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Il Fatto: ha guadagnato un milione vendendo azioni per altri "invendibili", fuori l'indagato Zigliotto dalla Banca Popolare di Vicenza

Di Rassegna Stampa Mercoledi 2 Dicembre 2015 alle 09:38 | 0 commenti

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Il capo della locale Confindustria, nei guai per aggiotaggio, ha fatto vendere dall’istituto le sue azioni prima che il titolo crollasse. Ha guadagnato un milione

Ieri il consiglio d'amministrazione della Popolare di Vicenza ha preso atto delle dimissioni di uno dei suoi membri più titolati, il presidente della Confindustria di Vicenza Giuseppe Zigliotto. L'imprenditore è indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza insieme all'ex presidente Gianni Zonin e all'ex consigliere Giovanna Dossena, che si erano già dimessi nei giorni scorsi. Il comunicato ufficiale ci informa che il cda esprime all'uscente "un vivo ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni e per il contributo apportato alla Banca".

Quale contributo ha apportato Zigliotto? L'ha raccontato Vittorio Malagutti sull'ultimo numero dell'Espresso: a febbraio scorso è riuscito a farsi vendere dalla banca stessa (visto che il titolo non è quotato) azioni della Popolare per 5,5 milioni, giusto poche settimane prima che il consiglio di cui faceva parte proponesse il taglio del prezzo da 62,5 a 48 euro per azione. La tempestività dell'operazione gli ha fatto guadagnare oltre un milione di euro, un bel risultato, trattandosi di titoli non più commerciabili e valutati non più di 15 euro.

Il caso della Popolare di Vicenza è l'altra faccia dei salvataggi bancari. A quanto pare è stato l'intervento della Bce - da un anno subentrata alla Banca d'Italia nella vigilanza sui maggiori istituti - a limitare, per ora, i danni. Zonin, Dossena e Zigliotto sono accusati di ostacolo alla vigilanza per non aver scritto nei bilanci degli scorsi anni che buona parte degli aumenti di capitale con cui è stata tamponata la mala gestio sono stati sottoscritti dalla clientela con soldi prestati dalla Popolare stessa.

IL PARCO BUOI

I 117 mila soci della Bpvi hanno perso l'80% del valore del loro investimento
La Banca d'Italia non si è accorta di niente per anni. Appena arrivata la vigilanza Bce, e appena nominato il nuovo amministratore delegato Francesco Iorio, il presunto ostacolo alla vigilanza è diventato apparentemente inefficace, e nel giro di poche settimane è stato deciso l'azzeramento di 974 milioni di capitale, in quanto corrispondente a un credito equivalente nei confronti dei sottoscrittori.

Non solo. In molti casi si sospetta che la sottoscrizione di azioni sia stata estorta alla clientela come condizione per la concessione del credito. A differenza di quanto accaduto nel caso delle quattro banche salvate con l'operazione governo-Bankitalia del 22 novembre scorso (vedi articolo nella pagina precedente), in cui decine di migliaia di risparmiatori hanno visto cancellati di autorità i loro crediti, la nuova gestione della Popolare Vicenza si appresta a riconoscere le colpe del ventennio di Zonin. Tra le decisioni di Iorio, che sta rapidamente cambiando tutte le prime linee del management, c'è quella di accantonare 371 milioni di euro in vista del contenzioso con i propri soci. La banca sa di aver violato le norme sulla tutela degli investitori nel collocamento delle proprie azioni e obbligazioni, anche perché la cosa, sfuggita alla vigilanza Bankitalia, è stata accertata dalla Bce.

D'altra parte era noto a tutti gli interessati, fuorché al mercato, che la Bpvi avesse la cattiva abitudine di violare la normativa Mifid, quella che dovrebbe tutelare i risparmiatori da possibili agguati tesi ai loro soldi agli sportelli delle banche. Nei giorni scorsi Adusbef e Federconsumatori hanno denunciato alla magistratura il curioso fatto che la Consob ha in passato avviato un'ispezione sulla banca vicentina ed è arrivata a decidere una sanzione di 73 mila euro complessivi per il consiglio d'amministrazione, proprio per violazioni alla normativa Mifid, cioè per aver ingannato più o meno gravemente i propri clienti. Solo che ha deciso di mantenere riservata la decisione, evitando di pubblicarla sul proprio bollettino, ed evitando così alla Popolare Vicenza danni reputazionali. Adusbef e Federconsumatori chiedono dunque alla magistratura penale di spiegare perché un'istituzione preposta alla trasparenza dei mercati finanziari abbia scelto di privilegiare la riservatezza di una delle maggiori banche italiane anziché il diritto dei risparmiatori di sapere.

Tutto questo mentre i 117 mila azionisti della Bpvi hanno già perso almeno l'80 per cento del loro investimento e mentre Iorio, per salvare la banca, dovrà chiedere al mercato 1,5 miliardi entro la prossima primavera.

Giorgio Meletti, da Il Fatto Quotidiano


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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