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Il Giro d'Italia ferma a Praia a Mare e nessuno ricorda i lavoratori della Marlane-Marzotto

Di Giorgio Langella Martedi 10 Maggio 2016 alle 21:55 | 0 commenti

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Oggi, per la prima volta, la carovana del Giro d'Italia si è fermata a Praia a Mare. Praia a Mare mi ricorda la Marlane-Marzotto. Ho cercato, tra le notizie sportive, qualcosa relativo a quanto è successo là, alle decine di persone che lavoravano in quello stabilimento tessile e che sono morte di tumore. Non ho trovato niente. Eppure, quella avvenuta nella fabbrica calabrese, è una delle tragedie del lavoro più gravi avvenute nel nostro paese. Qualcosa che dovrebbe risvegliare le coscienze di ognuno. E, invece, niente, neppure un flebile accenno. Le vittime della Marlane sono morte in silenzio, un poco alla volta, senza “fare notizia”. E continuano a morire cancellate da un'indifferenza talmente simile all'omertà da sfiorare la complicità.

Non sono a conoscenza se i ciclisti siano passati vicino alla fabbrica dei veleni (come viene chiamata la Marlane), se hanno rivolto uno sguardo a quello stabilimento dismesso, se qualcuno di loro sia consapevole di cosa fosse successo tra quelle mura.
So solo che, nonostante un processo di primo grado finito senza condanne e un processo di appello che inizierà lunedì prossimo, anche oggi il silenzio sulla tragedia della Marlane è continuato.
E allora, penso sia giusto che qualcuno ricordi, che si tenti almeno di rompere quel velo di oblio che nasconde la verità.
Io lo faccio e vi chiedo di fare altrettanto. In un giorno che celebra lo sport si abbia coscienza che, a causa di condizioni di lavoro evidentemente precarie, a Praia a Mare si sono ammalate e sono morte decine di lavoratrici e lavoratori nell'indifferenza generale. Si sappia che questo è avvenuto perché “lorpadroni” pensavano solo al proprio profitto.
E si sappia che, ad oggi, giustizia non è stata fatta.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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