVA. Dopo 30 mesi di mancato rinnovo è stata siglata una vera e propria resa su tutti i fronti: Aumento dell’orario di lavoro settimanale da 36 a 38 ore (104 ore annue di lavoro in più, compensate con sole 30 ore di permessi retribuiti, da cui comunque sono esclusi i nuovi assunti dal 1° gennaio 2017)); durata massima 48 ore settimanali e 9 ore giornaliere, obbligatorie su richiesta aziendale.
E' interessante riportare un'articolo del Giornale di Vicenza del 10.10,2013 che spiega benissimo alla luce dell'accordo firmato dai sindacati, come lor signori si occupano di sicurezza! Ma leggiamo "Cosa si “nasconde†dietro alla rivoluzione della raccolta dell'umido che Greta sta cercando di estendere ai 31 Comuni soci? I problemi di salute dei suoi lavoratori. Proprio così, la società di igiene urbana controllata da Ava ha riscontrato che, dopo 10-15 anni di servizio, i dipendenti preposti all'attività di raccolta dei rifiuti organici porta a porta presentano seri problemi alle articolazioni e alla colonna vertebrale. (...)Â
Un tipo di “usura†fisica determinata dal fatto che i lavoratori devono ripetere il movimento di raccolta e svuotamento dei bidoncini fino a 700 volte al dì, per cinque giorni alla settimana. Una situazione talmente critica che il 40 per cento di questi operai risulta non essere più idoneo a svolgere questo tipo di mansione. (...). (Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/thiene-lavoratori-fuori-uso-colpa-dei-rifiuti-1.449700?refresh_ce).
Peggioramento complessivo nella classificazione del personale con l’introduzione di un livello inferiore sotto l’attuale livello 1°, a parametro 90, nelle aziende pubbliche e addirittura due, a parametri 80 e 88,38, in quelle private, con un riordinamento della declaratoria dei diversi livelli professionali verso il basso. Sulla malattia si assume l’impegno a modificare la disciplina contrattuale delle malattie brevi, con decurtazioni economiche, con l’obiettivo di “ridurre l’assenteismoâ€. Una grave insinuazione per un sindacato che dovrebbe rappresentare lavoratori/trici sottoposti/e a ritmi di lavoro massacranti. Impegno a modificare la regolamentazione dell’esercizio del diritto di sciopero. Piena conferma del Jobs Act per i lavoratori assunti dopo il 6 marzo 2015; per chi era già in servizio a quella data, nel caso di passaggio di appalto e subentro di una nuova impresa, mantenimento dell’articolo 18 (come modificato dalla legge Fornero) ma solo “in via transitoria ed eccezionale e fino alla data di vigenza del presente CCNLâ€.
Ma quello che sta succedendo nel nostro settore, succede ovunque, basta vedere il contratto dei metalmeccanici. Fim–Fiom–Uilm, smentendo la loro presunta diversitaÌ€, hanno sottoscritto per i metalmeccanici un accordo perfettamente in linea con quelli firmati dalle altre organizzazioni di categoria: svende diritti, introduce ulteriore flessibilitaÌ€, porta in busta paga aumenti salariali risibili. In particolare per la Fiom, quello che, in altri tempi, sarebbe stato semplicemente uno dei tanti contratti a perdere si eÌ€ trasformato nel contratto della vergogna. Con esso, la Fiom ha siglato il suo atto di resa nei confronti di Fim e Uilm e segnalato al governo di centro- sinistra prossimo venturo che avraÌ€, nei suoi confronti lo stesso occhio di riguardo che ebbe verso i governi di centrosinistra precedenti. La conflittualitaÌ€ eÌ€ finita percheÌ anche la Fiom si appresta a ripercorrere la strada disastrosa della concertazione (governo–padroni–sindacati) insieme con le altre componenti della Cgil, con la Cisl e con la Uil. La ricomposizione del centrosinistra eÌ€ stata “finalmente†realizzata anche a livello sindacale e, con la scomparsa dell’anomalia metalmeccanica, il governo italiano puoÌ€ contare sulla pace sociale. Certificare e garantire il proprio rientro nei ranghi.
Due lavoratori morti nel vicentino in questi ultimi giorni: basta!
Si lavora per vivere, non per morire. Nei posti di lavoro è una strage; ogni anno oltre 1000 morti e 600 mila incidenti sul lavoro descrivono la drammatica situazione che vede l'87% delle ditte controllate non rispettare i criteri di sicurezza e salvaguardia di diritto alla vita di chi lavora. A morire addirittura un lavoratore di 78 anni... Essere costretti a lavorare a quell'età e' scandaloso, inaccettabile. Nei giorni scorsi a essere ucciso un ragazzo di 23 anni a Cuneo. Un mese fa a Piacenza un lavoratore preso sotto e ucciso durante una iniziativa sindacale davanti al proprio posto di lavoro. Questo per ricordare gli omicidi sul lavoro saliti alla cronaca. Gli ultimi governi hanno sempre più precarizzato il lavoro e sono corresponsabili di questi omicidi sul lavoro.
La strage degli operai, i cui dati ufficiali non tengono conto delle morti nascoste, degli abusivi, dei muratori assoldati a giornata, lasciati feriti sulle strade fingendo incidenti stradali dopo essere caduti dalle impalcature, pagati, non tengono conto dei lavoratori pagati con voucher, o durante gli stage, i tirocini e sono milioni i lavoratori costretti a questa precarietà e falsa occupazione...questa strage va fermata. Non servono le lacrime di coccodrillo, sono ipocrite!
Le leggi ci sono, devono essere rispettate, devono essere aumentati i controlli e per poterli fare deve essere potenziato il numero degli ispettori oggi carente sia in Spisal, che nell'ispettorato del lavoro.
Ma le leggi non bastano a fermare la strage: serve la mobilitazione sindacale e sociale che permetta di avere diritto alla vita e al lavoro. Il diritto alla salute è inalienabile.
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