Il Don Mazza dopo il triennio Zoso: bilanci a posto, ma non se ne conosce il prezzo
Martedi 27 Dicembre 2011 alle 16:11 | 1 commenti
Lo scorso 6 dicembre 2011 nella Residenza "Giuseppe Tosi" di Padova si è svolto il periodico Consiglio d'Amministrazione del Collegio Universitario "Don Nicola Mazza". È stata questa l'ultima riunione presieduta dall'ex deputato della dc vicentina Giuliano Zoso, presidente del CdA dal 2009, visto il mandato in scadenza e la sua stessa scelta di non rinnovarlo, forse anche per le polemiche che lo hanno coinvolto dopo l'inchiesta del 29 maggio scorso su Report, secondo cui "avrebbe tenuto un comportamento opaco nella gestione del collegio dello studentato romano e contemporaneamente avrebbe in qualche modo favorito gli studenti benestanti della Luiss".
Come abbiamo scritto al riguardo su VicenzaPiu.com del 1° giugno Zoso rispediva al mittente ogni rilievo e in particolare ogni addebito di Report che su Rai Tre parlava di alcuni conti presso lo Ior che sarebbero stati utilizzati in modo illecito per favorire imprenditori in odore di mafia. Tra i fautori di tali comportamenti poco rispettosi della legge ci sarebbe stato don Orazio Bonaccorsi, nipote di «un mafioso» siciliano, che, sempre secondo Report, sarebbe stato proprio Zoso a volere al collegio don Mazza di Roma. Il triennio appena concluso con Zoso alla sua presidenza ha indubbiamente cambiato radicalmente le prospettive di una realtà educativa nata dagli insegnamenti del prete veronese, che a metà nel XIX secolo fondò il primo istituto per aiutare giovani privi di mezzi nel percorso di studi.
Zoso fu chiamato dal direttore generale don Francesco Massagrande per rimettere sui binari un Collegio che aveva un bilancio in profondo rosso, anche a causa dei primi tagli operati dall'allora ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. Nel dicembre 2009 si era infatti dimesso l'avvocato Alberto Centurioni dalla guida del CdA e urgeva scegliere un uomo che potesse adottare una politica chiara di rilancio del "Don Mazza". Giuliano Zoso la politica la conosceva molto bene e richiamare un "dinosauro della Prima Repubblica" aveva il vantaggio di entrare in un circuito di conoscenze per la salvezza del Collegio. Zoso infatti dall'aprile 1988 al giugno 1992 fu sottosegretario alla pubblica istruzione e università , ruolo questo che lo aveva messo in contatto con la complessa struttura di uno dei più importanti ministeri della Repubblica. Nomi, favori, aiuto reciproco in nome della comune militanza politica: sono queste le armi che l'ex-deputato poteva giocare per rimettere in ordine i bilanci, che indubbiamente sono rientrati in parametri più che accettabili, ma a qualche prezzo? «Tra la primavera e l'estate del 2009 - ci viene raccontato da una voce che richiede riservatezza ... zosiana - fu scaricata la Residenza Femminile "Campofiore" di Verona mentre si mantenevano le due di Padova e quella maschile di Verona. Costi troppo alti, questo il problema che andava risulto e il "capolavoro" fu la gestione della Residenza di Roma in via Trasone. Già ambasciata della Repubblica Democratica Tedesca, l'immobile era stato inaugurato dieci anni fa ma da subito aveva macinato debiti. Zoso riuscì quindi nel settembre 2009 a stringere un patto con la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali "Guido Carli", ateneo privato della capitale, che di fatto acquisiva la completa gestione della struttura. Certo, quella di Trasone è ancora una residenza "mazziana", ma solo nel nome: l'accesso infatti è riservato soltanto agli allievi della LUISS, realtà questa che possiamo descrivere particolarmente distante rispetto ai principi di fondazione del "Don Mazza"». La protesta degli studenti di Roma, la solidarietà degli allievi di Padova, le vicende giudiziarie del referente spirituale della Residenza di Roma don Orazio Bonaccorsi significano che una realtà formativa così importante vive ora una stagione in cui deve recuperare uno spirito che si avvicini agli ideali fondativi. «Deve essere fatta da parte della Direzione e degli allievi - conclude il nostro interlocutore - una seria riflessione sul futuro di questa istituzione con i bilanci risanati ma a un prezzo ancora non valutabile».
Da VicenzaPiù n. 225
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