Il massacro di Parigi, 50 anni fa
Domenica 23 Ottobre 2011 alle 11:52 | 0 commenti
1945 - Mentre la Francia celebra la fine del Terzo Reich e il trionfo dei "valori" della democrazia sul nazismo, dall'altra parte del Mediterraneo si sta per scrivere una delle pagine più nere dell'epoca coloniale. A Sétif, a 300 chilometri da Algeri, un gruppo di manifestanti chiede la liberazione del leader del Partito Popolare Algerino, Messali Hadj. Tutto si svolge pacificamente fino a quando non viene sollevata la bandiera dell'Algeria, vietata dal governatorato generale francese. Di fronte alla polizia che spara sulla folla, esplode la rivolta degli algerini e al termine della giornata si contano 103 morti francesi.
Si scatena una violentissima repressione, condotta dal generale Duval: coprifuoco e istituzione della legge marziale, spedizioni punitive, raid aerei contro uomini, donne e bambini. In poche settimane, sono uccisi dai 6mila agli 8mila algerini (45mila nella memoria collettiva algerina).
16 anni più tardi in Francia questa volta, si svolge il massacro di centinaia di algerini che volevano manifestare per il centro di Parigi chiedendo l'indipendenza del loro Paese.
 Siamo nel 1961, in piena guerra d'Algeria e la risposta della Francia colonialista è terribile: centinaia di morti, molti scomparsi, corpi gettati dagli sbirri nella Senna... E poi il silenzio, l'oblio e la rimozione.

In Francia nel '61 la crisi della guerra d'Algeria scuoteva il governo di De Gaulle, nello stesso periodo avvenivano massacri e torture sistematici in Algeria mentre si avviavano i primi contatti per la negozazione tra la Francia e FLN (Fronte di Liberazione nazionale) dell'indipendenza algerina.
 A Parigi ci sono stati diversi attentati conto poliziotti che organizzavano "rafles" (termine per indicare brutali retate in stile di quelle contro gli ebrei durante il regime di Vichy) selvagge contro i nordafricani.
Nello stesso tempo si è attivata un'organizzazione di esterma destra armata, l'OAS (Organisation Armée Secréte) apertamente ostile ad ogni forma di negoziato sull'Algeria. Questa formazione nazionalista è apertamente razzista e conta su un forte appoggio tra le forze armate e quelle di polizia.
In questo clima estremamente teso alcuni "flics", certi dell'impunità , compiono dei sequestri e uccisioni di algerini. Nei mesi di settembre e ottobre 1961 i casi di cadaveri massacrati sconoscuiti ritrovati nella Senna o nei boschi vicino Parigi aumentano in maniera esponenziale.
 La situazione è esplosiva e il prefetto di Parigi, tale Maurize Papon, prefetto di Lille e collaboratore dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, ordina il 5 ottobre il coprifuoco per tutti gli Algerini. E' solo l'ultimo di alcuni di atti razzisti e criminali contro la popolazione Algerina. L'Fln, profondamente radicato nel territorio, per dimostrare la propria forza e il proprio seguito in un momento cruciale dei negoziati, lancia una manifestazione di tutti gli Algerini in centro a Parigi contro il coprifuoco.
Una manifestazione imponente per mostrare la tenacia della lotta per l'indipendenza e contro il colonialismo Francese. Per il governo Francese la manifestazione era un atto di guerra di un "gruppo terroristico" sul suolo della capitale della Francia metropolitana. 
Viene data carta bianca al prefetto Papon per reprimere la manifestazione che deve essere impedita.
 Quella sera del 17 ottobre 1961 oltre 15.000 Algerini vengono arrestati in rastrellamenti su tutta Parigi e portati in centri di detenzione che diventano macellerie. Laddove si forma un abbozzo di corteo la polizia apre il fuoco su manifestanti disarmati e spacca teste con i suoi manici di piccone lunghi oltre 1 metro. I morti sono immediatamente moltissimi. In centro a Parigi, vicino al Ponte Saint Michel, nel quartiere dove vivono centinaia di algerini si forma un corteo che viene attaccato dai "flics".
La scena, descritta dai testimoni, è raccapricciante: sotto le finestre della Prefettura di Parigi, gli Algerini vengono massacrati, decine di corpi di morti e moribondi vengono lanciati dal ponte nella Senna, i rimanenti vengono portati nella corte della Prefettura e picchiati ancora e ancora (80 strangolati solo in quel luogo). Nei centri di concentramento i pestaggi vanno avanti per oltre 2 giorni, senza la presenza di occhi indiscreti, poi ci sono le espulsioni di massa in Algeria.
Decine e decine di algerini "sono scomparsi", cadaveri riaffiorano a decine dalla Senna nei giorni successivi.
La polizia comunica alla stampa di essere stata attaccata da persone armate e che si è difesa causando 2 morti (poi diventati 3) e diversi feriti!!! La stampa salvo rarissime eccezioni ci crede, su quella giornata cade il silenzio e l'oblio. La cifra di morti ufficiale è ancora quella di 3 (gli storici realisti la collocano tra 200 e 300), nessuno è stato condannato per i fatti. Quattro mesi dopo, l'8 febbraio 1962, nove dei manifestanti francesi più impegnati, che avevano denunciato l'OAS (Organisation de l'armée secréte) trovarono la morte nel métro di Parigi, alla fermata di Charonne.
Da Luc Thibault:
Il 12 Novembre l'USB (Unione Sindacale di Base), proietterà il film Nuit Noire di Alain Tasma, in lingua francese, nella sua sede di via 29 Aprile, zona "Le Fontane", alle ore 20.
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