Il Pd cerca l'anti Zaia: le primarie il 23 novembre fra De Menech e Moretti?
Giovedi 4 Settembre 2014 alle 09:05 | 0 commenti
Di Marco Bonet
A novembre conosceremo il nome dell'anti Zaia, il candidato (la candidata?) investito dal Pd dell'arduo compito di disarcionare il governatore eletto quattro anni fa con il 60% dei voti ed ora pronto a bissare l'esperienza al piano nobile di Palazzo Balbi per un altro quinquennio. La data precisa ancora non si sa (sarà resa nota solo dopo il passaggio formale nella direzione del partito che si terrà nella seconda metà del mese) ma i sussurri in piazza De Gasperi parlano con insistenza di domenica 23 novembre, orizzonte che permetterebbe all'organizzazione di allestire seggi e gazebo senza affanni.
Nelle schiere forzaleghiste c'è chi si dà di gomito: «Basta che non sia domenica 2, il giorno dei morti...» ma al di là delle ironie (e nel centrodestra qualcuno mostra forse un po' troppa sicurezza) è ormai evidente che la personalità forte, «alla Chiamparino», in grado di mettere tutti d'accordo senza scannarsi in Veneto non è stata trovata, per cui i democrats dovranno ricorrere alle primarie e che vinca il migliore. Una soluzione per nulla scontata fino a poco tempo fa, specialmente dopo la brutta batosta di Padova, dove il candidato naturale, Ivo Rossi, è stato azzoppato ancor prima del «via» della corsa contro Bitonci proprio dal mesto risultato registrato nella gara di qualificazione fratricida con il civico Francesco Fiore. «La situazione è molto diversificata da Regione a Regione - spiega il segretario Roger De Menech -. In Toscana le primarie non si faranno, e probabilmente lo stesso accadrà nelle Marche. In Puglia se ne sta ancora discutendo mentre in Emilia Romagna la sfida tra Matteo Richetti e Stefano Bonaccini è già entrata nel vivo. Per quel che ci riguarda conto di convocare la direzione del partito nella seconda metà di settembre, appena sarà possibile, e in quella sede proporremo una data, che non è ancora stabilita, ed una bozza di regolamento, che ovviamente sarà oggetto di discussione e potrà essere migliorata. Entro novembre, comunque, avremo individuato il nostro candidato». Sarà comunque troppo tardi? Il politologo Paolo Feltrin, attento osservatore delle dinamiche elettorali della nostra regione, ieri ha stilettato i democrats dalle colonne di Venezie Post : «Il Pd è in affanno, mi chiedo se qui da noi non tentenni perché dà già per perse le elezioni...». Il duello con Zaia, come sempre quando si ha a che fare con un uscente, si annuncia durissimo anche perché a dispetto delle liti (basti pensare che dal Pdl, in consiglio regionale, sono nati per gemmazione tre gruppi diversi, due dei quali si fregiano del titolo di «Forza Italia») il centrodestra si ripresenterà certamente unito in coalizione la primavera prossima. Perfino il Ncd, che a Roma governa ormai saldamente col Pd, qui non pare avere tentazioni: «A livello nazionale serviva una scelta di responsabilità - ha detto la scorsa settimana il presidente del consiglio Valdo Ruffato, uno dei leader degli alfaniani - ma siamo e restiamo nel centrodestra e alle prossime Regionali saremo di nuovo al fianco di Zaia». Svanite le velleità del sindaco di Verona Flavio Tosi di buttarsi nell'agone, resta solo l'incognita del Movimento 5 stelle, che potrebbe scardinare gli equilibri cristallizzatisi in questi ultimi vent'anni dando vita ad un vero tripolarismo e facendo intravedere per la prima volta nella storia della Seconda Repubblica al centrosinistra la chance di una vittoria (la legge elettorale regionale, che pure sarà ritoccata a Palazzo Ferro Fini prima della scadenza del mandato, stabilisce che chi prende un voto più degli altri vince, anche se non supera il 50%). I nomi che circolano come papabili sfidanti alle primarie restano, per ora, quelli di sempre: Simonetta Rubinato, già parecchio attiva sul territorio tra barcamp e meeting vari, impegnata a colmare il gap di notorietà lontano dalla sua Treviso; Laura Puppato, che può contare sulla solida rete costruita in occasione delle primarie nazionali ma sconta l'effetto andata-e-ritorno da Roma (perché non è rimasta in consiglio regionale?); Alessandra Moretti, che molti accostano a Debora Serracchiani (pure lei dopo aver raggiunto un'improvvisa notorietà partì per Strasburgo, per poi tornare e sconfiggere il governatore uscente) scordandosi però che nel 2010 il centrodestra friulano si frantumò e la lista Un'altra Regione soffiò a Tondo un decisivo 2,4%. E se alla fine ci provasse lo stesso De Menech?
Da Il Corriere del Veneto
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