Basterebbero oggi poche centinaia di miliardi di euro per comprare tutte le aziende quotate alla Borsa di Milano* ma un avveduto speculatore finanziario il colpaccio di comprare l'Italia, tutta non solo le sue aziende quotate, lo farebbe con poche centinaia di milioni di euro. Quelli che, per pura ipotesi per carità , spenderebbe Silvio Berlusconi se, per cancellare i residui dubbi "materiali" dei suoi 188 tra deputati e senatori, già innamorati di lui "ideologicamente" così tanto da farsi beffe del Paese con le loro "spontanee" dimissioni che creeranno un vuoto istituzionale mai visto, decidesse di rimborsare i residui ratei delle retribuzioni a cui i magnifici 188 martiri della libertà , lui incluso, rinuncerebbero.
Come? Dimettendosi per salvarlo dai giudici "rossi e cattivi" e dai colleghi senatori che, una volta tanto, farebbero rispettare la legge dichiarandolo decaduto dal Senato per la sua condanna definitiva per reati fiscali, contro il Paese e chi paga le tasse, cioè. Nelle mani di quei 188 parlamentari c'è oggi tutta l'Italia e facendo un rapido calcolo, se moltiplichiamo i circa, diciamo, 12.000 euro mensili a testa che i 188 moschettieri perderebbero per i 54 mesi di stoico sacrificio magari non ricompensato con certezza da una nuova elezione, il totale fa poco più di 121 milioni di euro da sborsare per "comprare" loro e la loro abnegazione.
La nostra, ripetiamo, è una semplice ipotesi  dialettica, ma volete che uno speculatore finanziario, un imprenditore non investirebbe 120 milioni di euro per comprarsi l'Italia, quella messa oggi in svendita dalle dimissioni dei pidiellini, prima quelli al governo, poi i parlamentari?
Tra l'altro, nella stragrande maggioranza dei casi, non eletti dal popolo ma nominati dal "capo"  che  col Porcellum li ha catapultati in Parlamento.
Una volta sarebbe stato impossibile ipotizzare anche solo dialetticamente una mercificazione così totale della politica e dei politici, ma da tempo la politica è stata assassinata. Da chi? Da tutti quelli che hanno consentito o sia pure solo tollerato, da complici, chi, dall'alto della facilità con cui paga 3.000.000 al mese alla sua ex moglie Veronica Lario, certo non sarebbe spaventato da dover pagare (per carità , regalare) poco più di 2.200.000 di euro al mese per 54 mesi, e non vita naturale durante di Veronica.
Magari, recuperandoli tutti e di più dai rimborsi elettorali che il Pdl continuerebbe a percepire per tutta la legislatura, anche se finita prima, "lasciando" i nuovi milionari rimborsi "alla Fiorito" alla riesumata Forza Italia. Questo dice oggi la legge sui rimborsi elettorali. E Berlusconi le leggi le conosce bene, per farsi beffa di quelle a lui sfavorevoli e per farne scrivere di più funzionali a suo uso e consumo.Â
Con un jolly nuovo in mano: se proprio la legge gli dà torto, come nel caso dei fondi Mediaset per cui è stato condannato a carcere e interdizione dai pubblici uffici, e se, per  evitare quella pena che gli altri sessanta milioni di italiani starebbero già scontando, Silvio Berlusconi non riesce a farla cambiare in tempo, basta cambiare il Parlamento con uno tutto nuovo, a lui più congeniale.
Poco male se sarà l'Italia dei poveri italiani a pagare per la sua svendita. Parlamentari del Pdl, se così fosse, pagati o non pagati, vergogna!
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*Oggi è molto più facile che a luglio 2012 qiando già si leggeva che «la Borsa italiana, cenerentola delle borse mondiali, capitalizza ormai un terzo di quelle tedesca e francese, un ottavo di quella inglese. Sommando tutte insieme le società quotate si raggiunge un quinto del prodotto interno del paese (1.800 miliardi ca., ndr) e non si raggiunge la capitalizzazione della sola Apple mentre si supera di un soffio quella della Exxon...».