Celestino Piz e Spisal Ulss 6: l'andamento infortunistico
Sabato 7 Febbraio 2015 alle 14:49 | 0 commenti
Il dott. Celestino Piz, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Ulss 6 di Vicenza, Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, invia come ogni anno a quelli che definisce "collaboratori della prevenzione" dati e commenti sull’andamento infortunistico chiedendo di essere aiutato, con la loro pubblicazione, a sensibilizzare le aziende, la società e gli enti- associazioni che si occupano di questi aspetti.
«Quest’anno - premette Piz - abbiamo aggiunto l’andamento delle malattie professionali e alcuni accenni sull’attività pianificata»
Sempre in premessa il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Ulss 6 segnala che:
a) si registra un incremento degli infortuni (qui i dati del 2014) che probabilmente sarà ancora più marcato nel 2015 e per questo si deve pensare a nuove forme di intervento dato che le aziende ispezionate sono solo il 5% del totale ogni anno ;
b) che nei comparti già contattati da tempo (nella metalmeccanica a cui appartiene ancora il 20% delio infortuni, il Dipartimento è intervenuto 4 volte) si interverrà con forme di comunicazione “estese ma agiliâ€, ad esempio con comunicazioni via PEC con allegati che permettano di instaurare un dialogo veloce con le aziende. Questo è necessario perché l’assetto produttivo è in continua evoluzione e si deve essere in grado di percepirne le variazioni per adeguare l'attività del Dipartimento stesso;
c) che esiste un nuovo comparto di intervento
Il dott. Celestino Piz, dopo aver precisato che non ha parlato dei casi mortali perché ne ha accennato nella comunicazione di ottobre (a questo proposito segnala che le previsioni che facevamo utilizzando i dato dei primo 9 mesi erano “sbagliate†del 2% pari a 43 infortuni) allego il suo commento che pubblichiamo di seguito integralmente dando atto che la collaborazione con i media dello SPISAL è fondamentale anche perchè è attendibile.Dott. Celestino Piz
Ulss 6 Vicenza infortuni sul lavoro e malattie professionali nell’anno 2014: saltare sul treno della ripresa senza farsi male
PREMESSA
Con la collaborazione del Pronto Soccorso e del SUEM, lo SPISAL di Vicenza controlla tutti gli infortuni che si verificano nel territorio di competenza. Questo permette di intervenire immediatamente nei casi più gravi e di seguire nel tempo l’andamento del fenomeno. La collaborazione è stata codificata e rafforzata nel 2014 da una procedura provinciale sottoscritta con la Procura della Repubblica da tutti gli SPISAL e da tutti gli ENTI - Servizi interessati a vari titolo (SUEM – Forze di Polizia – Carabinieri – Direzione Territoriale del Lavoro– Vigili del Fuoco, ecc.).
In merito alle malattie professionali, oltre all’obbligo del referto di cui all’art. 365 del C.P. e della denuncia di cui all’art. 139 del DPR 1124/65 entrambi in capo al medico che ne stabilisce la diagnosi ed il possibile nesso lavorativo, l’accesso alla banca dati INAIL permette di verificare – anche se ad istruttoria conclusa – i casi di tecnopatia per i quali è stato compilato un primo certificato medico. La collaborazione con l’Istituto assicuratore riduce progressivamente il numero di casi di malattia professionale che non pervengono allo SPISAL. Rimane tuttavia una probabile sottostima dei casi di neoplasia che possono essere correlati con esposizioni professionali in quanto, non distinguendosi frequentemente tali patologie da quelle cosiddette “spontaneeâ€, non diventano oggetto di referto o denuncia.
ANDAMENTO INFORTUNI
Nel 2014 si sono verificati 332 infortuni in più rispetto al 2013 (+ 15%).
Suddividendo i casi per comparti produttivi, emerge che l’incremento è generalizzato. Fanno eccezione Trasporti e Acciaierie che mostrano un’ulteriore riduzione dei casi.Â
I comparti in cui si sono registrati gli incrementi maggiori sono:
·        Industrie manifatturiere in genere (+ 26,8%)
·        Servizi (+22,9%)
·        Metalmeccanica (+ 15,9%)
·        Edilizia (+ 15,8%)
·        Agricoltura (+ 13,8%)
Dobbiamo sottolineare che dal 2008 il comparto “Servizi†è quello in cui avviene il maggior numero di infortuni, ha raggiunto il 30% del totale) superando la Metalmeccanica, che ora rappresenta il 20% del totale.Â
Interessante l’eccezione rappresentata dai “trasporti†in cui si registra una lieve riduzione. Infatti, se ipotizziamo che l’aumento generale sia legato alla ripresa produttiva, a questa dovrebbe corrispondere una maggior movimentazione delle merci.
La riduzione di infortuni nei trasporti può essere spiegata, con la riduzione generale del traffico e con i fatto che la movimentazione su strada delle merci avviene in maniera più sicura. Quest’ipotesi è suffragata anche dal fatto che si è ridotto anche il numero di infortuni stradali (sia quelli in itinere sia quelli che coinvolgono persone che lavorano spostandosi su strada).
DOBBIAMO ALLARMARCI?
La risposta è duplice:
1.     dobbiamo allarmarci perché, oltre all’andamento in crescita degli infortuni del 2014, gli ultimi dati economici indicano che la “ripresa†si consoliderà determinando probabilmente un incremento del numero assoluto di infortuni;
2.     dobbiamo però avere fiducia nella capacità delle aziende di mantenere e migliorare, anche con la costante azione di stimolo e di verifica degli SPISAL, i livelli di sicurezza che hanno determinato il progressivo contenimento dei tassi (o indici) di frequenza. Che la riduzione degli infortuni di questi anni, pur influenzata dalla crisi e dalla conseguente riduzione produttiva, sia legata all’impegno costante della maggioranza delle aziende e alla loro organizzazione per la sicurezza, è provato anche dai dati dell’INAIL. Considerando i TASSI, che mettono in rapporto il numero di eventi con il numero di lavoratori assicurati nell’anno e che sono pertanto indipendenti dalla contrazione occupazionale determinata dalla crisi economica, ricaviamo la tabella che segue. Confrontando i tassi del 2012 (ultimo anno per cui è disponibile il numero di occupati) con quelli del 2006 si nota che si sono infortunati meno di 20 lavoratori ogni 1.000 occupati contro i 27 del 2006.Â
Indicatore | 2006 | 2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 |
ADDETTI | 114.426,1 | 113.033,9 | 114.201,9 | 106.233,0 | 103.838,2 | 103.150,4 | 103.133,5 |
TASSO GREZZO | 27,2 | 26,9 | 24,9 | 22,7 | 23,3 | 21,7 | 19,5 |
DURATA MEDIA (GG) | 28 | 27 | 29 | 28 | 29 | 29 | 31 |
Uno sguardo al passato mostra che oggi gli infortuni sul lavoro sono molto meno della metà di quelli che accadevano nel 1996 (primo anno con dati completi dopo l’istituzione dell’ULSS n. 6) e molti comparti produttivi hanno registrato flessioni ancor più consistenti con enormi vantaggi per tutti.
Dobbiamo ricordare infatti che oltre alle conseguenze individuali in termini di sofferenza, di capacità lavorativa residua e di perdita economica, gli infortuni sul lavoro determinano un costo sociale di terapia e riabilitazione che risulta pertanto sensibilmente ridotto grazie al dimezzamento dei lavoratori che sono ricorsi alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. Una diminuzione degli indici infortunistici si traduce in un risparmio anche per le aziende, generato da minori spese legate a subentri di manodopera, sanzioni penali, contenziosi sul piano civile, premi assicurativi, ecc.
ANDAMENTO MALATTIE PROFESSIONALI
Riprendendo quanto affermato in premessa, nella tabella che segue mostriamo l’andamento delle malattie professionali denunciate negli anni 2010-2014 mettendo anche a confronto quelle pervenute allo SPISAL con quelle registrate dall’INAIL.
Malattie professionali | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 |
Pervenute allo SPISAL | 66 | 44 | 77 | 97 | 110 |
Registrate dall’INAIL | 117 | 124 | 144 | 138 | dato non ancora disponibile |
Pur non avendo raggiunto la corrispondenza tra certificati inviati all’INAIL e denunce pervenute allo SPISAL, è evidente come tale scarto vada progressivamente riducendosi.
In merito alla prevalenza delle patologie professionali, registriamo – come avviene a livello nazionale – il costante incremento percentuale delle malattie muscolo- scheletriche dovute soprattutto al sovraccarico della colonna vertebrale (movimentazione manuale di carichi) e agli arti superiori (da movimenti ripetitivi).
L’incremento delle neoplasie, costituite in gran parte da mesoteliomi pleurici, è purtroppo un dato atteso stante la lunga latenza di questa malattia rispetto all’esposizione professionale collocabile tra l’inizio degli anni ‘60 e la fine degli anni ’80.
MP pervenute allo SPISAL | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 |
Patologie muscolo scheletriche | 10 | 21 | 50 | 50 | 68 |
Ipoacusie e altre neuropatie | 29 |
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.