Il rating è BB+, comprate titoli BpVI ...: il warning dell'esperto
Giovedi 30 Agosto 2012 alle 09:18 | 0 commenti
Ed alla fine è arrivato anche quello di Fitch. Di che parliamo? Ma del "downgrade" che la nostra Banca Popolare di Vicenza ha ricevuto dall'Agenzia di rating statunitense. Fitch quindi ha deluso i vertici della Banca berica che, dopo la bocciatura di Standard & Poor's, arrivata lo scorso 3 agosto, speravano in un "6 politico" da parte della terza più importante Agenzia di rating a stelle e strisce.
Ed ora ci immaginiamo le polemiche, se all'indomani del giudizio negativo di S&P il Direttore Generale della Bpvi, Sorato, aveva preannunciato, in un'intervista pubblicata sul Sole 24 Ore e ripresa da Il Giornale di Vicenza, un "ricorso" contro la decisione considerata ingiusta, ora che è arrivata la seconda batosta, come reagirà ? Forse con un ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea o direttamente al Tribunale dell'Aja?
Sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio, le bocciature sono una sconfitta, per tutti, e penso che non ci sia un solo cittadino vicentino tanto masochista da poter essere felice per questa notizia, ma dato che l'argomento "Agenzie di rating" è di per sé paludoso e pieno di insidie, è bene trattarlo con la dovuta obiettività , altrimenti si rischia di incorrere nella "sindrome del tifoso" per il quale un calcio di rigore a favore della propria squadra è sempre "netto", mentre quello per la squadra avversaria "non c'era".
Aggiungiamo inoltre che la Bpvi non è stata la sola ad essere passata sotto la scure di Fitch, le fanno compagnia la Banca Popolare di Sondrio ed il Banco di Desio e della Brianza, che però scendono a BBB+, la Banca Popolare di Milano (a BBB-) mentre Banca Carige, Credito Valtellinese e Veneto Banca (oltre alla nostra Bpvi) perdono la tripla B e si devono accontentare di un BB+
Intanto diciamo subito perché questa bocciatura fa molto più male delle precedenti.
I "voti" delle Agenzie di rating vanno dalla tripla A (AAA) che è l'etichetta attribuita al miglior debitore in circolazione, alla D (Default) con la quale quindi si sancisce un fallimento. In mezzo un'infinità di "gradini" diversi.
Ma non tutti questi gradini hanno la stessa ampiezza, in particolare ce n'è uno (un vero e proprio gradone) che spaventa tutti ed è quello che intercorre fra la tripla B e la doppia B.
Infatti in maniera un po' grossolana (ma non c'era altro verso) sui mercati finanziari si fa la distinzione fra debitori Investment Grade (investimento di qualità ) sul quale quindi il rischio viene considerato basso; da quelli Non Investment Grade (investimento speculativo), sui quali quindi il rischio è decisamente più elevato.
Ora se voi pensate che gli investitori Istituzionali (Fondi d'Investimento, Fondi pensione ecc. ecc.) hanno sovente nel loro statuto la clausola che possono investire solo in titoli "Investment grade" capirete bene quale sia la differenza fra una tripla B (o superiore) ed una doppia B (o inferiore).
I giudizi emessi dalle Agenzie agiscono un po' come un "effetto leva", abbassare il rating di una società , infatti, innesca una reazione depressiva sulle quotazioni della stessa che, si presume, si trovi già in difficoltà , aggravandone nel contempo la crisi. Ovviamente accade l'inverso nel caso degli "Upgrade" (di questi tempi molto rari). Ma d'altronde che fare?
Omettere di comunicare "Downgrade" per motivi di opportunità , ossia per evitare di far precipitare una situazione, sarebbe un rimedio peggiore del male, le critiche per non aver segnalato correttamente e tempestivamente "il pericolo" (ricordate Lehman Brothers?), sarebbero giustamente feroci.
E allora non esiste una via d'uscita, o si accetta un mercato finanziario in cui le Società di rating hanno una loro ragion d'essere, oppure decidiamo che sono superflue ed eliminiamole, ma non si può accettarne i giudizi quando sono "benevoli" e contestarli se critici.
A tal proposito, tornando quindi a quell'intervista (aggiungerei "in ginocchio") apparsa sul Giornale di Vicenza, lo scorso 8 agosto, al Direttore Generale della Bpvi, il Dr. Samuele Sorato, a firma Marino Smiderle, vorremmo soffermarci su un paio di aspetti che non ci hanno del tutto convinto.
Il D.G. parla di un "ricorso" che l'Istituto vicentino avrebbe avuto intenzione di fare congiuntamente ad altre tre Banche nei confronti dell'abbassamento del rating da parte di Standard & Poor's.
Ma, mi chiedo, il "ricorso" a chi? Alla magistratura ordinaria?
E chi dovrebbe valutare se il rating attribuito alla Bpvi da S&P è "congruo" o meno? Un giudice?
Saremmo quasi alle comiche!
Ma non basta, il Dr. Sorato contesta il fatto che Standard & Poor's abbia valutato negativamente l'aumento dei crediti di difficile esigibilità (le famose sofferenze) che, per l'Istituto cittadino, sono passate dal 3,2% del 2008 al 7,6% di fine 2011. Sottolineando il fatto che, nello stesso periodo la Banca ha aumentato gli impieghi di tre volte rispetto alla media di settore (che comunque non dice di quanto sia).
Ora Dr. Sorato, io capisco il suo imbarazzo nel dover giustificare un aumento del 137,5% delle sofferenze in tre anni, ma la sua difesa d'ufficio mi sembra davvero debole.
Una società di rating deve valutare il rischio di un emittente, e se i crediti che vanta quest'ultima si deteriorano con una maggior percentuale questo è un brutto segnale. Anzi se l'aumento delle sofferenze avviene in concomitanza di un incremento degli impieghi, ciò è ancor più preoccupante, poiché si è aumentato il "cattivo credito" a scapito del "buon credito".
Converrà con me, Dr. Sorato, che il suo compito principale è erogare "buon credito" è su quello che vengono valutati i bravi banchieri, dare credito "a pioggia" non penso che rientri fra gli obiettivi che gli azionisti della Banca si attendono dal suo operato.
Quali conclusioni si possono trarre così da quest'ultimo "downgrade" arrivato da Fitch?
Purtroppo, come abbiamo detto, la Bpvi avrà senza dubbio più difficoltà a raccogliere liquidità dagli investitori istituzionali, verrà richiesta quindi alla clientela ordinaria un supporto ancora superiore a quello finora assicurato all'Istituto guidato da Gianni Zonin.
Siete correntisti della Banca Popolare di Vicenza? Avete della liquidità sul vostro conto corrente?
Ebbene per il futuro attendetevi l'intensificarsi delle telefonate da parte dell'addetto titoli o del Direttore della vostra filiale che vi decanteranno le "grandi opportunità " nell'investire i vostri risparmi in obbligazioni della Banca!
*Giancarlo Marcotti, che da tempo collabora con VicenzaPiu.com, è nato a Codogno (Lodi) il 4 ottobre 1957 e si è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all'Università di Padova discutendo una tesi in Econometria.
Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi e qualificati ruoli. Rigoroso fautore dell'applicazione di un approccio scientifico ai mercati borsistici, storicamente poco incline all'utilizzo di strumenti derivati, è una voce spesso fuori dal coro e basa il proprio lavoro sullo studio delle serie storiche e dei processi stocastici.
E' Direttore di Finanza In Chiaro (www.finanzainchiaro.it), oltre che curatore di prestigiose rubriche on line tra cui quella di Yaohoo riservata al mercato finanziario italiano.
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