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Il 21 agosto moriva Palmiro Togliatti, il ricordo e il paragone con oggi di Giorgio Langella del Pci Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 21 Agosto 2016 alle 18:55 | 1 commenti

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Riceviamo da Giorgio Langella, Segretario Pci Vicenza, e pubblichiamo

Il 21 agosto del 1964 moriva Palmiro Togliatti segretario del PCI. Forse è superfluo commentare la statura politica di Togliatti o fare l'impietoso paragone tra chi ha contribuito a scrivere la nostra Costituzione e la “fauna di nani e ballerine" che oggi popola lo scenario politico italiano. Ma è bene ricordare qui quello che disse nel suo discorso all'Assemblea costituente l'11 marzo del 1947 rivolgendosi alla vecchia classe dirigente "prefascista". 

"Colleghi, io sento rispetto, e anche più che rispetto, per gli uomini che siedono in quest'aula e che appartengono ai gruppi che furono parte integrante di questa vecchia classe dirigente. Non ho nessun ritegno a rivolgere loro, per certi aspetti della loro attività, l'appellativo di maestri, sia con la «m» maiuscola o minuscola, non importa. Sono sempre disposto ad ascoltare i loro consigli; però non posso non sentire e non affermare che anche questi uomini portano una parte della responsabilità per la catastrofe che si è abbattuta sul popolo italiano. Perché voi avevate occhi e non avete visto. Quando si incendiavano le Camere del lavoro, quando si distruggevano le nostre organizzazioni, quando si spianavano al suolo le cooperative cattoliche, quando si assaltavano i municipi con le armi, o si faceva una folle predicazione nazionalistica, non dico che voi foste complici diretti, ma senza dubbio eravate in grado di dire quelle parole che avrebbero potuto dare una unità a tutto il popolo, animandolo a una resistenza efficace contro quella ondata di barbarie; voi non foste all'altezza di questo compito; e non è per un caso che non avete trovato gli accenti che allora era necessario trovare."
Oggi vogliono distruggere la nostra Costituzione, quella bella, quella nata dalla Resistenza. Lo fanno per obbedire ai potenti che li comandano, a chi chiede di cancellare le Costituzioni democratiche (nate dopo la vittoria contro il nazi-fascismo) perché prevedono la protezione dei diritti dei lavoratori e il diritto alla protesta contro chi vuole cambiarle. Lo fanno realizzando molto di quanto previsto dal “piano di rinascita democratica” della P2. Infine, ancora oggi, sono molti che, pur credendosi democratici e antifascisti, non solo “non vedono” il pericolo autoritario, ma chiudono gli occhi di fronte ai tanti segnali reazionari che si trovano nelle leggi imposte dal governo Renzi e approvate da parlamentari “eletti” grazie a una legge dichiarata incostituzionale nei suoi punti fondamentali. 

E allora, rileggiamo con attenzione e nella sua interezza il discorso che tenne Togliatti quell'11 marzo 1947, perché in esso non è racchiuso solo il nostro passato più glorioso, ma anche, vista l'attualità e la modernità di come sono trattati temi fondamentali, il nostro futuro. Si notino la statura morale, culturale e politica delle argomentazioni, lo sguardo rivolto al futuro delle generazioni che seguiranno e non ai vili benefici immediati di parte e si capirà come sia impensabile esimersi dal votare NO al prossimo referendum costituzionale. E come, invece, sia necessario e doveroso lottare, come diceva chiaramente Togliatti, perché la Costituzione nata dalla Resistenza sia  attuata “secondo quei principî di libertà, di uguaglianza, di giustizia sociale, che sono l'essenza dell'ideologia delle classi lavoratrici, in tutte le forme in cui essa può manifestarsi”.

Viva la Costituzione della nostra Repubblica democratica fondata sul Lavoro.

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Commenti

Inviato Lunedi 22 Agosto 2016 alle 07:05

Che strano non si fa menzione del culto che Toglietti ebbe per Stalin e lo stalinismo negli anni della sua permanenza a Mosca, quando non mosse un dito per gli accusati italiani che si erano rifugiati in Russia (URSS) e mai prese posizione nel 1939 sulle Leggi razziali.
Certo dal 1947 intraprese la via italiana al comunismo, "la lunga marcia", che, il mondo cambia, ci ha portato ai auoi epigoni: Renzi, Boschi, Moretti e senza nemmeno un'ideologia da proporre.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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