Imposta di soggiorno nel comune di Vicenza: gli albergatori vicentini dicono no
Lunedi 28 Novembre 2011 alle 18:39 | 0 commenti

Confcommercio Vicenza - Gli albergatori vicentini dicono "no" all'ipotesi avanzata dal Comune di Vicenza di introdurre l'imposta di soggiorno. Ricordiamo che questo tributo fu abrogato il 1° gennaio 1989 perché ritenuto un irrazionale costo a carico delle imprese ricettive e, nel complesso, un irrilevante introito sul versante delle entrate pubbliche, tenuto conto dello squilibrio tra costi di esazione e ricavi.
Della questione "tassa di soggiorno" se ne è discusso in una riunione tra operatori del settore che si è tenuta lo scorso 21 novembre, nella sede della Confcommercio di Vicenza. Oggi la stessa Associazione ha inviato al sindaco Variati l'elenco delle osservazioni con le quali gli albergatori esprimono la loro contrarietà ad un simile provvedimento. A cominciare dal fatto che l'istituzione dell'imposta nel solo capoluogo, così come prevede il decreto legislativo 23/2011, creerebbe delle notevoli disparità nel mercato turistico provinciale. L'accesa concorrenza di mercato che caratterizza il settore, e gli stessi tour operator che organizzano il soggiorno dei turisti nelle strutture nel comune di Vicenza, porterebbero, inevitabilmente, una volta istituita l'imposta, a scegliere altre strutture ricettive situate in altri comuni della provincia dove, al momento, la "tassa" non può essere applicata. Anche un solo euro di imposta finirebbe per far spostare i gruppi di turisti in altri comuni, vanificando parte del risultati dell'azione di valorizzazione turistica della città .
Gli albergatori, pur comprendendo che l'Amministrazione comunale, usufruendo della possibilità di introdurre l'imposta di soggiorno andrebbe a mitigare lo stato di difficoltà finanziaria che grava sulle risorse specifiche per la promozione turistica, ribadiscono la disponibilità a continuare il confronto costruttivo ancora in atto. Hanno chiesto altresì al sindaco Variati di soprassedere al provvedimento, in attesa che il Governo, attraverso il decreto di modifica del federalismo municipale, elimini le disparità tra il capoluogo e il resto del territorio provinciale sull'applicazione dell'imposta di soggiorno.
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