Il veneto Mainardi,big Anas e Apicella padano alla cena degli ossi con Bossi e Tremonti
Martedi 25 Gennaio 2011 alle 20:26 | 0 commenti
da Affari & Finanza-La Repubblica del 24 gennaio, di Alberto Statera
L'Apicella di Bossi e Tremonti che in Cadore rallegra le caste serate festive dei due ministri intonando alla chitarra "Se telefonando" di Mina e " La fisarmonica" di Gianni Morandi, si chiama Bortolo Mainardi (nato a Lorenzago di Cadore in provincia di Belluno, l'8 maggio 1951, n.d.r.). Architetto e titolare di una società di progettazione, da un anno e mezzo è tra l'altro uno dei cinque consiglieri d'amministrazione dell'Anas, l'azienda che costruisce strade e autostrade, le gestisce, le dà in concessione e controlla i concessionari.
Un grande centro di potere non proprio illibato, visto che il suo ex presidente Vincenzo Pozzi la definì "una stalla piena di letame".
Mainardi è un personaggio interessante perché incarna il prototipo della strategia leghista nel sottogoverno, che opera con tecniche persino più efficaci di quelle del quarantennio democristiano. Allora nella scelta degli uomini di sottogoverno si dovevano fare i conti con le correnti, con i loro capi e con i socialisti. Adesso il verbo, anche in caso di malumori dei boss locali, è quello della strana coppia B&T, talvolta coadiuvata da Giancarlo Giorgetti, potente presidente della Commissione Bilancio della Camera, detto il Cirino Pomicino del terzo millennio.
Fatta salva la privativa sui grandi enti pubblici come Enel e Eni, detenuta da Gianni Letta mentre il premier si è riservato soprattutto lo jus primae noctis su ministre, deputate, consigliere regionali e provinciali, la Lega ha espugnato posti di minor visibilità , ma di grande potere. Asl, banche, utility, porti, aeroporti, autostrade: centinaia di poltrone, una rete estesa che cresce e copre orizzontalmente tutto il nord.
Ex socialista, ex sindaco di Lorenzago, ex consigliere regionale del Veneto ed ex deputato, Mainardi fu arrestato nel 1995 su ordine della procura della Repubblica di Belluno con le accuse di estorsione e tentata concussione, ma dopo sette anni arrivò la sentenza di assoluzione in primo grado, che non fu impugnata dalla procura. Di lì riprese la scalata all'ombra di Tremonti e Bossi, che lo portò tra il 2003 al 2006 all'incarico di commissario governativo per le grandi opere. Quando al ministero dei Lavori Pubblici approdò Antonio Di Pietro scoprì e licenziò otto superconsulenti che, a suo dire, costavano 637 mila euro ciascuno. Uno di loro era Mainardi, che nel 2008, col nuovo governo Berlusconi, riprese la sua scalata, ma non senza qualche malumore locale. "Anas, sei un ospite sgradito in Veneto, fatti da parte", proclamò appena eletto il nuovo governatore leghista Luca Zaia. E anche il lombardo Roberto Castelli, viceministro per le Infrastrutture, si è messo di traverso rispetto alla nomina di Mainardi a commissario dell'Alta Velocità sull'asse Mestre Ronchi dei Legionari. Ma alla famosa cena degli ossi d'inizio anno a Calalzo di Cadore, l'Apicella padano era come sempre alla chitarra. Con lui c'era il banchiere Massimo Ponzellini, non solo presidente della Banca Popolare di Milano ("Lo abbiamo nominato noi", disse Bossi) ma soprattutto dell'Impregilo. In una sola cena, riunito a far corona alla coppia B&T, tutto il grande potere nelle infrastrutture. Altro che ossi, avanti Padania!
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