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Il paese cade a pezzi: a mancare è la sicurezza di non morire per questo

Di Giorgio Langella Martedi 14 Agosto 2018 alle 17:09 | 0 commenti

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Alluvioni, autocisterne che scoppiano, braccianti trattati come schiavi uccisi mentre tornano a casa stipati in furgoni, decine e decine di lavoratori morti nei luoghi di lavoro ... e oggi il crollo di un viadotto a Genova (foto Ansa) provoca decine di morti. Il paese cade a pezzi. Non esiste sicurezza. Non viene garantita. La vera sicurezza che manca nel nostro paese non è quella sbandierata dal vicepresidente del consiglio e ministro degli interni. Non è quella messa in pericolo da immigrati, profughi, "zingari" o "diversi". Nel nostro paese è assente la sicurezza di girare per le strade, di non essere sommersi da torrenti in piena, di andare a lavorare senza morire.

 

La sicurezza, nel nostro paese che cade a pezzi, viene cancellata dagli speculatori, da chi sfrutta le persone e il territorio, da chi pilota gli appalti, da chi ha voluto che lo Stato si facesse da parte, non contasse più nulla nei confronti di un "privato" sempre più potente e impunito. Così dobbiamo piangere i morti, assistere e subire tragedie che difficilmente possono essere considerate fatalità. C'è sempre una ragione, una causa. E la causa è dovuta ad appalti fatti al ribasso, all'uso di manodopera sfruttata, malpagata, non qualificata, alla decisione di lasciare le cose come stanno fino alla prossima tragedia, all'avvio di "grandi opere" che devastano il territorio. A uno Stato che chiude gli occhi. A una giustizia che difficilmente colpisce i responsabili di tanto scempio.

E allora chiediamo (e lottiamo per questo, perché nessuno ci regalerà mai niente) che lo Stato, il "pubblico", torni ad essere protagonista, controllore e pianificatore dello sviluppo. Che garantisca a ogni cittadino un lavoro sicuro e stabile. Si caccino i dirigenti pubblici incapaci, chi truffa, chi corrompe e si lascia corrompere. Si faccia un grande piano di risanamento e di messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture, delle scuole, degli ospedali, del patrimonio pubblico e non solo. Si faccia opera di prevenzione e di repressione colpendo in maniera severa e inflessibile chi ha responsabilità nelle tragedie. Senza guardare in faccia nessuno. Senza favoritismi o giustificazioni per chicchessia.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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