Complimenti per l'intervento e la prosa, pungente e sobria al tempo stesso. Che dire in più? La situazione è piuttosto ridicola, in una città spenta ed autoreferenziale, incapace di anticipare i problemi e concentrata solo nel cercare di risolverli attraverso improbabili scelte di parte, per accontentare questo o quell'amico., anche quando ( come in questo caso) problemi non sono. Una città con il record italiano di topless bar che (ma che generano profitti) pronta a scandalizzarsi per un po' di musica alla sera. Una città in cui gli anziani sono pronti a tirar secchiate d'acqua dalla finestra perchè "la sera non si riesce più a dormire" quando al mattino popolano bar e tabacchini per dilapidare la pensione alle slot machine. Una città dove la mattina si va a messa, e la sera alle gang bang. Una città dove si da la multa a chi legge un libro a Campo Marzio ma possono stazionare per ore tossici, spacciatori e alcolizzati molesti.
E' così Vicenza, il dramma è che lo sta diventando sempre di più. E quegli atteggiamenti alla "Signore e signori" che un tempo erano pure simpatici, oggi si trasformano in beceri e inadeguati. Proibizionismo, perbenismo, conservatorismo possono anche starci nell'epoca del progresso e della spinta in avanti tipica degli anni 50' e 60', a quel punto si trattava di un fisiologico contrasto al nuovo che avanza. Ora non è più così, ora siamo già bloccati, fermi, impegnati a piangerci addosso e impacciati nella capacità di adattarci al cambiamento, e allora tutto ciò che è movimento, fantasia, musica, cultura e tanto altro potrebbe veramente servire. E$ invece no, lo si blocca al nascere. Qui non si tratta di ragionevole contrasto all'eccesso di ottimismo, di voglia di aprirsi alle novità. Qui siamo di fronte al provincialismo perbenista e "basabanchista" di scuola berica. Per di più portato avanti da una giunta ?progressista?. Simone Ariot
E' così Vicenza, il dramma è che lo sta diventando sempre di più. E quegli atteggiamenti alla "Signore e signori" che un tempo erano pure simpatici, oggi si trasformano in beceri e inadeguati. Proibizionismo, perbenismo, conservatorismo possono anche starci nell'epoca del progresso e della spinta in avanti tipica degli anni 50' e 60', a quel punto si trattava di un fisiologico contrasto al nuovo che avanza. Ora non è più così, ora siamo già bloccati, fermi, impegnati a piangerci addosso e impacciati nella capacità di adattarci al cambiamento, e allora tutto ciò che è movimento, fantasia, musica, cultura e tanto altro potrebbe veramente servire. E$ invece no, lo si blocca al nascere. Qui non si tratta di ragionevole contrasto all'eccesso di ottimismo, di voglia di aprirsi alle novità. Qui siamo di fronte al provincialismo perbenista e "basabanchista" di scuola berica. Per di più portato avanti da una giunta ?progressista?. Simone Ariot