In 800 a "Save school, not the banks"
Giovedi 17 Novembre 2011 alle 22:28 | 0 commenti
Rete degli Studenti Medi, Collettivo studenti scuola pubblica, Coordinamento Studentesco - Dopo settimane di assemblee e discussioni è arrivato il giorno decisivo, 17 novembre, giornata internazionale del diritto allo studio. In piazza alla partenza eravamo 800 studenti (qui il nostro servizio e i video): decisi, con pratiche condivise, con la chiara intenzione di porre una resistenza allo svilimento degli ordinamenti democratici, attraverso lo smantellamento dei diritti e la negazione di un supporto allo stato sociale, ma anche con la precisa volontà di offrire un'alternativa valida e collettiva che parta da scuole, università e cultura e che contrapponga alla divisione sociale l'aggregazione, la condivisione e la partecipazione attiva.
Ma il corteo aperto dallo striscione #SAVE SCHOOL NOT BANKS ha detto anche chiaramente come i temi dei tagli all'istruzione e del diritto allo studio siano strettamente collegati ad una discussione più ampia a proposito di una crisi globale. Una crisi non solo economica ma anche sociale che vede realizzarsi il paradosso secondo cui la priorità e l'attenzione vengano rivolte esclusivamente ai grandi poteri economici e finanziari, mentre le reali vittime della crisi diventano anche le vittime di scelte politiche da parte dei governi che non mirano alla loro tutela, ma alla salvaguardia delle ricchezze di pochi acquisite a discapito di molti. Già da domani gli studenti nelle scuole cominceranno ad intraprendere un percorso di dibattito collettivo e plurale basato sulla necessità di offrire risposte diverse rispetto a quelle già in campo, partendo comunque dalla consapevolezza di una situazione di grave difficoltà per moltissime famiglie soprattutto ora che le conseguenze della terribile riforma Gelmini fanno sentire il loro peso sulle loro tasche e sulla qualità della formazione pubblica. La piazza ha anche condiviso il rifiuto per qualsiasi governo, di destra e di sinistra che continui ad effettuare una politica di austerity e a negare finanziamenti e attenzione alla scuola, all'università e alle ricerca, ignorando così il vero punto di partenza per uscire dalla crisi. Neghiamo perciò fiducia al governo Monti che si è permesso di elogiare la riforma Gelmini e il piano Marchionne come le migliori scelte del governo Berlusconi, quando effettivamente sono la dimostrazione dell'intenzione di cancellare con i diritti dei lavoratori anche il futuro dei giovani in un progetto politico volto unicamente a tutelare gli interessi del mercato e delle banche.
Prima di tutto una delegazione di studenti ha presentato al presidente di FTV e all'assessore Sandonà una serie di istanze avanzate dagli studenti che riguardano la situazione attuale del sevizio pubblico di mobilità , e ha chiesto un incontro formale tra studenti, FTV, provincia e presidi di moda da garantire una risoluzione efficace e veloce di problemi che stanno diventando insostenibili. Così abbiamo attraversato pacificamente il centro, effettuando azioni di sanzione verso le banche in un progetto di protesta condiviso e discusso in assemblea. Accompagnati dalla Murga, abbiamo attraversato tutto corso Palladio. Ci siamo fatti sentire con le nostre voci, i nostri colori e le nostre idee. Ma le nostre rivendicazioni per un mondo migliore e libero da logiche di mercato che in decenni di capitalismo hanno prodotto solamente ingiustizia, emarginazione e diseguaglianza sociale si sono rivolte in primis contro le banche, per punire simbolicamente chi ha creato questa crisi e vorrebbe far pagare ora a noi quello che anni di speculazioni finanziarie hanno creato. Così abbiamo lanciato uova secondo una decisione congiunta all'interno dell'assemblea, abbiamo disegnato le sagome delle vittime di questa crisi in Piazza Castello, abbiamo chiuso simbolicamente con una rete rossa la Banca nazionale del Lavoro, e siamo entrati a portare le nostre ragioni dentro Banca Intesa S. Paolo che in questi anni ha diffuso sul modello inglese i prestiti d'onore agli studenti universitari e ai giovani lavoratori che non servono altro che a farci indebitare ulteriormente pagando interessi sul denaro.
Ma il nostro sforzo di rimettere in campo una prospettiva di cambiamento non si è limitato a questo: al termine del corteo infatti, gli studenti si sono autogestiti in assemblee aperte, plurali e orizzontali che permettessero ai reali interpreti della scuola di confrontarsi su temi come diritto allo studio - trasporti - edilizia scolastica-scuola e cittadinanza-scuola come base di una società diversa-soggetto studentesco nella crisi globale - nuovi metodi di lotta -didattica alternativa. I gruppi hanno prodotto documenti che verranno elaborati in assemblea venerdì 26 novembre.
Oggi rilanciamo un appello a tutti gli studenti a scendere nuovamente in piazza nelle prossime settimane e nei prossimi mesi perchè oggi è stato solo un piccolo passo per una lotta che non sarà facile e che ha come obiettivo:
IL LIBERO ACCESSO AI SAPERI
RESPINGERE OGNI TENTATIVO DI FARCI PAGARE LA CRISI
RIPRENDERCI LE STRADE E RIFIUTARE LA REPRESSIONE PERCHE' DA SCUOLE E UNIVERSITA' POSSA PARTIRE IL CAMBIAMENTO GLOBALE DI CUI TUTTI NOI ABBIAMO BISOGNO.
#OCCUPY EVERYWHERE
SAVE SCHOOL NOT BANKS
STUDENTI INDIGNATI
Rete degli Studenti Medi, Collettivo studenti scuola pubblica, Coordinamento Studentesco
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