Con Zanonato e Fassina ciò che resta della sinistra riformista a Vicenza
Domenica 23 Novembre 2014 alle 11:09 | 0 commenti
Il fatto che l'incontro si sia svolto nello stesso edificio in cui ha sede il museo naturalistico archeologico vicentino non è di per sé negativo ma forse potrebbe essere un inconsapevole segnale... Ieri, 22 novembre, presso la sala conferenze di S.Corona, i "Socialisti europei" hanno presentato a Vicenza il loro manifesto politico, un manifesto con cui parte della sinistra PD cerca di unire ed organizzare le proprie forze.
Testimonial d'eccezione il parlamentare europeo Flavio Zanonato ed il parlamentare italiano Stefano Fassina.
Ad ascoltare i vertici cittadini e provinciali del PD (Piero Menegozzo, Chiara Pavan, Giovanni Rolando), la segretaria generale della CGIL Marina Bergamin ed anche i socialisti (il segretario provinciale Luca Fantò e un ritrovato Ennio Tosetto, consigliere provinciale delegato oltre che comunale).
Pochi i non adetti, forse nessuno.
Così, mentre a Roma il PD ascolta le imprese ed "poteri forti" e parla alla piazza, ciò che resta della sinistra riformista a Vicenza sostiene l'importanza di tassare la ricchezza per sostenere i lavoratori dipendenti, le piccole imprese ed i precari, per sostenere il "welfare state" inventato, come ha ricordato Fassina, proprio dalla destra liberale.
Mentre la politica oggi sembra andare avanti guardando indietro, e questo di per sé non è un male, e l'incontro di S. Corona ne sembra essere la plastica rappresentazione. In sala infatti aleggiava lo spettro ottocentesco della politica "renziana", fortemente ispirata al cattolicesimo liberale, mentre i presenti discutevano di un manifesto saldamente ancorato alla giustizia sociale ed all'uguaglianza del novecentesco socialismo democratico.
Ecco, forse è proprio questo che il PD attuale cerca faticosamente di proporre agli italiani, una sintesi temporale tra ‘800 e ‘900 per creare un futuro diverso.
Forse, perché il confronto potrebbe vedere invece prevalere il più forte (Renzi oggi) e quindi far precipitare la contemporaneità nel passato in cui la classe dirigente si arricchiva e lasciare cadere sul "popolo" distratte gocce di grasso per non lasciarlo morire o... rivoltare.
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