Il documento della Commissione Diocesana contro i gioielli a forma di armi e proiettili dell’orafo vicentino Zancan
Giovedi 24 Dicembre 2015 alle 23:16 | 2 commenti
Giancarlo Albera ci invia, come componente della Commissione Diocesana della Pastorale Sociale e del Lavoro, il documento, con una premessa, che pubblichiamo entrambi di seguito, in merito alla campagna pubblicitaria per una nuova collezione di gioielli lanciata in occasione delle festività e denominata "Legittima difesa". È stata lanciata dall’orafo vicentino Roberto Zancan, salito alle cronache nella vicenda di Graziano Stacchio. Nel design i gioielli richiamano la forma di armi e proiettili…
"Il rischio in cui si potrebbe incorrere - scrive Albera - è di favorire, in qualche modo, un'escalation di violenza dovuto al facile ricorso alle armi, vedasi su ciò, anche il richiamo del Vescovo Pizziol, nella sua lettera di Natale di queste ore, sulla vendita delle armi... ( "gronda di sangue innocente")".
Ecco il testo del documento:
Ha destato preoccupazione l’annuncio dell’orafo di Nanto, R. Zancan, di aver creato una collezione di bracciali, orecchini e collane che riproducono armi da fuoco e proiettili: il lancio della collezione, denominata “Legittima difesaâ€, è stato fatto dall’orafo in occasione delle feste natalizie ricorrendo allo slogan “Fai brillare questo Natale di una luce speciale!â€, che – come è stato notato da Il Giornale di Vicenza del 29 Novembre scorso - «non allude alle luminarie, bensì al bagliore provocato da uno sparo».
Sappiamo che l’oreficeria Zancan è stata oggetto di tre rapine, l’ultima delle quali si è conclusa con uno scontro a fuoco in cui è rimasto ucciso uno dei rapinatori. Pur comprendendo il desiderio di Zancan di ribadire il diritto alla “legittima difesaâ€, ci amareggia pensare che una collezione di gioielli possa riprodurre «pistole, proiettili e bombe a mano». E ci addolora il collegamento col Natale che per noi cristiani evoca la nascita di Gesù. I Vangeli ci ricordano che alla nascita il Bambin Gesù fu deposto in una mangiatoia «perché non c’era posto per loro nell’albergo» (Lc. 2,7): la scelta, fin dalla sua nascita, di stare con gli ultimi, gli emarginati, gli indifesi, con tutti coloro per i quali non c’è mai posto.
Di fronte alle minacce, che riconosciamo in questo momento vicine e reali, della criminalità e del terrorismo internazionale, tutti avvertiamo la necessità di maggior sicurezza; ci soccorrono in questo anche le parole che, in proposito, ha scritto papa Francesco nella Evangelii Gaudium: «Oggi da molte parti si reclama maggiore sicurezza. Ma fino a quando non si elimineranno l’esclusione e le diseguaglianze nella società e tra i diversi popoli, sarà impossibile sradicare la violenza. Si accusano della violenza i poveri e le popolazioni più povere, ma, senza parità di opportunità , le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno terreno fertile che prima o poi provocherà l’esplosione».Il papa poi aggiunge: «I meccanismi dell’economia attuale promuovono un’esasperazione del consumo, ma risulta che il consumismo sfrenato, unito all’inequità , danneggia doppiamente il tessuto sociale. In tal modo la disparità sociale genera prima o poi una violenza che la corsa agli armamenti non risolve né risolverà mai. Essa serve solo a pretesto per coloro che reclamano maggiore sicurezza; come se oggi, non si sapesse che le armi e la repressione violenta, invece di portare soluzioni, creano nuovi e peggiori conflitti» .
Consumismo sfrenato, povertà , esclusione sociale e tentazione di ricorrere alle armi sono meccanismi da rimuovere. Anche qui, a Vicenza come da altre parti, si reclama maggior sicurezza: lo si fa spesso in toni sguaiati invocando un presunto “diritto alle armi†anche per difendere la proprietà e cose che spesso vengono considerate più importanti della stessa vita umana, l'unica che davvero è, e dovrebbe sempre essere, “sacra e inviolabileâ€.
Non è un caso, allora, che la nostra città , che già ospita una delle maggiori fiere mondiali dell’oro, dallo scorso anno ospiti anche HIT Show, una fiera finalizzata a incentivare la diffusione delle armi. Alcuni di noi l'hanno visitata e abbiamo potuto vedere con i nostri occhi i mitragliatori semiautomatici black rifles accanto alle armi da collezione, i revolver e le pistole per la “difesa personale†vicino ai fucili da caccia, le armi in dotazione alla pubblica sicurezza accanto alle repliche di armi antiche. Il tutto davanti agli occhi anche dei bambini che di fatto potevano prenderle in mano e tirare il grilletto.
La nostra gioventù andrebbe, piuttosto, educata al dialogo, alla vita buona e alla nonviolenza. Invece, mentre da una parte si fa crescere emotivamente la “voglia di armarsiâ€, dall’altra si sviluppa prontamente il mercato delle armi. Superfluo chiedersi a chi giovi tutto ciò.
La commissione di pastorale sociale e del lavoro di Vicenza
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