Il massacro: genocidio in Libia, 10mila morti
Giovedi 24 Febbraio 2011 alle 02:42 | 0 commenti
Rassegna.it - Secondo Al Arabiya le vittime della repressione crescono a dismisura. Oltre 50mila i feriti. A Tripoli si scavano fosse comuni. Fucilati 130 soldati: si rifiutavano di sparare sulla folla. L'Ue prevede 1,5 milioni di profughi.
La dimensione del massacro in Libia ha raggiunto proporzioni drammatiche. Le cifre che circolano da qualche ora parlano di un vero genocidio: le vittime dall'inizio della rivolta sarebbero almeno diecimila secondo Al Arabiya, che cita un membro della Corte penale internazionale. Le stesse fonti parlano di oltre 50mila feriti.
Intanto, un video testimonia in maniera inequivocabile che si stanno scavando fosse comuni sul lungomare di Tripoli.
Dunque Gheddafi sembra intenzionato a mantenere le promesse fatte nel suo discorso alla tv la scorsa notte, quando aveva annunciato una risposta "simile a Tiananmen" alle proteste dei manifestanti. "Ho dato ordine alla polizia e all'esercito di annientare i ribelli - aveva avvertito il rais, apparso furioso e alterato - il territorio verrà bonificato casa per casa". E ancora: "Sono il leader della rivoluzione, non un presidente che si dimette". "Morirò qui come un martire". I manifestanti sono "ratti pagati dai servizi segreti stranieri, una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù".
Un misto di violenza e minacce, quello di Gheddafi, che stanno drammaticamente trovando conferma nei fatti, che con il passare del tempo assumo contorni sempre più mostruosi. E' agghiacciante ad esempio la notizia diffusa da una giornalista tunisina, Souhayr Belhassen, presidente della Fidh, la Federazione Internazionale per i Diritti Umani, secondo la quale almeno centotrenta soldati libici sono stati fatti giustiziare dai loro superiori per essersi rifiutati di obbedire all'ordine di sparare sui manifestanti anti-governativi.
E un nuovo allarme arriva dal sito Articolo21 che cita "una ex diplomatica libica" che dice: "Si teme che il pazzo usi arme chimiche". La fonte racconta anche "del suo massiccio ricorso a mercenari africani. La certezza è che Gheddafi e i suoi sono pronti a tutto, consapevoli che nessuno al mondo li accoglierà ".
Ma nonostante la feroce repressione, il regime di Muammar Gheddafi sta perdendo sempre più il controllo del Paese, in particolare della parte orientale: lo dicono diverse fonti e l'agenzia Agi riferisce che c'è anche chi sostiene che a Derna, a 1250 km da Tripoli, sia già stato creato un emirato islamico, sotto la guida di un ex prigioniero di Guantanamo. Anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha detto che la Cirenaica e' ormai sotto il controllo degli insorti. Un video, girato sul litorale di Tripoli, ha mostrato decine di fosse scavate nella sabbia.
Intanto, con il progressivo aggravarsi della situazione nelle ultime ore aumentano il timore che ci sia un esodo di massa dalla Libia, verso la Tunisia (negli ultimi due giorni, più di 5.700 persone avrebbero attraversato il confine), ma anche verso l'Italia. E il ministro Frattini chiama in causa l'Ue: "L'Unione europea attraverso Frontex assuma il controllo della gestione dei flussi migratori che potrebbero arrivare sulle coste italiane e non solo". "E' ora - ha aggiunto il ministro parlando al Senato - che l'Europa prenda il coordinamento di un eventuale flusso migratorio", che l'Italia e altri paesi da soli "non possono fronteggiare".
Ma proprio Frontex, l'Agenzia dell'Ue per il controllo delle frontiere, crede che le rivolte nel Nordafrica potrebbero spingere in Europa tra 500.000 e 1,5 milioni di immigrati che "si dirigeranno principalmente in Italia, Malta e Grecia". E' quanto riferiscono fonti di Bruxelles secondo cui "si tratta di persone di origine subsahariana che lavorano in Libia e Nordafrica" e che "si dirigeranno principalmente in Italia, Malta e Grecia
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