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Ieg, dopo i debiti di Vicenza e Rimini ora potrebbero sommarsi quelli di Arezzo

Di Rassegna Stampa Venerdi 10 Febbraio 2017 alle 09:35 | 1 commenti

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Dopo aver incamerato 67 milioni di euro di debiti per portarsi a casa Vicenza Fiera, Italian exibition group fa spesa anche ad Arezzo. Forzando la mano dei soci pubblici di minoranza e agendo in tutta fretta, il nuovo gigante fieristico targato Pd ha siglato un accordo di collaborazione con l’ente toscano. Anche questo in stress finanziario per le corpose esposizioni economiche. Prosegue così, nelle regioni rosse, il sogno renziano di concentrare i poli fieristici italiani in poche realtà “capaci di competere con le grandi fiere europee”. Senza badare a spese. Si tratta di partecipate pubbliche. 

Il vero rischio, alla fine, se lo accollano i cittadini. Italian exibition group Spa (Ieg) è nata ufficialmente lo scorso ottobre. Si tratta della vecchia Fiera di Rimini (partecipata attraverso Rimini Holding e Rimini Congressi da Comune, Provincia e Camera di Commercio) che ha cambiato nome dopo aver incorporato, con un aumento di capitale pagato in natura, Vicenza Fiera. È guidata da Lorenzo Cagnoni (ex presidente di Rimini Fiera) e Matteo Marzotto, vicepresidente (già alla guida dell’ente vicentino). Sulla carta è un gigante: prima in Italia per manifestazioni organizzate, 59 prodotti in portafoglio, 216 tra eventi e congressi e un fatturato che, in previsione, dovrebbe superare i 120 milioni. Ora la spa punta a quotarsi in Borsa, per concretizzare il progetto, annunciato più volte (dal 2004 in avanti) da Rimini Fiera e mai andato in porto. L’operazione Ieg è nata sotto la supervisione di due advisor: Banca Popolare di Vicenza e la società di consulenza Kpmg. Con un intreccio particolare di ruoli. L’istituto bancario, già commissariato dal Fondo Atlante dopo il default, mentre si occupava del piano industriale di Rimini, era anche il principale creditore di Vicenza Fiera (per 40 milioni di euro circa). Mentre Kpmg, chiamata a sorvegliare sulla nascita di Ieg Spa, è da oltre un decennio società di revisione della banca vicentina. Kpmg, lo scorso maggio, era finita nel mirino del nuovo cda della banca (quello di Atlante, appunto) che all’ordine del giorno della prima assemblea utile aveva messo la risoluzione anticipata del contratto con la società, ritenuta in qualche modo coinvolta (in quanto supervisore) nelle “prodezze” del vecchio cda. Ma poi dell’operazione si sono perse le tracce. Comunque sia, dal punto di vista finanziario, è che i debiti di Fiera di Vicenza, compresi quelli contratti con BPVi per la costruzione dei padiglioni fieristici, sono finiti in collo a Ieg Spa. Molto più al sicuro di quanto erano prima, ma a tutto svantaggio dei riminesi, che ne diventano responsabili. Il computo delle rate da pagare, però, per Ieg non è finito: anche Rimini, infatti, non era libera da esposizioni. Attraverso la controllante Rimini Congressi, aveva acceso un mutuo da oltre 40 milioni con Unicredit, che sommato ai debiti di altri componenti del gruppo (Rimini Fiera, Rimini Congressi e Società del palazzo dei congressi), nei confronti di altri istituti, porta il totale oltre i 90 milioni. E in futuro potrebbero arrivare anche i debiti di Arezzo. Ieri Ieg Spa e Arezzo Fiere hanno siglato un accordo strategico che dà vita a un’organizzazione unica per le manifestazioni del settore orafo. Grazie ad un’intesa propugnata dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, principale socio in Arezzo Fiere (39,89%), le manifestazioni Oro Arezzo e Gold Italy saranno gestite, già dalle prossime edizioni, da Ieg. Sulle stesse Ieg Spa si è tenuta un diritto di opzione irrevocabile per 4 anni e questo potrebbe essere il primo passo per l’entrata della stessa Arezzo in Ieg Spa. A sperarci sono in tanti, soprattutto in Toscana, visto che Arezzo Fiere, così com’è, non se la passa troppo bene. Ha investito oltre 48 milioni di euro nella struttura che ospita i padiglioni fieristici, ma il fatturato annuo si ferma a 4,7 milioni. E, anche a causa di un contenzioso aperto con l’impresa costruttrice, nel bilancio dell’ente si parla apertamente di una “situazione di stress finanziario irrisolto che richiede un intervento risolutivo attraverso strumenti di finanza a medio lungo termine”. Comunque sia, Ieg Spa ha fretta di crescere. E lo dimostra bypassando le tipiche lungaggini che spetterebbero ad una partecipata. Sia nella vicenda Arezzo sia con Vicenza, ai soci pubblici i documenti da sottoscrivere sono stati presentati all’ultimo momento, complicatissimi e lacunosi. Il Comune di Arezzo (socio all’1% in Arezzo Fiera) in assemblea si è astenuto dal voto sull’operazione di cessione delle manifestazioni a Ieg Spa “in via cautelativa”. Il sindaco, insieme ad altri soci (Provincia, Ascom e Coldiretti) aveva fatto richiesta di una perizia giurata sul valore effettivo degli eventi da cedere, che non gli è mai stata consegnata. A Rimini, invece, a lamentarsi per iscritto era stato l’amministratore unico di Rimini Holding, Paolo Faini, che nella relazione di accompagnamento all’incorporazione di Vicenza scriveva: “Al fine di una valutazione completa sarebbe stato opportuno poter disporre di ulteriori documenti tra cui la stima del valore di Rimini Fiera e il piano industriale pluriennale del nuovo ente”. Invece “nonostante siano stati formalmente richiesti tali documenti non sono stati forniti, per presunti motivi di riservatezza addotti dal management”. Sempre a Rimini, poi, in barba al Testo unico sulle partecipate –parte integrante della riforma Madia- il consiglio comunale è stato escluso da ruoli decisionali, con l’avvallo del sindaco Andrea Gnassi, in quanto socio di Rimini Fiera in forma indiretta (attraverso le partecipate pubbliche Rimini holding e Rimini congressi). Anche per questo l’intera questione è finita in una segnalazione presentata ad Anac e alla Corte dei conti da un consigliere comunale della città romagnola. Luigi Camporesi, che chiede ai due enti “l’adozione di tempestivi provvedimenti per assicurare il rispetto delle norme e la trasparenza in un’operazione di elevato contenuto patrimoniale”. 
Di Alessia Pedrielli, da La Verità 


Commenti

Inviato Venerdi 10 Febbraio 2017 alle 10:58

1.Vicenza fiera non aveva 67 milioni di debiti mentre Rimini fiera aveva cassa positiva (16 milioni)
2.Il palacongressi di rimini non era di proprietà di Rimini Fiera
3.Le richieste dell'amministratore di rimini holding sono state successivamente soddisfatte
4.C'è stato passaggio anche in consiglio comunale a Rimini
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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