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Il Veneto lancia un piano per abolire le materne statali

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 2 Settembre 2011 alle 00:27 | 0 commenti

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Progetto pilota dell'assessore Sernagiotto: «Lo presento il 16 alla Gelmini». Il piano prevede di affidarle a parrocchie e Ipab. Il no della Chiesa: «Lede la libertà di scelta e il pluralismo»

VENEZIA-«Le scuole materne statali vanno eliminate». Fa sul serio Remo Sernagiotto, la sua non è una sparata di fine estate ma la base di un progetto pilota da presentare al ministro Mariastella Gelmini il 16 settembre, a Cortina. La sua segreteria ha appena finito di metterlo nero su bianco.

«E' un piano di riforma della scuola dell'infanzia, che parte dal Veneto-spiega l'assessore regionale al Sociale -. Consiste nell'affidare le materne statali e comunali alla gestione di Chiesa, parrocchie, cooperative e famiglie riunite in Ipab, perchè così si risparmierebbero circa 300 milioni l'anno, da poter ridistribuire alle famiglie e allo stesso sistema formativo. E' il principio della sussidiarietà orizzontale: è dimostrato che gli istituti parificati "puri" costano meno. Soltando convertendo le comunali paritarie, risparmieremmo 18 milioni: oggi ne costano 33». I numeri in effetti lo confermano.

In Veneto ci sono 1183 materne, il 68% sono parificate e il 32% statali. Le paritarie autonome accolgono 87.952 bambini, al costo di 2.800 euro l'uno all'anno per un totale di 243 milioni; le paritarie comunali contano 6480 iscritti per 5.120 euro ciascuno e una spesa complessiva di 33 milioni; le statali seguono 45.434 piccoli a 6.331 euro pro capite, con un'uscita generale di 287,6 milioni. «Ecco perchè vorrei eliminare le statali - insiste Sernagiotto -o la Gelmini lo capisce o intraprenderò una battaglia mortale per far passare questo modello. E dico una parola anche sui nido: ora diamo 17,5 milioni a quelli di famiglia, i pubblici hanno costi più alti, perciò vanno chiusi e riconvertiti in tre mesi». Ecco, questa è la ricetta del responsabile del Sociale per risolvere l'annosa questione dei tagli e dei ritardi imposti dal governo ai contributi statali per le materne, che ha sollevato le proteste anche dei vescovi. Il Veneto sta ancora aspettando i 50 milioni relativi all'anno scolastico 2010/2011.Ma nessuno si sente di sostenere la scomparsa delle statali, nemmeno la Chiesa.

«Il sistema educativo di formazione e istruzione si basa sulla pluralità dell'offerta- osserva don Edmondo Lanciarotta, coordinatore del Comitato per la parità scolastica-se viene a mancare, cadono anche la libertà di scelta dei genitori e il principio di autonomia. Alla Gelmini chiediamo invece di riconoscere il risparmio di 6,5 miliardi all'anno favorito in Italia dalle scuole paritarie e di ridistribuire parte della cifra alle stesse, per consentirne la sopravvivenza». «Conosco il piano, l'assessore ce lo ha presentato il 12 luglio - rivela Ugo Lessio, presidente regionale della Federazione italiana scuole materne - capisco le buone intenzioni dell'autore, ma è una follia pensare di eliminare 560 scuole pubbliche, con 1700 sezioni e 3400 insegnanti, per affidarle a cooperative e parrocchie che sicuramente non le vorranno. Tra l'altro non puoi toccare i contratti nazionali di lavoro. E poi la presenza delle statali non è un danno ma un arricchimento della proposta formativa ». «L'idea di consegnare al privato la scuola statale è demenziale- insiste Roberto Fasoli, consigliere regionale del Pd ed insegnante - vengono dall'estero a studiare i nostri modelli educativi, tra imigliori d'Europa. Costa di più perchè i contratti sono gestiti dal Miur e perchè il pubblico garantisce diritti non contemplati dal privato. Visto che l'offerta statale è insufficiente, la si sostenga e nel contempo si finanzi adeguatamente le parificate, che integrano il servizio. Se il piano Sernagiotto arriverà in consiglio, il Pd farà di tutto per sbarrargli la strada».

Michela Nicolussi Moro, Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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