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Il valore della Pace a Vicenza, il Comune ristampa l’Elenco dei Vicentini caduti in guerra
Venerdi 9 Novembre 2018 alle 22:09 | 0 commenti
Come in tante città , anche a Vicenza si è svolta la commemorazione dei 100 anni dalla Vittoria del Regno d’Italia e dei suoi Alleati (Gran Bretagna e Stati uniti d’America) contro gli Imperi Centrali, in particolare quello Austro-Ungarico per le terre irredente (Trento e Trieste). Una cerimonia sobria, che ha soprattutto ricordato i combattenti e il loro sacrifico anche con la lettura delle loro corrispondenze alle famiglie a cura degli studenti del Liceo Scientifico P. Lioy.
Le parole degli intervenuti a partire dal Sindaco sono state parole di pace, quella che in tanti invocavano anche prima che scoppiasse il conflitto, quella inutile strage la definì Benedetto XV. La pace, sempre desideratissima, è sempre fonte di benessere, come gli antichi, da Omero, Aristofane, Euripide sostenevano e non apprezzavano certo l’affermazione del filosofo Eraclito: “la guerra padre (madre) d’ogni cosa†(framm. 53 [44], che tanto piace ai dialettici di ogni epoca. Il cristianesimo, come è ben noto, ha sempre affermato il valore della pace, anche quando le circostanze hanno costretto alla guerra di difesa.
Gli altri interventi nella cerimonia ufficiale hanno sostenuto il valore dei combattenti e del benessere della pace e come non potevano, considerato che oggi la Repubblica Italiana vive da ormai più di 70 anni in pace e la promuove in sintonia con le organizzazioni internazionali.
Ricordare il primo conflitto mondiale perché si deve paventare sempre la guerra, è un compito che chi regge il bene civile deve promuovere anche con il ricordo di coloro che sono morti per la patria. Ciò ha fatto con un’importante iniziativa il Comune di Vicenza, ristampando l’Elenco dei Vicentini caduti in guerra, (Vicenza, Stab. Tip. A. Brunello, 1924), accompagnato dalle parole del Sindaco Francesco Rucco che nella Presentazione: 1918-2018, ha sottolineato “la tragedia di migliaia di uomini e di intere popolazioni toccò livelli così alti che quel ricordo divenne, negli anni successivi, patrimonio di una tradizione che ha assunto caratteri di immortalità †e prosegue “E così forte è per i vicentini quella memoria, che ancor oggi lo stemma della Provincia è rappresentato dalle immagini dei quattro grandi sacrari militari: Monte Pasubio, monte Cimone, Asiago e monte Grappa.†Avvenimenti quelli del conflitto che “vogliamo ricordare e onorareâ€. La pubblicazione è quindi una testimonianza del ricordo e insieme anche un monito a costruire sempre la pace, che è, come diceva il grande umanista Erasmo da Rotterdam un a-priori della vita degli uomini uniti nella società di qualsiasi nazione, etnia, ecc. appartenenza essi siano.
Il volume è un atto che l’Amministrazione Comunale nel 1924 volle compiere per “raccogliere con pietosa cura l’elenco dei gloriosi concittadini che sull’altare della Patria sacrificarono la vita…affinché la Gloriosa Schiera sia sempre presente alla nostra gratitudine e l’opera nostra sia ognora ispirata, nella devozione verso la Patria e verso la città al loro alto ed eterno esempio.â€
Con semplicità allora e oggi ci è stato presentato questo elenco, che comprende 647 morti e 82 che l’autorità militare segnala come dispersi. Con semplicità perché la morte di chi ha data la propria vita per la patria non ha bisogno nemmeno di applausi e tantomeno di polemiche, che vanno riservate alla storia e ai suoi insigni studiosi, piuttosto che a manifestazione che finiscono quasi sempre più nell’ingratitudine che non nella promozione della pace.
Certo i combattenti avrebbero preferito rimanere tra le mura domestiche, con moglie e figli cui badare, e tanti figli che non conobbero i padri, ebbero solo il ricordo con delle medaglie, ma non dobbiamo sottolineare solo le negatività , perché i belligeranti dell’una e dell’altra parte avvertirono certo il valore del loro sacrificio di cui avrebbero pur fatto a meno.  La guerra è dolce per quelli che non l'hanno sperimentata (Dulce bellum inexpertis)  ci ricorda Erasmo da Rotterdam, ma ciò viene meno se  si ha l’intelligenza di riflettere su coloro che morirono in guerra.
Scorredo l’elenco dei morti in guerra del Comune di Vicenza tra il 1915 e il 1918 ci appare che quasi tutti erano uomini semplici, lavoratori della terra, nell’artigianato, nelle fabbriche, molti anche gli ammogliati con figli, molti cui la guerra negò con la giovinezza la vita.Â
Spicca che tra i defunti ben 63 erano Caporali o Caporali maggiori, 18 Sergenti, 18 Sottotenenti, 14 Tenenti, 5 Capitali, 2 Capitani Maggiori, ma anche un Capo-plotone, Allievi Ufficiali, Carabinieri e anche una Guardia Daziaria. Alcuni ebbero una medaglia d’Argento, altri di Bronzo, tutti ebbero dopo la guerra il ricordo con medaglie coniate proprio per la memoria, che sono ancora nelle case degli eredi di quei soldati.
Italiani del popolo che con la memoria, impegno civile da compiere, ci indicano come il bene della pace sia il maggiore che l’uomo possa avere e non solo verso l’esterno, ma anche all’interno. Proprio per questo è dovere promuovere sempre la pace, anche nel linguaggio e ciò in ogni possibile occasione. La pace è una prospettiva autentica di cambiamento, non quella che propugna lotte civili e fa della violenza anche verbale il modo di vivere nella società .
La pace è autentico anelito dell’umanità , non tradiamola.
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