Quotidiano | Categorie: Sanità, Informazione

Il Giornale di Vicenza perde altre 2.842 copie: anche Gervasutti non lo legge, ebola docet

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 8 Novembre 2014 alle 01:41 | 0 commenti

ArticleImage

Tempi duri per la carta stampata, anche se da gennaio noi lanceremo, gasatissimi, un "nuovo", rivoluzionario VicenzaPiù su carta. Se Il Gazzettino chiude l'ultima sua redazione nel Vicentino, quella di Bassano, e i suoi collaboratori scriveranno solo "online", Il Giornale di Vicenza non solo non assorbe i lettori altrui ma, in base algli ultimi dati ADS (Accertamento diffusione stamp) tra agosto e settembre 2014 perde altre 2.942 copie al giorno.

Se il GdV dalle 35.009 copie estive giornaliere è precipitato a 32.067 tra vendite in edicola, abbonamenti e "altre", quelle on line, che ora "fanno numero", a differenza del passato quando erano conteggiate solo a parte, non contribuiscono a nascondere l'ulteriore debacle del quotidiano confindustriale diretto da Ario Gervasutti.

Ma, cosa forse ancora più grave, ora anche il direttore, ex Gazzettino ed ex (?) galaniano, contribuisce, ulteriormente, di suo al crollo perchè anche lui non legge più il giornale di cui pure è responsabile.

O, almeno, ha dimenticato di leggere almeno il numero, sempre a sua firma, di mercoledì 5 novembe, quello che in prima pagina sparava «Altro che ebola. La quarantena è già violata» e che a tutta pagina nella prima di cronaca urlava: «In quarantena per ebola, va in cardiologia».

Avrà dimenticato di leggerlo, perchè non possiamo pensare che abbia dimenticato, se l'avesse letto, quello che vi era scritto e che oggi ha di fatto smentito con una serie di gaffes, ripetiamo se l'avesse letto, in un rabbioso corsivo titolato «Ebola alla vicentina e la psicosi dell'ignoranza» (quì integralmente riportato per rendere tutto trasparente, noi siamo fatti così, ai nostri lettori).

Lo ha smentito il pezzo di Franco Pepe pur di mettere una toppa alle reazioni infuriate di chi lo ha letto con attenzione, tra cui soprattutto le Ulss (Ebola, Ulss vicentine unite contro gli allarmismi: "contagio estremamente improbabile"), e dopo il nostro commento (Ebola, infarti, ispezioni di Zaia, politica. E 130 cents spesi per titolo e foto del GdV) a quello che è parso chiaramente un abuso delle forzature pur di fare clamore in locandina e perdere qualche copia in meno delle 2.942 copie perdute a settembre, che si aggiungono alle tante altre perse per la crisi ma anche, chissà,  per la gestione (distratta, di natura o di comodo?) di Ario.

Leggete voi stessi quello che ha scritto Ario (a proposito lui, intanto, il nostro nome non lo fa, ma a noi, per trasparenza, piace fare senza ipocrisia quello del direttore maximo, che è così originale, coraggioso?, che non sa scriverne uno così normale come quel mio Giovanni, messo come firma al pezzo in cui chiamo ironicamente "scafandri", ricordate questa parola, dopo capirete, le tute di protezione degli operatori sanitari andati al Del Din per prelevare il colonello Usa in quarantena e poi infartuato.

Allora Gerva oggi, dopo il titolo «Ebola alla vicentina. La psicosi dell'ignoranza», esordisce nel suo corsivo riparatore così: «Siamo stati facili profeti: la surreale gestione dei reduci dalle zone colpite da ebola avrebbe ingenerato confusione e, nel peggiore dei casi, psicosi. Così è stato. Con l'aggravante, per pochi, di un abisso di ignoranza e stupidità manifestato dall'accusa a questo giornale di aver raccontato esattamente ciò che è accaduto...».

Mercoledì, per non parlare della drammatica locandina nelle edicole, sfondava la prima pagina un «Altro che ebola. La quarantena è già violata».

Vai, Giova, tu che hai accusato quel giornale, esageri: Ario non ha letto solo la prima pagina del suo sussidiArio.

In cui oggi scrive «...basta un servizio della Tv americana dal titolo "Soldati americani reduci dalla missione anti ebola in quarantena a Vicenza" per mobilitare i mezzi d'informazione nazionali e internazionali: se li mettono in quarantena - pensano - vuol dire che c'è qualche rischio. Non è così, ovviamente, e questo giornale lo ha spiegato ben prima e anche dopo il ritorno dei soldati Usa...».

E, infatti, lunedì nella prima di cronaca il titolo a tutta pagina  era «In quarantena per ebola, va in cardiologia».

Vai, Giova, nessun allarmismo a Vicenza, è in Usa che sono allarmisti... Parola di Ario, che non ha letto o solo dimenticato il titolo in cronaca.

Infatti Gerva che aggiunge alla sua analisi contro gli "allarmatori" e i "dietrologi", i Giova del caso, che «La psicosi ormai ha però iniziato a diffondersi: finchè sabato sera un nostro collaboratore casualmente vede un'ambulanza del San Bortolo uscire dalla Del Din. Una telefonata all'interno della base conferma che un soldato è stato colto da malore, ma né gli americani né l'ospedale ammettono che si tratti di uno dei "reduci" dall'Africa. E allora ...».

Ora, intanto, avete capito perchè vi ho chiesto di ricordare la parola "scafandro" da me usata  mercoledì quando aprivo il mio corsivo allarmistico, sul GdV?, così «Oggi su Il Giornale di Vicenza compariva in prima pagina la foto di un operatore sanitario con lo "scafandro" d'ordinanza contro le malattie infettive...).

Ma, dopo questo mio sollazzo dialettico, chiediamoci noi ora, mi pare più importante, perchè Ario si chiedesse oggi, riferendosi ai sani dubbi di Franco Pepe, lo storico cronista di sanità del GdV, che per caso girava sabato intorno al S. Bortolo, come in passato, per caso, girava come collaboratore di enti regionali "contigui" alla sanità, «gli infermieri indossavano gli scafandri».

Ma proprio Pepe mercoledì nel pezzo a cui fa riferimento il suo direttore, che non legge o dimentica (io mi trascino con i miei 63 anni ma Ario di anni ne ha solo 53 e a meno che non sia affetto da senilità precoce...), scriveva testualmente: «L'equipaggio non ha addosso le tute speciali di protezione...» .

Giova, certo che tu sei proprio malfidato, penserà Ario che poverino non ha avuto proprio il tempo di leggere l'articolo che difende dalle interpretazioni malevoli, e che domani ti rifilerà, meritatamente,  un altro sberleffo dopo che Gerva ha sinceramente rivelato che Franco Pepe, che per caso sabato era a passeggio davanti al S. Bortolo e che per aver visto che un'ambulanza usciva dal nosocomio, cosa evidentemente rara per Pepe, telefonava subito ma attendeva addiritura lunedì «la verità, cioè che un ufficiale in quarantena ha avuto un infarto e che è stato ricoverato in cardiologia. È del tutto evidente - quindi - che ebola in questa storia non esiste (altrimenti non sarebbe stato di certo ricoverato in mezzo agli altri pazienti)...».

E no, Gerva, Franco Pepe, leggilo la prossima volta, scriveva: «l'ufficiale Usa arriva al San Bortolo e viene subito collocato, prudenzialmente, nella stanza di isolamento del pronto soccorso predisposta per i casi sospetti...».

Dobbiamo continuare?

Sto scrivendo ben dopo l'una di notte ma forse è meglio, così Ario non leggerà neanche il mio di articoletto, visto anche che non so nè leggere nè scrivere, ricordate anche questa frase, e io sabato potrò svegliarmi senza il terrore che mi incutevano ogni mattina della primavera del 2009  le accuse roboanti del GdV all'epoca di Antonacci, perchè io a 63 anni non dimentico quei giorni e perciò ve li ricordo, per autoridurre la mia credibilità, se lo ritenete giusto, e per evitare a Gerva la noia di farlo per me, che è da allora che io sono indagato... per i terribili misfatti "scoopati" dalla copia Antonacci&Tolettini.

Sto scrivendo ben dopo l'una di notte, dicevo, perchè mi piace il mio lavoro e in redazione tutti vogliamo che i nostri lettori, specialmente quelli che non comprano più il lapidArio, siano informati, lo ribadisce come un mantra Gerva, che «Ebola non c'entra niente, e lo abbiamo scritto dal primo all'ultimo giorno...», su un altro giornale?, e che «c'entra invece la psicosi che ha spinto tutti a costruirsi protocolli "ad personam"»

Pepe, però, ops, aveva scritto che il dr. Cardone aveva dichiarato di essersi attenuto «rigidamente alle direttive del ministero e della Regione» e allora Ario Gervasutti la butta sul «paradosso» delle «migliaia di sconosciuti», eccoli quà finalmente i brutti e cattivi, oltre al sottoscritto, per i direttori illuminati alle Gervasutti di quotidiani altrettanto illuminanti, che «ogni giorno arrivano con i barconi dall'Africa... senza controlli né screening, e si spargono per l'Italia e l'Europa in barba a qualsiasi norma di prevenzione; invece soldati che sono andati in Africa a fare il loro dovere superprotetti e controllati, quando ritornano devono sottostare a una quarantena inutile che ha solo contribuito a alimentare ulteriormente la psicosi».

E qui arriva l'apoteosi, magari suggerita da Publiadige che dalle Ulss vicentine riceve annualmente copiosi investimenti pubblicitari (per promuovere cosa a volte è difficile capirlo, ma noi, si sa, siamo invidiosi dei budget altrui, magari, invece, conquistati con merito grazie alla sapienza sanitaria di Pepe).

Ario Gervasutti brucia il numero di mercoledì del suo Giornale di Vicenza (ecco, ora l'abbiamo capito, non è che non l'avesse letto, ma o l'aveva subito incenerito o glielo avevano bruciato per non farglielo leggere) e dichiara ai quattro venti ): «riteniamo che i medici di Vicenza abbiano tenuto un comportamento coerente e razionale. Ciò che abbiamo denunciato è il ridicolo sovrapporsi di protocolli inutili. La stragrande maggioranza dei vicentini, per fortuna, l'ha capito perfettamente».

In effetti anche noi pensiamo che l'abbia capito perfettamente la stragrande maggioranza dei vicentini, che sono circa 800.000 a fronte dei 32.000, uno più due meno di settembre?, che hanno comprato il GdV.

E ancora una volta, caro Ario, siamo d'accordo con te quando chiudi scrivendo che non l'hanno capito solo «quei pochi che non sapendo né leggere né scrivere delirano di allarmismi, complotti, attacchi a destra e sinistra, retroscena politici. Se una persona legge il contrario di ciò che c'è scritto sul giornale, è questa persona ad avere bisogno di un medico. Ma di uno bravo».

Da domani cercherò di scoprire chi è il medico curante del direttore del giornale di via (in)Fermi.

Magari gli converrà che non sia vicentino perchè, statisticamente per lo meno, i colleghi "amareggiati" di Cardone è più facile che rientrino nella stragrande maggioranza di quelli che hanno capito.

Che prima di scrivere, bisognerebbe leggere.

Saperlo fare viene dopo e non è qualità della stragrande maggioranza.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News



Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network