Referendum: mentre Psi nazionale promuove il Sì, il Psi Veneto ha "fatto dibattere" Crimì, Paglia, Marajo e Poletto su Sì e No
Venerdi 4 Novembre 2016 alle 23:36 | 0 commenti
Il Psi del Veneto, in occasione del referendum del 4 dicembre prossimo, ha organizzato stasera 4 novembre presso l'Hotel Palladio "Riforma della Costituzione: conoscere per scegliere" un dibattito a cui sono intervenuti davanti a un pubblico che ha gremito la sala con varie persone in piedi, l'on. Filippo Crimì (Partito Democratico), l'on. Giovanni Paglia (Sinistra Italiana), l'on. Enzo Marajo (Consigliere regionale PSI), Gigi Poletto (Vicepresidente provinciale ANPI). Moderati da Antonio Di Lorenzo i vari relatori si sono affrontati con determinazione riportando le tesi del Sì e del No per "informare i cittadini perchè si facciano un'idea precisa nel merito del referendum", ha detto Luca Fantò, segretario regionale del Psi che, a conferma della vivacità del confronto e del dibattito anche interno al suo partito, ha preso posizione a favore di un lavoro di informazione sulle ragioni del Si e del No a differenza degli organi nazionali del partito che col segretario Riccardo Nencini hanno dato indicazioni nette per il Sì.
Di seguito maggiori dettagli sulla serata:
L’on. Crimì e l’on. Marajo hanno messo l’accento sul fatto che si tratta di una buona riforma attesa da anni, che oltre a ridurre i costi della politica principalmente con la riduzione dei parlamentari, permette una maggiore partecipazione attiva dei cittadini, accelera l’iter legislativo, crea un Senato delle autonomie e consente di risolvere i conflitti di potere tra Stato e Regioni premiando solo quelle più virtuose, con un ritorno necessario di alcune funzioni allo Stato. E’ certamente la migliore riforma possibile, visto che le forze politiche invitate al confronto non hanno voluto alcune nemmeno partecipare a un tavolo di confronto o si sono ritirate nel mezzo dei lavori preparatori. Rinunciare a questa occasione di rinnovamento vorrebbe dire perdere un’occasione importante per il nostro Paese.
I fautori del no invece hanno parlato di una proposta di riforma assolutamente da rigettare in quanto elaborata praticamente da una sola parte politica a differenza di quella attuale che invece fu il risultato di un faticoso e prezioso lavoro tra tutti i partiti e movimenti democratici. Anzi, secondo questi esponenti si avverte la possibilità di una deriva autoritaria, specie se la riforma si legge in conbinato disposto con l’attuale legge elettorale “l’Italicumâ€. Si assisterebbe a una nuova ricentralizzazione in netto contrasto con i passi fatti in questi decenni verso invece una decentralizzazione. Per non parlare poi della composizione confusa del Senato che risulterebbe un’assemblea non tanto di rappresentanti delle Regioni o di aree vaste quanto piuttosto di determinate forze politiche con scarse possibilità di intervenire a correggere eventuali errori legislativi della Camera dei Deputati. Si è poi voluto fare un accenno anche al fatto che il quesito a cui i cittadini saranno chiamati ad esprimere il loro voto, fa quasi esclusivamente riferimento al taglio dei costi nella politica, ingannando l’elettore poco informato.
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