Il coprifuoco della ragione
Giovedi 10 Marzo 2011 alle 14:52 | 1 commenti
Tolleranza zero-zero? No, solo fino alle 23,30, orario dopo il quale dovrebbe scattare ogni sera il coprifuoco musicale disposto con una recente e discussa ordinanza, a firma Variati, per circa 500 locali del centro di Vicenza.
Un provvedimento (frutto anche della reale collaborazione degli assessori alla sicurezza, Antonio Dalla Pozza, ed allo sviluppo economico, Tommaso Ruggeri?), anzi un divieto in cui si combina una eufemistica sicurezza con un antitetico sviluppo, che castiga la vita notturna cittadina, a prescindere (come direbbe il grande Totò) da chi la disturba o tenta invano di migliorarla.
Ma non bisogna stupirsi, poiché chi amministra la città , non sempre la vive, o meglio la convive con gli altri cittadini, di cui per mandato elettorale è tenuto a curare aspettative ed interessi.
Dunque, altro che cultura laica e liberale. Le necessità sociali devono sottostare agli ordinari cliché un fondamentalismo benpensante e pseudo-culturale di una certa salotteria berica. Un'élite sempre pronta a correggere il tiro -last-minute- come in parte già sta avvenendo con il provvedimento in questione, allo scopo di guadagnar tempo, in attesa che si assopisca ogni polemica, assumendo poi una eventuale decisione in grado di raccogliere, opportunamente, gli umori del futuro elettorato.
Così, anche se cambia "el manego", la scure bacchettona continua ad abbattersi ovunque si annidi il germe "peccaminoso" di chi vorrebbe sfuggire al soporifero e rintoccante provincialismo di questa città , più provinciale della sua stessa provincia.
A pagare le penitenze resta, quindi, ancora lo smarrito gregge, tosato e ritosato per gabella o divieto, nell'esercizio delle sue effimere, ma pur sempre legittime, libertà .
E pensare che in molti, compreso chi scrive, avevano creduto che, dopo il rondismo militante ed i regali convivi gastronomici della "poetica" hülweckhiana, l'albero della rinascita avrebbe dato frutti non più ... avariati.
Ed invece ci tocca ancora attendere che passi questa lunga nottata, mentre i decibel dei nostri pensieri fibrillano e si caricano, violando il coprifuoco che qualcuno vorrebbe imporre alla ragione.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
E' così Vicenza, il dramma è che lo sta diventando sempre di più. E quegli atteggiamenti alla "Signore e signori" che un tempo erano pure simpatici, oggi si trasformano in beceri e inadeguati. Proibizionismo, perbenismo, conservatorismo possono anche starci nell'epoca del progresso e della spinta in avanti tipica degli anni 50' e 60', a quel punto si trattava di un fisiologico contrasto al nuovo che avanza. Ora non è più così, ora siamo già bloccati, fermi, impegnati a piangerci addosso e impacciati nella capacità di adattarci al cambiamento, e allora tutto ciò che è movimento, fantasia, musica, cultura e tanto altro potrebbe veramente servire. E$ invece no, lo si blocca al nascere. Qui non si tratta di ragionevole contrasto all'eccesso di ottimismo, di voglia di aprirsi alle novità. Qui siamo di fronte al provincialismo perbenista e "basabanchista" di scuola berica. Per di più portato avanti da una giunta ?progressista?. Simone Ariot